Da Big Mac a Verratti: tutti quelli che della Serie A non ne hanno avuto bisogno

by Giuseppe Pastore
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Primo azzurro della storia dell’Ajax, ma non solo: Lorenzo Lucca (qui un’intervista a chi l’ha scoperto e cresciuto) ha ravvivato la tradizione dei giovani ragazzi italiani che hanno accettato la scommessa del trasferimento-avventura in una grande squadra straniera prima ancora di aver esordito in serie A. Ecco i casi più celebri.

Marco Verratti

Regista titolare a nemmeno vent’anni del Pescara di Zeman promosso in serie A nel 2011-12, ha alle spalle due campionati di B e due di C con la maglia del Delfino, appena tre presenze in Under 21 e nessuna in Nazionale quando Leonardo brucia la concorrenza dei club italiani (soprattutto Napoli e Juventus) portandolo a Parigi per 12 milioni di euro nel luglio 2012, nella stessa estate in cui arrivano nella Ville Lumière Ibrahimovic e Thiago Silva dal Milan. La sensazione a caldo è che sia molto forte, ma che né i bianconeri di Conte (dove detta legge Pirlo) né gli azzurri di Mazzarri abbiano il coraggio di affidargli in pianta stabile le chiavi del centrocampo. Da Parigi non se n’è più andato.

Massimo Maccarone

Conosciuto in Italia più per il cognome da pranzo della domenica che per le sue qualità tecniche, Maccarone si fa notare dagli inglesi quando entra in campo a un quarto d’ora dalla fine di un’amichevole a Leeds tra Inghilterra e Italia e subito si procura il rigore che, trasformato da Montella, ci fa vincere 2-1. Si trovava lì perché il giorno prima, in allenamento, si era fatto male Bobo Vieri; dopo di che Trapattoni aveva telefonato a Gentile – in ritiro con l’Under 21 in Inghilterra – chiedendogli il favore di fargli giocare solo metà partita. Erano oltre 70 anni che un calciatore non esordiva in Nazionale senz’aver mai giocato in serie A: l’ultimo era stato Raffaele Costantino in un’Italia-Portogallo del 1929. Maccarone porta in serie A l’Empoli con 10 gol in 33 partite e nell’estate 2002 diventa l’acquisto più costoso del Middlesbrough, che sborsa 13 milioni per avvalersi di “Big Mac”, stregato anche dalla doppietta rifilata all’Inghilterra nell’Europeo Under 21. “Maccarone è il giocatore italiano che più somiglia ad Alex Del Piero”, argomenta il manager Steve McClaren con indubbio ottimismo: ciononostante, non riuscirà mai ad andare in doppia cifra nelle sue quattro stagioni in Premier League.

Carlo Cudicini

Il figlio del Ragno Nero Fabio Cudicini sbarca in Premier a quasi 26 anni per decisione del manager del Chelsea Gianluca Vialli: l’idea è farne il portiere di riserva del declinante olandese De Goey. Cresciuto nelle giovanili del Milan, le sue uniche stagioni intere da titolare sono state disputate in serie C con le maglie di Prato e Castel di Sangro: in massima divisione vanta una sola presenza, un Lazio-Cagliari 2-1 del 20 ottobre 1996 in cui era entrato dopo cinque minuti per sostituire l’espulso Marchegiani ed era uscito zoppicando dopo essersi lesionato il crociato anteriore del ginocchio destro. Ma nel giro di pochi mesi Cudicini diventa portiere titolare dei Blues e lo rimane per quattro stagioni, finché l’arrivo di Mourinho e soprattutto di Petr Cech lo relegano in panchina, dove comunque saprà sempre farsi trovare pronto. Stessa parabola, anche se meno fortunata, per Daniele Padelli che a 22 anni si ritrovò portiere di riserva del Liverpool per alcuni mesi, riuscendo anche a esordire in Premier, dopo una stagione da titolare al Pizzighettone.

Luca Caldirola

Primavera dell’Inter con una sola presenza in prima squadra (in Champions League contro il CSKA Mosca nel dicembre 2011), Caldirola vaga per tre anni nel classico purgatorio dei prestiti in serie B e in squadre straniere di medio-piccolo cabotaggio (come il Vitesse, con cui colleziona 11 presenze in Eredivisie) finché nell’estate 2013, dopo un brillante Europeo Under 21 da capitano, perso solo in finale contro la fortissima Spagna, viene notato e comprato per 2 milioni e mezzo di euro dal Werder Brema con cui giocherà un’intera stagione da titolare.

Fausto Rossi

Prodotto del settore giovanile della Juventus, argento agli Europei Under 21 2013 e reduce da tre stagioni in B con Vicenza e Brescia, Fausto Rossi fu girato in prestito dalla Juve in Spagna nell’agosto 2013: un anno al Valladolid, un anno al Cordoba e poi il rientro in Italia con il solito tran tran di prestiti e ingaggi a parametro zero. Una sola, grande soddisfazione: il gol decisivo in Valladolid-Barcellona 1-0 dell’8 marzo 2014, la sua unica rete in Liga. Un po’ più articolata, invece, la carriera di Federico Piovaccari prima di sbarcare in Spagna con la maglia dell’Eibar (2014-15): l’anno prima si era infatti messo in luce con la maglia della Steaua Bucarest, fino a segnare 16 gol in stagione dopo una lunga parentesi italiana da pirata delle aree di rigore di B e C.

I ragazzi della Premier

Le sirene inglesi hanno attirato negli anni anche una lunga schiera di giovani promesse sotto i 18 anni, in alcuni casi anche per la possibilità di far loro firmare contratti professionistici anche da minorenni. È il caso – tra quelli che sono riusciti a debuttare in Premier League – di Samuele Dalla Bona (a 17 anni dall’Atalanta al Chelsea), Giuseppe Rossi (a 17 anni dal Parma al Manchester United), Arturo Lupoli (a 17 anni dal Parma all’Arsenal), Vito Mannone (a 17 anni dall’Atalanta all’Arsenal), Federico Macheda (a 16 anni dalla Lazio al Manchester United), Marcello Trotta (a 16 anni dal Napoli al Manchester City), Jacopo Sala (a 15 anni dall’Atalanta al Chelsea e da lì poi all’Amburgo) e Fabio Borini (a 16 anni dal Bologna al Chelsea). Forse meno conosciuto Francesco Sanetti, che a 18 anni passò dal Genoa allo Sheffield Wednesdaybefore it was cool, nel gennaio 1998: per lui cinque presenze e un gol con la maglia degli Owls. Segnaliamo infine le tre presenze in Premier League nella stessa stagione 1997-98 di Patrizio Billio, con la maglia del Crystal Palace.