Arda Güler, il Messi turco che piace a mezza Europa

by Redazione Cronache
Arda Güler

Dopo un periodo faticoso, tra ritardi di condizione e tre partite consecutive in panchina, nell’ultima giornata del campionato turco si è finalmente rivisto in campo Arda Güler. Per presentarlo non c’è niente di meglio che spiattellare in pagina i suoi numeri: ha 17 anni, ma quando il Fenerbahçe lo chiama in causa riesce ad essere coinvolto in un gol ogni 47 minuti e mezzo, poco più di un tempo di gioco. Da quando è in prima squadra, infatti, tra Süper Lig e Europa League ha messo insieme 6 gol e 4 assist in 474 minuti. Come se non bastasse, gioca con la 10 sulle spalle. Anche nell’ultima giornata il suo ingresso ha cambiato le sorti del match: ha giocato i minuti finali, quelli in cui la sua squadra ha trovato il gol del definitivo 2-1 nella trasferta contro il Gaziantep, firmato Enner Valencia.

La storia di Arda Güler

Nel racconto della sua vita ci sono tutti quegli elementi romantici che lo accomunano ai grandi campioni. Un 10 nostalgico, con visione di gioco, qualità nei passaggi e nel primo controllo. Il suo allenatore, Jorge Jesus, ha infatti più volte ribadito che «ha ancora bisogno di svilupparsi nella corporatura». Un fisico, che oggi è il punto di forza di giocatori moderni, «ancora fragile». «Col tempo, si svilupperà e diventerà un giocatore molto importante. Non c’è dubbio» ha aggiunto, e non ne abbiamo nemmeno noi.

Il 3 novembre, dopo il gol contro la Dinamo Kiev in Europa League, è diventato il più giovane di sempre a segnare nella fase a gironi di una coppa europea. A chi apparteneva il precedente record? Beh, non a un talentino qualsiasi: all’inglese Jude Bellingham. L’ex Inter Emre Belözoğlu, che quando Arda Güler è arrivato al Fenerbahçe (nel 2019) lavorava nel club, ha detto in tv che in teoria potrebbe anche diventare più forte di lui.

Il cortile di scuola ed Erdogan

E tornando proprio ai racconti che spesso avvolgono i campioni emergenti, secondo quel che si legge sui giornali turchi è stato proprio il suo insegnante di educazione fisica a segnalarlo ai club della zona dopo averlo visto giocare nel cortile delle elementari. Così va al Gençlerbirliği Spor Kulübü, società di Ankara, la città dov’è nato il 25 febbraio del 2005 anche se in provincia.  E se oggi gioca mancino, sarebbe stato il padre a ‘educarlo’ costringendolo ogni giorno a calciare a casa col piede sinistro sacchettate di palloni di diverse misure.

Se il sito ufficiale della Uefa lo include nei calciatori da osservare con attenzione nel 2023 (con il soprannome di ‘Messi turco’, un paragone che ormai inizia a stufare visto quanti ce ne sono), in Turchia è già una star. Anzi, i tifosi da sempre chiedono che venga utilizzato di più dal tecnico. Lo dimostra il fatto che il 31 maggio, il presidente del suo Paese, Recep Tayyip Erdoğan, lo abbia voluto come testimonial per la giornata contro il tabacco.

 

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Nel mentre, mezza Europa calcistica si è interessata, compresa qualche squadra italiana. Il club è riuscito a prolungare il suo contratto fino al 2025, però con una formula particolare: la clausola d’acquisto, intorno ai 17 milioni, si alzerà ogni anno fino ad arrivare a una cifra compresa tra i 25 e i 30 milioni, ma solo se giocherà più di 1500 minuti. Altrimenti chiunque potrà portarselo via con lo sconto.