Lo ammettiamo: abbiamo scelto un titolo un po’ provocatorio, anche se probabilmente un fondo di verità c’è. È il momento di parlare seriamente del Crystal Palace e della sua striscia di imbattibilità – tra tutte le competizioni – che dura da 18 partite, la più lunga attualmente in Europa. Eguagliato il record all-time del club, in piedi dal 1969.
L’ultima squadra a battere il Palace è stata il Newcastle: era il 16 aprile. Da quel momento 10 vittorie e 8 pareggi, con 26 gol segnati e 12 subiti. E la vittoria di due trofei, i primi nei 120 anni di storia del club londinese: la FA Cup contro il Manchester City, il Community Shield – ai rigori – contro il Liverpool.
Giocare contro il Palace è diventato un incubo. O, come diceva Guardiola nei confronti dell’Atalanta di Gasperini, è come «andare dal dentista». Lo provano sulla propria pelle anche molte big inglesi, incapaci di giocare il proprio calcio e soffocati dalla pressione feroce delle Eagles.
Sabato a farne le spese è la capolista Liverpool, che perde nello stesso modo in cui ha vinto molte partite in questo avvio di stagione. Il pallone calciato da Nketiah entra in porta dopo 96 minuti e 59 secondi di gioco e rende il Palace l’unica squadra ancora imbattuta in Premier. «Ancora una volta, merito a loro. Non è la prima volta che ci battono», ha detto Slot sabato.
Il segreto del Crystal Palace
L’architetto del Palace è Glasner, che nel 2011 rischia la morte per un’emorragia cerebrale. «A mia moglie dissero che avevo il 50% di possibilità di morire». Sopravvive, ma lo obbligano a smettere di giocare. E decide di reinventarsi: prende una laurea in Business Administration, diventa amministratore delegato del RB Salisburgo e si lancia in panchina.
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Ried, Lask, Wolfsburg, Eintracht Francoforte (vincendo l’Europa League). Ovunque vada lascia il segno, grazie a dei principi di gioco chiari e innovativi. Lo fa anche al Crystal Palace, dove è riuscito a spiegare le ali delle Aquile.-
E gli attaccanti ringraziano
Il gegenpressing di matrice tedesca è uno dei mantra di Glasner, capace di combinarlo con quel pragmatismo necessario ad adattarsi ai giocatori a disposizione e all’avversario di turno. È molto bravo nel lavorare con gli attaccanti: Weghorst al Wolfsburg, Kolo Muani all’Eintracht, Mateta, Eze e Olise al Palace. Gli ultimi due hanno fruttato più di 120 milioni di euro: 53 dal Bayern per il francese, 69 dall’Arsenal per il trequartista inglese.
Nonostante la partenza dei due big, le Eagles hanno sempre saputo riorganizzarsi e adattarsi. Oggi Glasner ha una formazione titolare di livello, ma anche alternative importanti per cambiare le partite nei secondi tempi.
Il Palace fa bene al calcio
Il super avvio di stagione arriva dopo un’estate complicata fuori dal campo, conclusa con la nota retrocessione dall’Europa League alla Conference League a causa del mancato adeguamento alle regole UEFA sulla multiproprietà di club. Una vicenda che ha unito ancora di più la squadra ai tifosi, considerati tra i più caldi della Premier League.
Il calcio ha un disperato bisogno di storie del genere e l’inaspettata evoluzione del Palace nella squadra più difficile da battere in Europa è assolutamente una di queste.