Provate a dire a Carmine Nunziata che Momo Ihattaren sta pensando di lasciare il calcio a 19 anni per una presunta depressione, che forse metterà il talento in un cassetto vecchio, e che si è presentato al centro sportivo della Samp con 5 chili in più. In Serie A non lo vedrà mai nessuno. Provate e vedete che risponde, perché Nunziata ha perso un Europeo U17 per “colpa” di Ihattaren, il talentino olandese che trascinò i suoi al successo ai rigori con l’Italia. Ditelo a Samuele Ricci, Colombo, Fagioli, Rovella, Vergani, ragazzi dell’età di Mohamed, tra il 2001 e il 2002, in campo nella finale contro l’Olanda. Nessuno ci crederà mai, forse, perché su Ihattaren avrebbe scommesso chiunque.
Perché Momo non gioca più?
Tra questi c’è anche Pascal Jansen, allenatore dell’Az Alkmaar ed ex guida di Momo nelle giovanili del Psv qualche anno fa. «Il primo giorno che l’ho visto non me lo scordo più. Aveva 14 anni, allenavo l’Under 18, ma fece girare la testa a ragazzi più grandi di lui. Lo vedevi lì, in quel 6 contro 6, sicuro di sé e a testa alta. È sempre stato così…». Ora Ihattaren non sorride più. La morte del padre l’ha segnato in modo profondo, in Olanda parlano di depressione, dicono che il pallone non gli interessi più. Il suo profilo Instagram è fermo al 31 agosto di quest’anno, il giorno in cui ha firmato con la Juve fino al 2025 e poi l’ha preso in prestito la Samp. Non posta più nulla, non pubblica storie, se ne sta in silenzio. E quello ci sta.
«Troppe distrazioni»
C’è stato un tempo in cui non si poteva giocare senza Momo, uno che vanta già un paio di record: a 17 anni e 298 giorni è diventato il calciatore più giovane ad aver mai segnato un rigore in Eredivisie, battendo il record di Koeman. A 18 confeziona una stagione da 7 gol, 10 assist e 33 partite con il Psv. L’anno dopo si ferma a 3 reti, ma per diversi mesi è fuori rosa. Non voleva rinnovare il contratto con gli olandesi. Il suo agente, Mino Raiola, l’ha dirottato alla Juve e poi alla Samp. Ihattaren è la stellina dell’Under 21, uno dei 50 talenti più forti del mondo, ma la vita privata è tutt’altro che regolare. «Troppe distrazioni», dicono. In campo strega tutti però. Jansen ha ricordato una tournée in Inghilterra di parecchi anni fa, quando Momo fece venire a piovere contro Chelsea, Tottenham, Manchester City. «Tra le fila degli Spurs c’era Noni Madueke, oggi al Psv, bel centrocampista. A fine partita mi ferma il padre. ‘Quel ragazzo deve salire sul pullman con noi!». Quattro fratelli, una sorella, genitori marocchini. Il primo a iscriverlo a una scuola calcio fu suo padre. Da ragazzino lo paragonavano ad Afellay, un altro la cui luce si è spenta troppo presto (ha smesso a 34 anni).
Nessuna ufficialità
In Olanda girano notizie filtrate, nessuna dichiarazione ufficiale. Nemmeno dalla Samp, dalla Juve o dal suo entourage. Il d.s. Faggiano si è limitato a dire che «Ihattaren non c’è più». Qualità nei tocchi, istinto, giocate, un po’ fantasista e un po’ esterno, un rapporto speciale con il pallone. Quel sano egoismo anarchico di chi ha talento. Momo ha tutto per salvare la carriera, e non usiamo il passato perché in assenza di ufficialità il condizionale deve rimanere d’obbligo. «Predestinato», «fenomeno», «nuovo Depay»,. Se n’è parlato in ogni modo, quasi mai come un diciannovenne con le sue fragilità. Chi lo conosce bene assicura che tornerà ad allenarsi. Magari non in Italia, ma va bene lo stesso. Basta che giochi.