I 5 giocatori che hanno fatto bene solo con Antonio Conte

by Redazione Cronache

La capacità di Antonio Conte nel rivitalizzare i singoli giocatori è da sempre una delle doti più grandi dell’allenatore pugliese. Tanti elementi, nel corso degli anni, hanno raggiunto il loro massimo culmine sotto la guida del tecnico italiano, tra club e Nazionale. Ce ne sono alcuni, però, che devono a Conte il vero e proprio exploit della loro carriera, quello step necessario per essere ricordati.

1) Graziano PELLÈ (Italia, 2014/2016) – Una storia d’amore che si è conclusa nel peggiore dei modi, con un gesto che rimarrà per sempre impresso nella cultura calcistica degli italiani. Quel «mo je faccio er cucchiaio» davanti a Neuer a Euro 2016 condannò la magica Italia di Conte, colui che da buon attaccante lo aveva reso certezza della Nazionale.

2) Victor MOSES (Chelsea, 2016/2018) – «Ho lavorato con molti allenatori e ho apprezzato ognuno di loro – ha raccontato l’esterno, oggi al Fenerbahçe – ma quando Antonio Conte arrivò al Chelsea cambiò tutto: è un uomo sorprendente, mi ha aiutato a credere in me stesso». Sotto la guida dell’italiano, Moses ha toccato il punto più alto: «Avrò sempre grande rispetto per lui, è un uomo eccezionale».

3) Emanuele GIACCHERINI (Juventus, 2011/2013) – Come un binomio, sia in bianconero che in Nazionale. Alla Juventus, Giak è stato un cardine tra i gregari, un uomo in più. Tra i protagonisti a Euro 2016, scrisse una pagina di quel cammino con il gol nella prima gara contro il Belgio.

4) Simone PADOIN (Juventus, 2012/2014) – «Per me è un onore essere chiamato gregario. La gente pensa che sia qualcosa di negativo, ma io ne sono profondamente fiero», Conte alla Juventus «ha spremuto i giocatori». Al mister però deve tanto, così come ad Allegri.

5) Federico PELUSO (Juventus 2013/2014) – «Direi che Buffon è la prima firma del calcio italiano e Conte il miglior direttore», parola e musiche del terzino che con Conte ha vinto due Scudetti e una Supercoppa, giocando la Champions League. Il punto più alto toccato insieme al mister che più in alto ha saputo lanciarlo, sfruttandone le qualità per 31 volte in due stagioni.