a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella

Cinque storie della Germania.

C’era talmente fame e voglia di riscatto che la Mannschaft è stata la prima Nazionale a ottenere il pass per Qatar 2022.

 

«Vieni a fare un provino con noi? No, devo finire lo stage in banca»: la storia di Flick

 

Avete presente quando vi dicono «Tenetevi sempre aperto un piano B» e la prendete alla lettera? Ecco, pensate che il giovane Flick, aspirante calciatore diciottenne, rifiutò un provino con lo Stoccarda perché voleva finire lo stage in banca: «Non potevo sapere se avrei fatto carriera. Troppo rischioso». E infatti la sua vita da calciatore dura poco, ma per colpa di infortuni: si ritira a soli 28 anni, ma con quattro campionati tedeschi vinti con il Bayern, il club della sua vita con cui trent’anni dopo, da allenatore, ha vinto campionato, coppa, Champions, Supercoppa e Mondiale per club nel 2021. Ora andrà a caccia del Mondiale con la Germania. Nel caso, sarebbe il secondo: nel 2014 era il vice di Löw, e quella vittoria è anche sua. Ora ci riprova da n°1. Obiettivo vincere. Ai piani B, stavolta, non ci si pensa nemmeno.

 

 

Thomas Müller: the Last Dance del giocatore “comico” che si ispirava a Riquelme

 

Lo disse proprio lui: «Più che idoli, ho campioni che vorrei imitare, tipo Messi, ma non ho le misure giuste. Mi orientavo più su Riquelme». Eppure Juan Romàn era elegante, Müller tutt’altro: «Mi definisco un giocatore comico. Gambe lunghe, secco, a volte scomposto. Avete visto come mi muovo? Quando mi rivedo, rido». Era il 2010, e il ventunenne Müller era il personaggio del momento, da scoprire. Ventidue anni dopo è una star. Flick lo conosce bene: per questo lo ha tenuto in rosa, nonostante la rivoluzione generazionale messa in atto. Poi c’è un record da inseguire: con 10 gol in tre Mondiali giocati, Müller è a -6 dal 1° posto di Klose nella classifica marcatori all-time del torneo. Alla faccia del giocatore comico.

 

 

Grazie Brexit: la Germania si gode Musiala, il ragazzino che vuole infrangere ogni record

 

Se Musiala gioca con la Germania è (anche) per via della Brexit. Come? Jamal nasce in Germania ma a 7 anni si trasferisce con la famiglia in Inghilterra. È un talento fuori dal normale: entra nel settore giovanile del Southampton e poi va al Chelsea. Poi, nel 2019, il Bayern lo nota e va a fargli la corte. La scelta la prendono i genitori: «Meglio crescere in Europa che fuori», e quindi bye-bye Chelsea. Oggi Musiala ha 19 anni ma ha già infranto record: è il più giovane tedesco esordiente in partite ufficiali nel dopoguerra (18 anni e 27 giorni), è il più giovane marcatore tedesco del dopoguerra in partite ufficiali (18 anni, 7 mesi, 15 giorni), e a Euro 2020 è diventato il più giovane tedesco a debuttare in un Europeo o in un Mondiale (18 anni e 117 giorni). Occhio, perché nessuno, in Germania, ha mai vinto un Mondiale alla sua età. Il prossimo primato è già nel suo mirino.

 

 

Havertz, il ragazzino perbene che saltò un ottavo di Champions perché aveva un esame a scuola

 

‘Alleskönner’ in tedesco significa ‘tuttofare’ e dalle parti di Aquisgrana, a inizio anni Duemila, era la parola che si sentiva dire quando si parlava di Havertz. Era un mingherlino che in campo faceva tutto. Ma anche fuori, tipo a scuola, dove era uno studente modello (tranne a matematica!). Pensate che a 17 anni, quando aveva già esordito con il Bayer Leverkusen ed era già considerato un talento fuori dalla norma, restò a casa e non prese parte al ritorno degli ottavi di Champions contro l’Atlético (all’andata giocò titolare) perché il giorno dopo aveva un esame. Havertz è così: ragazzo semplice dal cuore buono e l’istinto curioso. Ama i cani e la musica: suona il pianoforte nel tempo libero. Ah, a proposito di Champions: la finale del 2021 l’ha decisa lui. City-Chelsea 0-1, la firma fu la sua. Tutta la Germania aspetta la prossima, magari il 18 dicembre.

 

 

La sorpresa: Bella-Kotchap, la giovane promessa su cui aveva messo le mani anche il Milan

 

Il futuro della difesa della Germania è il ventenne Armel Bella-Kotchap. È nato a Parigi ma cresciuto in Germania perché il padre, ex giocatore professionista da cinque presenze con il Camerun (di cui due insieme a Eto’o), giocava al Paderborn e faceva l’attaccante. Armel invece fa il difensore centrale: è possente ma veloce, è robusto ma agile. Lo scorso gennaio l’Udinese aveva provato a prenderlo dal Bochum, due anni prima fu il Milan a piombargli addosso. Alla fine l’ha preso il Southampton. È già titolare in Premier e ha già conquistato tutti. Fuori dal tempo libero, Bella-Kotchap ama leggere i libri per rilassarsi. Il suo preferito? «Quello di Rio Ferdinand». Idolo, eroe e fonte d’ispirazione, come dice lui, nonché amico. Ha una voglia matta di diventare un top player: il Mondiale sarà un’importante vetrina.