È cambiata la percezione di Jorginho

by Cesare Ragionieri

di Cesare Ragionieri

C’è un momento che ha fatto da spartiacque nella carriera di Jorginho. Facciamo un piccolo passo indietro, fino al 24 febbraio 2019: Chelsea-Manchester City, finale di Coppa di Lega. La partita va ai calci di rigori e il primo a calciare dei Blues è proprio l’italo-brasiliano. Solita rincorsa lenta caratterizzata dal saltello, ma Ederson intuisce e respinge. Complice anche l’errore di David Luiz, saranno i Citizens a vincere e Jorginho diventa l’emblema di un allenatore – Maurizio Sarri – inviso ai supporters del Chelsea. Il regista della Nazionale di Mancini è considerato un centrocampista poco adatto alla Premier League, tutto il contrario del giocatore box-to-box che tanto va di moda in Premier League.

Jorginho, oggi

Torniamo subito ai giorni nostri. Stesso stadio (Wembley), semifinale di EURO2020. Spagna-Italia va ai rigori e dopo la parata di Donnarumma su Morata, Jorginho si presenta sul dischetto per il rigore decisivo. Solita rincorsa, Unai Simon spiazzato e Azzurri in finale degli Europei. Nel frattempo, però, la percezione dell’italo-brasiliano si è stravolta ed è passato da essere un pesante macigno – anche dalle nostre parti – al calciatore simbolo della creatura di Mancini. Qualcuno, addirittura, lo propone come Pallone d’Oro in virtù anche della vittoria della Champions League con il Chelsea (per un segno del destino, proprio contro il Manchester City).

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Il nuovo Jorginho è il vecchio Jorginho

Il paradosso, però, è che Jorginho non ha cambiato il suo modo di giocare. È sempre lo stesso calciatore che fino a due anni fa veniva criticato per i suoi passaggi a due metri considerati utili soltanto per abbellire le statistiche. The same old Jorginho che abbiamo conosciuto con Sarri: un regista in gradi di sopperire con l’intelligenza a delle lacune fisiche piuttosto evidenti. Certo, in qualche gesto tecnico è sicuramente migliorato, ma quello che colpisce è la sua abilità nel guidare la mediana, coinvolgere i compagni e farli sentire a proprio agio. Rischiando la giocata di più rispetto al passato, probabilmente perché ha finalmente acquisito una piena consapevolezza del suo (infinito) bagaglio tecnico.

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Dicevamo delle novità presenti nel gioco di Jorginho. Rispetto al passato, l’italo-brasiliano si concede qualche sortita offensiva in più e dato che parte più dal basso rispetto ai suoi compagni di reparti, i suoi movimenti sono letti più difficilmente dagli avversari. Una variante che potremmo vedere contro l’Inghilterra che si difende col baricentro basso, ma che – in caso di palla persa – potrebbe esporre l’Italia ai rapidi ribaltamenti di fronte di Sterling e compagni.

Jorginho über alles

Il percorso fatto da Jorginho negli ultimi anni ricalca quello fatto dall’Italia di Mancini. A forza di ottime prestazioni, l’italo-brasiliano si è finalmente guadagnato il rispetto collettivo. Anche da parte di quei detrattori che ritenevano il suo fisico inadatto ai grandi palcoscenici. E adesso, parlare di Pallone d’Oro non è più una semplice provocazione o qualcosa di simile. In caso di successo dell’Italia nella finale contro l’Inghilterra, Jorginho rientrerebbe di diritto nella lista dei candidati per il prestigioso premio di France Football.