Gigi Riva, sarà difficile parlare di te ai più piccoli

by Redazione Cronache

Sarà difficile parlare di te ai più piccoli, alcuni di loro forse nemmeno ci crederanno e altri penseranno che è uno così non può esser davvero esistito. Un po’ bisognerà capirli, la tua è proprio una fiaba, di quelle dove il protagonista è un eroe venuto da lontano, in questo caso da Leggiuno, arrivato in una terra ancor più lontana: la Sardegna.

Della tua prima volta a Cagliari sappiamo cosa dirgli: non volevi venirci, non avevi idea di dove fosse, e sapevi che ci mandavano per punizione i carabinieri, quando qualcuno di loro faceva qualcosa di sbagliato, gli diremo che quella notte guardando il mare ti venne da pensare che le luci in fondo al golfo fossero l’Africa e che tua sorella non prese benissimo le tue mancanze in geografia. Gli racconteremo del primo allenamento all’Amsicora, lo stadio dove non c’era un filo d’erba, dove furono costretti a farla crescere un anno dopo, perché nonostante l’impatto terribile, il tuo talento si vide fin da subito e a fine stagione arrivò la promozione in Serie A.

Gli spiegheremo quanto eri forte, del tuo sinistro incredibile, della rovesciata contro il Vicenza e dei tuoi fantastici compagni di squadra. In questa storia ci sarà spazio per dei personaggi incredibili, come il tuo allenatore Manlio Scopigno, che chiamavano filosofo e per te fu come un padre. Sarai un eroe senza cavallo che sfrecciava sulla sua Fiat Dino Ferrari, attraversava Cagliari e gli sembrava più bella, era bello il mare, erano simpatici i pescatori che ti regalavano il pesce, e iniziavi a voler bene a quei pastori che ti invitavano a pranzo, dove tra le foto di famiglia conservavano anche la tua.

La Sardegna era davvero lontana, ma non quanto immaginavi tu, la verità è che senza volerlo eri diventato sardo anche te, e quella gente era diventata la tua nuova famiglia. Con i sentimenti non sei mai stato un grande campione, ma quell’affetto in qualche modo volevi ricambiarlo, potevi riuscirci in un solo modo: facendo gol. Ne hai fatti tanti, con le tue reti il Cagliari ha vinto lo scudetto e l’Italia l’europeo nel ’68, rimani ancora oggi il miglior marcatore della storia della Nazionale.

Solo gli infortuni hanno potuto fermarti. Uno scudetto vinto per la “tua” gente, che come tu hai raccontato, in giro per il paese chiamavano banditi e pastori. Tu ti arrabbiavi, e facevi gol. L’ultima volta che hai calcato un campo di calcio, Gianni Brera, l’uomo che ti ha soprannominato Rombo di Tuono, espresse un desiderio: “vorrei solo che degli eroi più autentici non si guastasse mai il ricordo”.

Sai Gigi, il tuo ricordo non si guasterà mai.

Quando racconteremo di te ai più piccoli, noi, divisi tra chi ti ha visto giocare e chi ha solo sognato di farlo, sapremo convincerli che la tua storia è pura realtà, e a chi ascoltandoci non riuscirà ancora a crederci, gli lasceremo credere si tratti davvero di una fiaba, con te protagonista, te eroe, te leggenda.

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