Hellas Verona, Silvestri: «Astori, l’esordio e la mia parata più bella…»

by Redazione Cronache
Silvestri

Il portiere dell’Hellas Verona Marco Silvestri si è raccontato in una lunga intervista esclusiva sul canale Instagram del giornalista Nicolò Schira. Silvestri ha raccontato parte del suo passato in Inghilterra, e di alcune voci di mercato:

IDOLO – «Per noi italiani Buffon è un simbolo è un punto di riferimento straordinario, ma a me piaceva tantissimo Nelson Dida. In quegli anni era devastante: freddo come il ghiaccio, ha fatto 2-3 anni in cui non gli facevi mai gol».

PORTIERE – «Serve una buona dose di pazzia innata per giocare tra i pali, non devi avere paura di nulla. Vengo da una frazione piccolissima reggiana, Sologno. Giocando con gli amici di mio fratello, ero il più piccolo e mi mettevano sempre in porta. Da bambino mi piaceva fare l’attaccante, ma c’era troppo da correre e così sono andato in porta per fare meno fatica. Me la cavavo bene e anno dopo anno mi sono innamorato del mio ruolo, entrando anche nelle giovanili del Modena. Non era facile per la mia famiglia: tutti i giorni i miei si facevano 140 chilometri per portarmi agli allenamenti. Ho fatto tanti sacrifici per diventare professionista, è stata lunga».

PARATE PIÙ BELLE – «La più spettacolare su Luis Alberto in Lazio-Verona 0-0. Mi è piaciuta molto quella sulla punizione di Berardi al Bentegodi: la palla sembrava già dentro e quando l’ho respinta c’è stato un boato clamoroso. È stata bella anche quella sul rasoterra di Mancosu: la palla sembrava andare dentro e alla fine mi sono allungato e con la mano sono riuscito a cacciarla fuori».

DEBUTTO IN A – «Al Cagliari andai per cercare più spazio. Con Corini al Chievo mi sentivo poco visto e apprezzato. In Sardegna avrei avuto più spazio: ho trovato Facciolo come preparatore che è stato fondamentale per me. Il 27 aprile in una sfida decisiva per la salvezza a quattro giornate dalla fine gioco titolare contro il Parma di Cassano e Amauri. Vinciamo 1-0 e ci salviamo anche grazie ad alcune mie parate importanti, tanto che vengono nominato migliore in campo su tutti i giornali. La parata più speciale? Ricordo quella su una punizione di Cassano: una conclusione bassa è fortissima, tanto che mi ruppe il guanto la conclusione di Antonio. Un giorno fantastico tanto che mi sono tatuato la data sul braccio destro».

ASTORI – «Ragazzo eccezionale, mi era stato vicino fin da subito. Non mi piace parlarne perché sembra facile parlare bene quando un ragazzo muore. Invece Davide era davvero speciale, aveva uno spessore umano incredibile. Ho un ricordo bellissimo di lui».

AVVERSARIO PIÙ FORTE – «Cristiano Ronaldo. Calcia benissimo con entrambi i piedi. A Torino non mi fece gol, ma ti dava sempre la sensazione di poterlo fare in qualunque momento. Nel modo in cui calcia non ti fa capire mai dove possa finire la palla. Quando tira a volte dici, speriamo che vada fuori…(ride, ndr). Al ritorno abbiamo fatto una grande partita battendo la Juve».

VERONA – «C’erano anche altre due squadre che mi volevano nel 2017, ma il Verona era quella più concreta e ho accettato subito per tornare in Italia. Volevo rimettermi in gioco, pur partendo come secondo. La città la conoscevo già e ho fatto la scelta giusta».

PORTIERI DI A – «Mi è piaciuto molto Musso: diventerà un grande portiere. Poi dico Sczeszny e Handanovic che non sbagliano mai. Sono sempre sul pezzo, magari ricevono solo 2-3 tiri a partita ma loro ci sono sempre. Non rubano l’occhio, ma la loro manona spunta sempre quando serve per metterci una pezza».

VOCI INTER – «Noi giocatori anche se non ci diamo tanto penso, leggiamo e guardiamo tutto: inutile negarlo, fa molto piacere essere accostato a un grande club. Adesso è presto per parlarne: ora c’è il Verona e penso solo a quello»

FANTACALCIO- «Ricevo tantissimi messaggi dai fantallenatori. Io non gioco, perché mi dimenticherei sempre di fare la formazione. Però ti ringrazio quest’anno per avermi dato spesso fiducia, consigliandomi spesso: mi hai dato la spinta giusta e portato fortuna».