Fazzini, Pisilli, ma non solo: l’Italia esordirà tra pochi giorni nell’Europeo under-21 in Slovacchia. Nel girone altre tre squadre: Romania alla prima giornata, Slovacchia alla seconda e Spagna nell’ultima, che insieme alla nostra è la più titolata nella competizione (5 trofei). Ai quarti passano le prime due. Gli azzurrini, inseriti nel girone A, in caso di passaggio del girone affronteranno la prima o la seconda classificata nel girone C, dove partono favoritissime (anche per la vittoria finale) Francia e Portogallo. Un sorteggio che metterà alla prova l’Italia. La finale sarà il 28 giugno.
Gli azzurrini, che saranno privi dei difensore Bertola e Leoni per infortunio, oltre che di Coppola e Casadei (convocati da Spalletti ma che potrebbero unirsi dopo gli impegni con la maggiore) e anche di Comuzzo, in quota ma indisponibile, potranno contare su capitan Pirola, fresco vincitore di due trofei stagionali con l’Olympiakos in Grecia, i giallorossi Baldanzi e Pisilli, su Kayode appena riscattato dal Brentford in Premier League e la coppia Palestra-Ruggeri dell’Atalanta. A centrocampo, tra gli altri, anche Fabbian del Bologna e Fazzini dell’Empoli. Davanti i fratelli Esposito, Ambrosino e i due freschi promossi in Premier League: Gnonto e Koleosho. Il 4 sarà comunicata la lista dei convocati definitiva.
Parlando con il capo delegazione degli Azzurrini, l’ex campione del mondo Giancarlo Antognoni, abbiamo fatto il punto sull’impegno imminente: «C’è un bel gruppo, che ha acquisito questa qualificazione nel modo migliore, adesso abbiamo 15 giorni per preparare l’Europeo al meglio». Gli fa coro anche Mattia Zanotti, esterno di proprietà del Lugano e cresciuto nell’Inter, classe ’03 che sarà uno degli elementi importanti della rosa: «È stata una stagione lunga per tutti, ma quando arrivi a una competizione come questa, le energie si creano da sole. Le aspettative sono importanti e il gruppo è molto forte. Ci vogliamo bene e ci sono grandi individualità».
Antognoni pone l’attenzione sull’importanza dell’Europeo anche per i singoli ragazzi: «L’Europeo u-21 lo vedono da tutte le parti. Questa è la manifestazione giovanile più seguita: i giovani, si sa, interessano a tutti. Non solo alle società di appartenenza. Un momento in cui mettersi in mostra e sinonimo di prestigio: rappresentare l’Italia a livello internazionale non guasta mai. È un trampolino: anche per il mister, che può raccogliere i frutti del lavoro».
Zanotti ci spiega che «in squadra ci sono ragazzi come Baldanzi, Casadei e Fabbian che vivo dall’u-15, altri che ho conosciuto durante il percorso e che sono veramente forti», un gruppo coeso che ha – proprio come lui – diversi elementi (come Gnonto, Kayode o Koleosho) che hanno fatto o stanno facendo esperienze all’estero: «C’è il giusto mix tra le culture del nostro paese, anche da chi viene dall’estero, avremo una marcia in più durante le partite». Antognoni è d’accordo: «Abbiamo alcuni ragazzi che giocano all’estero: hanno dimostrato di essere veramente all’altezza. Basta guardare Gnonto e Koleosho che sono arrivati ai vertici della Championship».
Per l’esterno è stato un anno di consacrazione: 11 assist tra tutte le competizioni, è arrivato fino agli ottavi di Conference e ha trovato una continuità importante. «Ho firmato per il Lugano perché c’era la possibilità di giocare una competizione europea: ho fatto sia l’Europa League che la Conference. È stata un’esperienza che volevo fare, avevo già avuto modo di conoscere il campionato nella scorsa stagione con il San Gallo ed era un obiettivo disputare una competizione a livello europeo. A livello personale è stato un anno importante, sono molto contento di aver giocato tanto e aver trovato continuità», e dopo aver analizzato al propria stagione nel Club, chiama a raccolta gli italiani vicino all’under-21: «Innanzitutto tifare Italia è sempre bello, che sia la prima squadra o l’u-15. Vorremmo sentire il calore degli italiani, mandare un messaggio alla gente che ci guarda da casa e sapere che ci sostengono. Vogliamo toglierci grandi soddisfazioni, sarebbe bello se ci seguissero in tanti».