Di Luca Anastasio
È sotto gli occhi di tutti: l’Inter, dopo il pareggio di mercoledì, ha perso punti importantissimi nella corsa scudetto. La Lazio dista 4 lunghezze, 8 la Juventus che stasera giocherà contro il Lecce nel primo anticipo della 26° giornata. Contro il Sassuolo i nerazzurri, dopo essere passati in svantaggio con il goal di Caputo, erano riusciti a ribaltare il risultato nel primo tempo con il rigore di Lukaku ed il goal di Biraghi. Ma nel secondo tempo qualcosa non ha funzionato: analizziamolo insieme.
LA TATTICA DI CONTE
Conte sapeva che si sarebbe trovato davanti una squadra organizzata, con una tattica ben definita impartita da mister De Zerbi: imperativo? Mai buttare via il pallone. Il Sassuolo è una di quelle squadre che non fa mai un possesso sterile, ma anzi, che fa delle verticalizzazioni improvvise il proprio punto di forza. E chi sono i due giocatori indiziati a fare questo tipo di giocata? I due mediani, che, nel caso della partita di mercoledì sera, erano Magnanelli e Obiang. Mentre il secondo contribuisce maggiormente alla fase difensiva, il primo è quello che ha il compito di far partire l’azione e, nel momento giusto, verticalizzare.
Conte ha così deciso di mettere Eriksen in pressing costante sul capitano neroverde.
-Nell’immagine in evidenza l’azione che porterà al goal di Caputo.-
LE PRIME SOSTITUZIONI ED IL CAMBIO MODULO
Com’è naturale che sia, Eriksen ha iniziato a sentire la stanchezza (era alla terza partita in 7 giorni), così Conte lo ha sostituito con il giovanissimo Agoumé, classe ’02. Sei minuti prima, De Zerbi aveva però sostituito Magnanelli con Locatelli, affidando quindi l’impostazione anche ad Obiang. Con l’ingresso del centrocampista camerunense l’Inter è cambiata, dapprima con Borja Valero utilizzato come trequartista, poi passando al 3-5-2 con Agoumé come vertice basso. Ed è qui che l’Inter ha iniziato a soffrire, quando il pressing dei centrocampisti di Conte era divenuto meno efficace ed il Sassuolo iniziava a prendere metri e a giocare il pallone con i propri mediani. E non è poi un caso che l’Inter abbia subito due goal in 8 minuti. Certo, c’è l’attenuante della stanchezza, ma una squadra che punta allo Scudetto non può permettersi errori come quello di Young (entrato da 5 minuti) o la disattenzione sul corner che ha portato al goal di Magnani.
QUESTIONE DI MODULI
Conte dovrà fare un grande lavoro da qui a fine campionato: è ovvio che l’acquisto di Eriksen, giocatore dalle doti indiscutibili, stia portando ad una modifica tattica, dal momento che il ruolo di mezzala non sembra adatto a questo tipo di giocatore. Se il mister leccese vorrà sfruttare al meglio la qualità del danese dovrà, per forza di cose, passare al 3-4-1-2, modulo che può sicuramente valorizzare il trequartista ma che, al contempo, dà meno sicurezze in fase difensiva. Ma siamo abbastanza sicuri che Conte e il suo staff, di fronte a questa sfida, non si tireranno di certo indietro.