Genoa-Sampdoria, tutte le sfumature del Derby

by Redazione Cronache

di Giulio Zampini

Ritmo inglese (8 cartellini), tifo sudamericano e risultato all’italiana (0-1, il minimo indispensabile). Il Derby di Genova è stato un concentrato di sfumature, oltre che di emozioni. GenoaSampdoria non ci ha annoiati.

Il derby del Genoa

Serata storta per il Genoa, iniziata male (con l’infortunio di Sturaro nel riscaldamento) e finita peggio. Nel mezzo, il derby. Partita affrontata con l’acqua alla gola dai rossoblù, soprattutto in attacco, viste le assenze di peso del calibro di Kouame, Pandev, Agudelo e Favilli (rimasto in panchina). Necessità virtù, quindi, per Thiago Motta, costretto ad aggrapparsi in attacco alla boa Pinamonti, affiancato dal desaparecido Sanabria (tornato a vedere il campo dopo 3 partite da non convocato

La povertà offensiva del Genoa è venuta a galla dopo 120 secondi: velo di Pinamonti, ma nessuna spalla pronta a raccogliere il suo suggerimento

 

Il Genoa ha ripreso questo Derby da dove aveva concluso l’ultima giornata di campionato, ovvero da un errore di Ghiglione. E se a Lecce lo sbaglio poteva assumere i contorni della disattenzione (Tabanelli che incorna il 2-2 saltando proprio sull’esterno rossoblù), contro la Sampdoria si è trattato di un abbaglio del classe 1997, con il pallone appoggiato male e dunque regalato a campo aperto a Linetty, bravo a trovare Gabbiadini, ancor più abile del compagno nel ribattere a rete con chirurgia estrema.

Serata anche di paradossi per il Genoa. La punizione da posizione più pericolosa del match è arrivata al 77’, dodici minuti dopo l’uscita dal campo di Schöne

Il derby della Sampdoria

In un Derby, se metti insieme cuore e cervello, uno più uno fa quattro. Come una vittoria nella stessa partita può valere sei punti: tre che aggiungi alla tua classifica, tre che i tuoi “cugini” vedono sfumare. È così che si spiega la corsa blucerchiata al triplice fischio di Doveri, uno scatto del popolo sampdoriano che rammenta quello azzurro dell’Olympiastadion di Berlino (forse con qualche eufemismo di troppo). Segno che, comunque, riflette il reale valore di questa vittoria.

Serata all’italiana, dicevamo. Una conclusione nello specchio per parte, oltre al primo tiro in porta del match che porta i connotati del minuto 68 (una punizione innocua e centrale dei rossoblù)

Ranieri si conferma uomo-derby (mai sconfitto in carriera nelle stracittadine), mentre Thiago Motta, “incarcerato” dai giudizi dei tifosi, può considerarsi libero per il lume della ragione (troppe le assenze). Il Genoa poteva scavalcare la Samp, invece è finito per perdere di vista la targa dei blucerchiati. Ranieri nel pre-partita parlava di “giocare per la salvezza”, di “squadra ancora nelle sabbie mobili”. Dopo il Derby, però, con l’acqua alla gola ci rimane soltanto il Genoa di Thiago Motta.

CONSIGLIATI – Le parole di Manolo Gabbiadini dopo aver deciso il derby