a cura di Giacomo Brunetti

L’FCS Center e lo Stadio Druso, due strutture che fanno la differenza

Abbiamo visto da vicino il pazzesco centro sportivo del Südtirol, e poi siamo andati allo stadio

La definizione della parola «perfezione» dovrebbe campeggiare all’ingresso dell’FCS Center, il centro sportivo del Südtirol. Quando siamo entrati in valle, sapevamo che avremmo trovato un paradiso. Questa struttura, che si estende su 47.248 mq, ha superato qualunque aspettativa. Qui, oltre al Südtirol, hanno preso dimora saltuariamente anche la Nazionale tedesca e la Nazionale italiana u19. Il Südtirol ha il centro sportivo più incredibile d’Italia? Soggettivo dirlo, ma noi ci siamo stati e siamo rimasti estasiati. Pochi club possono vantare simili infrastrutture nel nostro Paese.

 

Un biglietto da visita che convince prima di tutto i calciatori. Ne abbiamo parlato con due biancorossi: Hans Nicolussi Caviglia, appena arrivato in prestito dalla Juventus, e Marco Curto, colonna della difesa e promettente centrale cresciuto nel Milan. Due che ne hanno visti di centri sportivi di alto livello. «La prima volta che sono entrato all’FCS Center mi sono chiesto: ‘Ma sono davvero in Serie C?’. Un primo impatto stupendo, non sembra di essere in Italia», ci ha raccontato Curto, seguito dal nuovo acquisto: «Me ne avevano parlato molto bene, quando l’ho visto sono rimasto semplicemente impressionato. Vederlo dal vivo mi ha fatto capire il valore di questo luogo, dagli interni fino ai campi da gioco».

 

 

 

 

Andiamo con ordine. Sono presenti cinque campi, due in erba e tre in sintetico, immersi nel bosco di Monticolo, a Maso Ronco, nella zona sportiva di Appiano, poco fuori Bolzano. Effettivamente, quando si arriva, sembra di entrare in una piccola oasi dove gli alberi delimitano l’orizzonte su tutti i lati. Varcato il cancello, tutto è customizzato con il logo della società attraverso dei canoni di raffinatezza da big. La struttura principale si sviluppa su tre piani. All’ultimo sono presenti gli uffici e la sede: qui c’è l’ingresso per gli ospiti, dov’è presente anche uno store con cimeli, biglietti e abbonamenti. Superata l’immensa hall, i cui vetri si affacciano su uno dei terreni da gioco, si accede alla zona destinata alle sale private dei dirigenti. Ognuno ha il proprio spazio, più un co-working per gli altri membri della società, dalla comunicazione al marketing. A concludere il corridoio, fornito anche di sala relax e cucina, c’è la sala riunioni, dove campeggia il simbolo della squadra inciso nel legno. Una suddivisione per reparti, dove ognuno ha una propria area dedicata. 

 

 

 

 

Al primo piano, invece, tutta la parte riservata alla prima squadra: un corridoio con le immagini personalizzate per ogni calciatore che ha superato le 100 presenze con la maglia biancorossa e uno spogliatoio di ultima generazione con palestra collegata, personalizzazioni, sauna e crioterapia integrate in una zona spa oltre le docce, apertura degli armadietti con codice o badge, caricabatterie e ogni tipo di comfort, come un pannello per la gestione della musica a muro. Sempre al primo piano è stato creato un centro di fisioterapia e recupero d’avanguardia: il RehaFit. Attrezzature di avanzata tecnologia supportano il lavoro degli specialisti. Per portare avanti al meglio la riabilitazione dei pazienti, essi possono accedere all’area fitness della prima squadra dell’FCS. Uno dei collaboratori dell’area medica del Südtirol è Paolo Cadamuro, fisioterapista di fama internazionale che in carriera ha assistito anche il tennista Jannik Sinner e lo sciatore Dominik Paris. Un  vanto del club. Il centro medico è anche dotato di una modernissima vasca riabilitativa su due piani, dove gli specialisti possono controllare tutte le fasi del lavoro in acqua, e attrezzi da utilizzare dopo l’immersione per togliere peso al corpo durante gli esercizi.

 

 

 

 

Al piano terra, infine, il settore giovanile. Sei spogliatoi, fisioterapia, magazzini. Il corridoio principale è addobbato con le maglie degli altoatesini che hanno esordito in Prima Squadra, mentre una teca racchiude la divisa dell’ultimo talento del vivaio che ha esordito in campionato accompagnata dalla scritta «Last debut… who’s next?».

 

 

 

 

Secondo Hannes Fink, storico capitano del Club e da poche settimane dirigente, «essere tutti nella stessa casa, all’FCS Center, ha permesso di fare un upgrade a livello sportivo. Siamo tutti insieme, ognuno condivide la propria esperienza e nello spogliatoio hai sempre sottomano ogni situazione. Prima, cambiandoci in posti diversi, non era possibile. Questa è una realtà di valore e chi arriva deve comprenderlo, nel modo giusto. Il centro sportivo ci permette di lavorare in un’altra dimensione». 

 

A qualche minuto di macchina dall’FCS Center sorge lo Stadio Druso, rinnovato proprio nel 2022 al termine di un restyling durato 3 anni. La struttura è adesso capace di ospitare sino a 5.500 persone. Con un costo complessivo di poco superiore ai 18 milioni di euro – di cui 13,2 finanziati dalla Provincia –  è perfettamente in regola con i requisiti della seconda divisione italiana, ed è stata soprattutto migliorata nei servizi, negli spazi al pubblico e nel comfort complessivo delle gradinate. La facciata della tribuna centrale, protetta dai beni culturali, è stata restaurata e rimessa a nuovo, così come la zona antistante con parcheggi e ausili. La vera peculiarità? L’assenza delle curve, in un paese come l’Italia che vive di quello.

 

 

Ci sono due tribune, rimesse a nuovo, che hanno mantenuto solo le particolarità architettoniche protette anch’esse dai beni culturali. La tribuna Canazza, opposta alla principale, ha conservato i particolari semigusci in cemento armato che componevano il profilo della copertura ad archetti. La società ha scelto di non posizionare tribune provvisorie, puntando prima a centrare il sold-out in diverse gare stagionali. A cingere lo stadio a nord il Palamazzali, intitolato a Paola Mazzali, cestista prematuramente scomparsa e madre di Simone Davi, calciatore del Südtirol. Una storia che apre il cuore. Le infrastrutture a queste latitudini sono mediamente tra le più giovani del Paese, e quelle a disposizione dei biancorossi sono senza dubbio un privilegio.