Vorresti ricominciare subito tutto dall’inizio. Sai perché? Perché quando smetterai, non ti mancheranno i campionati, i trofei e tutte le vittorie. Il calcio crea dipendenza, ma la peggiore che possa esistere. Avrai bisogno del profumo dell’erba tagliata appena arrivato al campo, del numero attaccato sul tuo posto sopra la panca dello spogliatoio, del freddo glaciale e del caldo asfissiante.
Ti guarderai intorno e non troverai più niente.
Niente. Niente più risate dei compagni, prese in giro per quella punizione sbilenca, ricordi orgogliosi di quella scivolata poderosa, dell’intervento che ha salvato la partita. Niente torello, niente olio canforato, niente salvapelle, niente nastro da rubare al solito compagno, niente shampoo da chiedere in prestito, niente cori improvvisati a fine partita, niente caviglie a pezzi, niente braccia amiche su cui appoggiarsi quando le proprie gambe non reggono più.
Le nottate passate a chiedersi perché, a massacrarsi sicuri del fatto che si potesse fare di più, ti sembreranno dannatamente lontane, perdute in chissà quale dimensione del tempo e dello spazio. Ti verrà da piangere, nel buio della tua stanza. Ricorderai quanto fosse appagante sdraiarsi nel letto dopo la partita, con il sorriso di chi sapeva di aver dato tutto. Ricorderai i pensieri che bombardavano la mente sotto la doccia bollente, con la testa china e gli occhi sbarrati sul pavimento, ubriaco di felicità o devastato dalla delusione.
Ma sarai felice. Perché sarai consapevole di aver trascorso i migliori anni della tua vita inseguendo un sogno.