«Il calciatore più ricco del mondo gioca nel Getafe»

by Redazione Cronache

«È il calciatore più ricco del mondo e gioca nel Getafe. Nel momento in cui deciderà di appendere le scarpette al chiodo, continuerà a lavorare nella sua azienda». Così Pasquale Granata, fondatore della GF Biochemicals, lo scorso anno, ha parlato del suo socio, Mathieu Flamini a El Confidencial. I due si sono incontrati durante il periodo in cui Flamini giocava nel Milan (2008-2013) e sono entrati in affari. Granata convinse il francese ad investire sull’attività con un piano business che, a distanza di anni, possiamo dirlo, ha funzionato. L’ex Milan ha investito nella GF Biomedichals, diventata leader nella produzione di acido levulinico. Questa particolare sostanza è una molecola alternativa all’olio che ha il vantaggio di costare meno ed essere più ecosostenibile come combustibile. Flamini da tempo ha preso a cuore la questione ambiente. Dopo una collaborazione con l’Università di Pisa e il Politecnico di Milano è nata la tecnologia capace di creare questa molecola ed è iniziata così la fortuna extracalcistica del francese. La GF Biomedichals oggi ha sede in Italia, Olanda e Stati Uniti. Il giro di affari, secondo il sito spagnolo si aggira intorno ai 30.000 milioni di euro. In seguito, Flamini ha portato la stessa idea negli Stati Uniti acquisendo la società americana Segetis che ha sede nel Minnesota. Solo nel febbraio del 2016, i dati parlavano di oltre 30 miliardi di dollari l’anno mossi proprio dalla vendita dei prodotti di queste aziende.

L’obiettivo dell’azienda

Il traguardo dell’azienda, secondo i due soci, riguarda la salvaguardia dell’ambiente. Lo stesso Flamini, a riguardo, dichiara: «L’obiettivo di fornire un’alternativa pulita al petrolio attraverso quest’acido, considerato una delle 12 molecole fondamentali per migliorare l’ecologia del pianeta. La molecola può aiutare a diminuire le emissioni di monissido di carbonio. È un acido che ha un enorme potenziale perché reagisce esattamente come il petrolio e, quindi, lo può sostituire» ad esempio nella produzione della plastica.

Flamini… è umile

Lo stesso Flamini, però, in un’intervista all’Equipe, ha rettificato la ricostruzione: «Voglio rettificare quanto letto, non ho tutti quei soldi sul mio conto e non corrisponde neanche al valore della mia azienda. Quella cifra corrisponde al valore del mercato che vorremmo attaccare con le nostre nuove tecnologie: è come dare ad un ristorante il valore dell’intera ristorazione francese»

L’ex Milan conferma infatti la sua voglia di far del bene all’azienda: «Io miliardario? No, per niente. So di essere un personaggio pubblico e le mie dichiarazioni sono sempre sotto la lente d’ingrandimento ma questa cosa mi ha fatto male: non ho investito nella tecnologia per fare soldi ma solo per avere un impatto positivo sull’ambiente».