a cura di Giacomo Brunetti

Enzo Barrenechea è uno dei talenti più cristallini della Juventus Next Gen

Abbiamo intervistato il centrocampista argentino classe ’01, che sogna la Prima Squadra dei bianconeri.

La Juventus lo ha scovato nel Newell’s Old Boys, la squadra in cui è cresciuto Lionel Messi. Un passaggio al Sion e poi dritto verso Torino. Enzo Barrenechea è una delle punte di diamante della Juventus Next Gen, tanto da essersi guadagnato due dorati minuti in Champions League contro il PSG. Davanti a lui? «C’era proprio Leo, non ci credevo. Speravo di debuttare in Serie A, farlo direttamente in UCL è stato clamoroso. Prima di entrare in campo, sono sincero, non ci ho capito niente. In quei 2 minuti, secondo me, non ho davvero realizzato dove fossi».

 

Centrocampista che studia Paredes e Verratti, ha trovato anche in Locatelli un punto di riferimento: «Quando mi alleno in Prima Squadra, Leandro e Manuel sono due modelli. Osservo cosa fanno e cerco di rubare con gli occhi». Arrivato alla Juventus nel 2020, ha sofferto la rottura del crociato, che lo ha tenuto fuori per 273 giorni.

 

Un periodo tremendo, dal quale Enzo è uscito con grande stile: «Un momento duro che ho superato grazie alla mia famiglia e al Club, che di fatto è una seconda famiglia. Mi hanno messo tutto a disposizione per riprendermi nel migliore dei modi». Anche perché quello bianconero è un ecosistema in cui tutto è fatto per mettere nelle condizioni ideali l’atleta di esprimersi. «Qui sto molto bene, mi sento a casa, come in Argentina», partito sulle orme di Messi: «Il migliore al mondo, quando era un bambino giocava nel Newell’s e venire dalla sua stessa società è un onore».

 

Sognando l’Albiceleste dopo aver esultato come un pazzo dopo il Qatar: «Abbiamo festeggiato per giorni, è difficile spiegarlo se non sei argentino», tra compagni e amici perché «ho condiviso la mia stanza con Julián Álvarez, un ragazzo davvero umile, e ho giocato spesso contro Enzo Fernández, siamo entrati in confidenza da avversari». La speranza: «Sogno di fare come loro».

 

 

Da quando si è seduto nelle stanze dello Juventus Training Center, dopo l’allenamento, Enzo ci racconta in spagnolo – con la promessa, presto, di proporsi in italiano – le sue sensazioni nella crescita all’interno del progetto Next Gen, tra gli impegni di un campionato tosto come quello di Serie C e il percorso intermedio nella seconda squadra bianconera: «Lo ammetto, è stato un bel passo. La Serie C è una lega dura, ci sono tante formazioni che giocano, altre che invece si chiudono e devi scardinarle. La nostra idea è sempre la stessa e aumentare il livello ci aiuta ad arrivare in Prima Squadra senza subire troppo il gap. Tu devi adattarti al campionato, capisci che servono le qualità ma anche le doti fisiche. È un passo che consiglio».

 

Quando parla con i suoi compagni, specialmente con Matías Soulé, ammette che «essere alla Juventus è impressionante, perché dagli spogliatoi fino alle docce, passando per qualsiasi dettaglio, tutto è all’avanguardia e niente viene tralasciato. Qui sto mas comodo!».

 

Il primo grande passo sarà provare a rimanere tra i grandi: «Ci sono Di María e Paredes con i quali parlo molto, sono bravi ragazzi. Anche Locatelli e Perin hanno contribuito al mio inserimento, giorno dopo giorno». È arrivata anche la fama: «I tifosi iniziano a riconoscermi e a chiedermi le foto, ma io non sono ancora nessuno. Sogno di andare in Prima Squadra e sogno di farlo presto».