Galles, com’è nato il ritorno al Mondiale 64 anni dopo

by Redazione Cronache
Galles

«Il mio ritiro? Lo rimanderò per un po’». E ancora: «La qualificazione al Mondiale è il più grande risultato nella storia del calcio gallese. Non ho parole. Questo è tutto ciò di cui sono fatti i sogni». Pensi al famoso striscione “Wales, golf, Madrid. In that order” ed ecco le priorità di Gareth Bale. Una sua punizione deviata da Andriy Yarmolenko di testa al 34’ porta il Galles al Mondiale, dopo 64 anni. Come ricorda Giuseppe Pastore, i Dragoni battono il “record” di astinenza di Norvegia ed Egitto (56 anni) e in Qatar, per la prima volta nella storia, si sfideranno due Nazionali del Regno Unito. Inghilterra e Galles, in un girone composto pure da Iran e USA.

Galles, Pelé e un incidente aereo

Era il 1958, in Svezia. Prima edizione del Mondiale trasmessa in tv. Anche allora l’Italia non si è qualificata. Il Galles dello juventino John Charles finisce nel Gruppo 3, coi padroni di casa, l’Ungheria e il Messico: pareggia tutte e tre le partite, poi batte l’Ungheria (a pari punti) nello spareggio per la fase a eliminazione diretta. Qui il Galles – privo dell’acciaccato Charles – crolla il 19 giugno a Göteborg, per 1-0 contro il Brasile futuro campione del Mondo. Il gol decisivo, per dire, lo segna Pelé al minuto 66. Il Brasile – che batte 1-0 il Galles – segnerà 5 gol in semifinale alla Francia e altrettanti in finale alla Svezia, per dirne un’altra. Storia nella storia: il c.t. gallese è Jimmy Murphy, che allo stesso tempo fa il vice di Matt Busby al Manchester United. Ecco, il 6 febbraio 1958 il volo con a bordo lo United esce di pista dall’aeroporto di Monaco di Baviera. Muoiono 23 dei 44 passeggeri, Busby stesso è gravemente ferito. Murphy non è su quell’aereo e scampa alla tragedia perché… era impegnato col Galles in una partita contro Israele.

Patriottismo, indipendenza e Bale

Il 24 marzo scorso, il Galles batte 2-1 l’Austria con doppietta di Bale e nello spogliatoio si canta. La canzone si chiama Yma o Hyd. È scelta da Christopher Ross Gunter detto Chris, recordman di presenze della Nazionale gallese, 108. Il testo fa più o meno così. Ry’n ni yma o hyd, er gwaetha pawb a phopeth. Siamo ancora qui, nonostante tutto e tutti. È una canzone degli anni Ottanta e prima della partita contro l’Ucraina viene cantata da tutto il Cardiff City Stadium. La Federcalcio del Galles ha invitato appositamente Dafydd Iwan – l’uomo che ha scritto il pezzo – a intonare Yma o Hyd. È un gesto simbolico potente. Yma o Hyd è un inno patriottico, scritto in gaelico. Dafydd Iwan Jones – oltre che cantante – è stato leader dal 2003 al 2010 di Plaid Cymru, partito nazionalista gallese impegnato nell’ottenere l’indipendenza dal Regno Unito. Lo hanno invitato appositamente per cantare la canzone che ha scritto nel 1981, «perché mi sentivo demoralizzato e volevo ricordare che parliamo ancora il gaelico, contro ogni previsione».

A fine partita, il Galles torna ai Mondiali e tutti cantano allegramente Yma o Hyd: Dafydd Iwan, il c.t. Page e Gareth Bale, con in braccio il suo quarto figlio, Xander Frank Bale, di appena dieci mesi. Vedere per credere.

 

Il bagnino, il vice e il rugby

È la qualificazione di Wayne Hennessey, 35enne portiere del Burnley – più di 100 presenze in Nazionale ma due sole quest’anno nel Burnley retrocesso in Championship – che sul finale di partita evita il gol di Artem Dovbyk con una gran parata. È la qualificazione di Ben Davies e di Kieffer Moore, 195 cm, ex bagnino e personal trainer che nel 2020/21 fa 20 gol in Championship e partecipa all’Europeo. Girone con Italia, Svizzera e Turchia, Galles k.o. 4-0 agli ottavi contro la Danimarca di Dolberg. È andata meglio nel 2016, fuori in semifinale col Portogallo di Ronaldo. In panchina c’era Chris Coleman – quello di Sunderland ‘Til I Die, successore del compianto Gary Speed, suicidatosi nel 2011. Dopo Coleman c’è Ryan Giggs, leggenda gallese come Charles e Ian Rush, che però viene accusato di violenza domestica. A portare il Galles ai Mondiali è il suo vice, Robert John Page: «Sono cresciuto a Tylorstown, mi dicevano che lo sport giusto fosse il rugby e non il calcio». Si saranno ricreduti?