Marco Benassi, centrocampista Fiorentina, ha parlato a Radio Sportiva del suo momento e della possibile ripartenza della Serie A.
COSA GLI MANCA – «Sicuramente la quotidianità che avevo prima, quello che faccio da nove-dieci anni a questa parte. Andare al campo, vedere i miei compagni, fare allenamento, prendersi in giro, fare le partite. Noi giocatori abbiamo perso quello che abbiamo sempre fatto, è dura, però purtroppo in questo momento bisogna fare così perché ci sono altre priorità».
RAKITIC E GIOCARE RISCHIANDO DI ESSERE CONTAGIATI – «Sinceramente no, non sono d’accordo. Penso che il calcio possa essere visto come una passione o un lavoro, ma ho sempre messo davanti a tutto la salute. Alla Fiorentina abbiamo avuto la sfortuna di avere qualche caso, anche abbastanza grave, ho saputo quello che hanno vissuto e quindi non vorrei mai mettere a rischio la mia famiglia. Prima bisogna tornare alla sicurezza, poi si può ricominciare».
RIMPIANTI – «Nessuno. All’inizio ci rimasi male quando dovetti andar via dal Torino, l’ambiente dove sono cresciuto di più e mi sono rilanciato. Poi una volta arrivato a Firenze, con l’ambiente e le persone che ho trovato ed il percorso che sto facendo, non posso definirlo un rimpianto».
COSA MANCA ALLA FIORENTINA PER L’EUROPA – «La continuità nei risultati. Anche negli anni passati abbiamo fatto buoni risultati e poi steccato gare fondamentali che sembravano scontate. Speriamo che l’anno prossimo si possa iniziare questo percorso».
AMRABAT – «Grandissimo centrocampista, nelle partite che ho visto ha sempre fatto ottime prestazioni. Grandissimo acquisto che si metterà a disposizione della squadra».
COMMISSO – «Da quando è arrivato il presidente l’ambiente ha ripreso quell’entusiasmo che era andato a scemare, soprattutto l’anno scorso quando ci siamo salvati all’ultima giornata. Siamo ripartiti da capo. Commisso ha fatto seguire i fatti alle parole. Sta costruendo il centro sportivo, c’è il progetto del nuovo stadio, ha comprato tanti ottimi giocatori per il presente e per il futuro».
RIBERY – «È speciale in tutto. Fin dal primo momento è stato il primo a dare l’esempio, il primo a scherzare ma anche ad essere serio in base ai momenti. È un campione e lo si vede da tutte queste cose, dalla mentalità che è un gradino superiore».
IL GIOVANE CRESCIUTO DI PIÙ – «Sicuramente Castrovilli. Fin dal ritiro si vedevano potenzialità incredibili, ma è stato clamoroso vedere la velocità con cui è riuscito a metterle sul campo in Serie A. Già ora dico che è uno dei più forti centrocampisti del campionato e ha tantissimi margini di miglioramento. Il suo futuro non sarà roseo, ma molto di più. Anche Vlahovic ha potenzialità incredibili e un grandissimo futuro, così come Sottil, che ha avuto poco spazio ma con l’esperienza diventerà un gran giocatore».
MIGLIORARSI E UN SOGNO NEL CASSETTO – «Ogni giocatore ha sempre modo di migliorare, ogni giorno vado in campo per farlo. Riguardo al sogno, non ho mai guardato oltre al presente, perché in questo ambiente non sai mai quello che può succedere. Di sicuro mi piacerebbe tornare in Nazionale ed è una delle cose per cui lavoro».