«A 18 anni dalla Spal agli Emirati Arabi, col sogno di giocare con mio fratello»

by Matteo Lignelli
Gianluca Santini

Da Ferrara ad Al-Ain, la quarta città più popolosa degli Emirati Arabi Uniti non è un viaggio banale. Per fortuna Gianluca Santini, difensore classe 2004, 18 anni compiuti a settembre,  non era da solo quando ha fatto questa scelta di vita. «Mio fratello – ci racconta – gioca qua da due anni ed è stato il motivo principale per cui anche io mi sono trasferito. Quando c’è stata l’opportunità l’ho colta al volo. Per la mia carriera e per avvicinarmi a lui, abbiamo un bellissimo rapporto». Entrambi sono livornesi di nascita. Anche suo fratello Gabriel Santini, che ha 4 anni di più, gioca in difesa e in questa stagione è in forza all’Hatta Club in prestito dall’Ittihad Kalba. «Il nostro sogno è giocare insieme» dice Gianluca, e chissà che, partiti dalla Toscana, non possano coronarlo nella penisola araba.

Gianluca Santini

Gianluca Santini con la nuova maglia

Gianluca Santini, dall’U21 al Masfout in seconda serie

Intanto, dopo la finestra del mercato invernale, si sono avvicinati di alcuni chilometri. «Finora eravamo a più di un’ora di distanza, anche se ci vedevamo spesso. Adesso siamo proprio nella stessa città». Già, perché pochi giorni fa Gianluca Santini ha deciso di spostarsi in prestito secco al Masfout, nella seconda divisione degli Emirati Arabi. Nello stesso campionato dove gioca suo fratello, che il 6 febbraio ha portato l’Hatta al primo posto in classifica grazie a un gol di testa. «Con l’Al-Ain non cambia niente, ho altri due anni di contratto. In questo modo però posso confrontarmi con il calcio dei grandi e non solo con l’under 21. Penso sia un modo per crescere ancora più velocemente e per convincere l’Al-Ain a inserirmi in prima squadra il prossimo anno».

I fratelli Santini

Giocare insieme in Italia non è mai stato possibile, non solo per ragioni d’età. Se Gabriel è cresciuto nel settore giovanile del Livorno, Gianluca è stato notato subito dalla Spal durante un torneo in Toscana. «E già a 14 anni – ci racconta – sono andato lontano da casa, a vivere in convitto. Degli anni alla Spal ho bellissimi ricordi, mi sono trovato bene, c’erano allenatori bravissimi e penso di essere cresciuto molto». Molti dei suoi compagni di allora adesso giocano nel campionato Primavera. Un’eccezione è Luca D’Andrea, che quest’anno ha anche esordito in Serie A col Sassuolo.

Gianluca, invece, ha deciso di attraversare il mondo. «Mio fratello – ci spiega – mi parlava di un posto in cui si trovava molto bene, di un ambiente dove si può crescere con meno pressioni rispetto all’Europa». «Personalmente, una volta arrivato, ho trovato una cultura molto diversa, mi ha sorpreso molto come si comportano e come vivono. Per quanto riguarda il calcio, però, ci sono strutture di altissimo livello, difficili da trovare in Europa soprattutto a livello giovanile. Ci tengono molto alla cura dei campi, delle palestre. Non mi aspettavo questo grado di professionismo».

Il primo gol, il Milan e l’Nba

Come detto, finora Gianluca era rimasto in forza all’U21 dell’Al-Ain. «Lo sapevo da prima di trasferirmi, anche perché qua diventi maggiorenne a 21 anni: è come se per loro avessi 16 anni in Italia. Ho trovato un ambiente piacevole, una squadra con tanti stranieri e un allenatore spagnolo. Sono subito diventato uno dei titolari e in campionato lottavamo nelle prime tre posizioni. Ovviamente seguivo e mi allenavo anche co  la prima squadra, dove gioca pure Yarmolenko (il capitano della Nazionale ucraina, ex Dortmund e West Ham, ndr) e la realtà che mi sono trovato di fronte mi ha stupito davvero. Stadi all’avanguardia, belli e moderni, e il calcio è molto seguito anche a livello locale, c’è il tutto esaurito quasi per ogni partita».

Gianluca Santini Stadio Al-Ain

Lo stadio dell’Al-Ain

«Vivendo ad Al-Ain ho scoperto una città più tranquilla rispetto a Dubai, più tradizionale, senza grattacieli o palazzi. È qua che è nato lo sceicco. Nel tempo libero, comunque, andavo spesso a Dubai» racconta Gianluca. La sua non è stata una scelta semplice da comunicare. «I miei genitori avevano già passato qualcosa di simile con mio fratello, erano ‘preparati’, mentre ovviamente gli altri – ammette – sono rimasti tutti molto sorpresi. Intanto qua sono venuti a trovarmi i miei nonni, è stato fantastico». L’impressione è che questo ragazzone fuori dal campo non abbia troppe distrazioni: «Sono concentrato sul calcio, per il resto se non sono in giro ascolto tanta musica, quando posso guardo il mio Milan e l’Nba. Tifo Lakers e Portland. A chi mi ispiro? Diciamo che uno dei miei idoli è Sergio Ramos». Uno che segnava pure tanti gol. «Beh, per adesso io ne ho segnati uno solo, di testa, nel campionato under 21». Ora la rincorsa proseguirà tra i ‘grandi’.