I 5 pregi della Nazionale di Roberto Mancini

by Redazione Cronache

di Andrea Sperti 

L’Italia di Roberto Mancini è ai quarti di finale di Euro 2020. L’obiettivo minimo della truppa azzurra è stato raggiunto con qualità e consapevolezza nei propri mezzi ma il bello deve ancora venire e dalla prossima sfida si potrà capire se questa formazione può ambire a palcoscenici importanti o se deve ancora terminare il suo processo di maturazione.

Oggi, in ogni caso, vogliamo indicare 5 punti di forza della Nazionale azzurra, 5 aspetti che la rendono diversa dalle altre e che, se sfruttati al meglio, possono garantirle di arrivare a Wembley per la finale dell’11 luglio.

Super Donnarumma

L’oramai portiere del Paris Saint Germain è un veterano, nonostante sia un classe ’99. Nella sfida contro l’Austria ha battuto il record di un mostro sacro come Dino Zoff ed ha dimostrato le sue qualità con una parata pazzesca su una conclusione della distanza, con mano aperta, volo elegante e respinta di classe. Nessun portiere era già così determinante alla sua età, forse nemmeno Buffon era così esperto a soli 22 anni. Contro il Belgio non sarà facile, ma con un portiere così, in forma così, non fanno tanta paura nemmeno i fenomeni giallorossoneri.

Difesa di acciaio

Abbiamo scritto di Donnarumma, ma una menzione di merito, in realtà, la merita tutto il reparto offensivo azzurro, che ha subito un solo gol in questo torneo, tra l’altro nel finale del secondo tempo supplementare. Il pregio più grande della fase difensiva della compagine di Mancini è che impegna tutti, dai difensori agli attaccanti. Tutti, infatti, cercano di dare una mano, aiutando il reparto difensivo in maniera compatta. Bonucci, Chiellini, Acerbi, Di Lorenzo, Florenzi, Spinazzola ed anche il giovanissimo Bastoni, garantiscono copertura a tutta la squadra, che sa di scendere in campo con una difesa di acciaio, difficile da perforare.

Che qualità a centrocampo

Poche squadre possono permettersi un centrocampo come quello azzurro, nel quale Locatelli e Pessina entrano nel secondo tempo, al posto di Verratti e Barella, senza dimenticare che sono assenti per infortunio Sensi e Pellegrini. Jorginho è il metronomo di questa squadra, colui il quale dà equilibrio alla manovra ed alla fase difensiva. L’ex Pescara, dal canto suo, ha le qualità tecniche per svolgere il ruolo di mezzala, sebbene l’Italia, con lui in quella porzione di campo, perda dal punto di vista degli inserimenti senza pallone. Contro il Belgio servirà un centrocampo fisico ed esperto e non è escluso che uno tra Locatelli e Pessina possa partire da titolare, magari cercando di segnare il terzo gol del loro incredibile Europeo.

Chiesa, lo “spacca” partite

Che Federico Chiesa fosse un giocatore importante per questa Nazionale lo si è detto all’inizio di questa avventura. Che potesse determinare così una gara, però, probabilmente lo pensavano davvero in pochi. L’esterno d’attacco della Juventus, in ogni caso, ha disputato uno spezzone di gara perfetto, trovando la via del gol, aiutando la squadra in fase difensiva e sfiorando anche la doppietta. Il suo ingresso ha dato nuova linfa alla formazione azzurra, che da quel momento in poi è tornata ad attaccare con continuità. Nel quarto di finale Mancini potrebbe attuare la solita tattica: inserire Chiesa nella ripresa per “spaccare” la partita. All’ex viola questa soluzione pare andare bene, anche perché in questa squadra niente e nessuno viene prima del gruppo.

Il gruppo

«Avete visto che qua può segnare chiunque ed è il bello di questa squadra, credo si veda che siamo un bellissimo gruppo, lo stiamo facendo vedere a tutta Italia, chi gioca fa bene, chi entra lo stesso e questo penso sia la cosa più bella».

Ha parlato così Matteo Pessina al termine della sfida contro l’Austria. Il centrocampista ha raccontato quello che, in realtà, è visibile a tutti. L’Italia è un gruppo compatto, fatto di ragazzi giovani e uomini esperti che hanno tutti lo stesso obiettivo: rendere orgogliosa un’intera nazione.