Il preciso momento in cui Ronaldo dimostrò allo United di non essere umano

by Redazione Cronache
cristiano ronaldo

Gary Neville racconta Cristiano Ronaldo. Ai microfoni di Sky Sports, l’ex difensore del Manchester United racconta com’era il portoghese ormai 14 anni fa. Un giocatore già ai tempi sovrumano, soprattutto nella mentalità e nella voglia di migliorarsi. E ci fu un mese in cui cambiò tutto.

«Nella stagione 2006/07 era spaventoso. Aveva il fuoco dentro, fame di vincere. Prima ti veniva voglia di non puntare su di lui, ma poi, dopo il mondiale 2006, tutti gli elementi negativi del suo gioco sono scomparsi. Quando cominci a segnare 30 gol e a fare 15 o 20 assist a stagione, non è che nessuno può più dirti nulla. E lui ha segnato partita dopo partita per due anni, non ho mai visto una cosa del genere a Old Trafford. Non sempre si può dire di avere come compagno il migliore al mondo, ma in quelle stagioni è stato così», ha dichiarato sinceramente Neville.

E poi i suoi allenatori tra United e Portogallo: «Ferguson e Queiroz credevano in lui e lo spingevano sempre più avanti. È tornato dal Mondiale 2006 maturato. E anche il suo aspetto fisico è cambiato improvvisamente. Era un ragazzino magro, longilineo e non troppo forte e adesso, di colpo, sembrava un pugile, un peso medio. Dal punto di vista della forza fisica era incredibile. E in quel momento abbiamo capito che sarebbe stato qualcosa di unico».

Neville ha raccontato anche le ossessioni di Ronaldo per il fisico e la vittoria: «Lo conoscevo più dal punto di vista professionale che da quello personale, eppure questo cambiamento era fuori da ogni logica. Ma lui è sempre stato uno dei pochi che ammetteva che i premi individuali erano importanti. La maggior parte dei calciatori dice che conta di più la squadra, ma lui invece ti dice ‘voglio essere il migliore al mondo perché anche questo aiuta la squadra’».

Sì, CR7 ha sempre avuto le idee chiare, come ci ha raccontato anche Giuseppe Rossi, altro compagno del portoghese in Inghilterra. «Voleva arrivare al top – ha proseguito Neville – e quello che ha fatto nel corso degli anni è eccezionale. È ossessionato dal segnare, dal lavorare giorno dopo giorno per essere sempre al top della forma. E ogni anno ha alzato l’asticella un po’ di più. Non ho dubbi che vorrà continuare a giocare e a battere i record di Pelé. Vuole essere il migliore di tutti i tempi»: voleva essere il numero uno fin da subito.