Da saldatore a capocannoniere di Grecia. La rinascita di Kurtić

by Costantino Giannattasio

C’è un bel sole al Theodoros Vardinogiannis, lo stadio dell’Isola di Creta che ospita le partite dell’OFI, l’ex squadra allenata da Gennaro Gattuso. È domenica 10 marzo 2021. Jasmin Kurtić, centrocampista con un passato in Italia, sistema il pallone pochi metri fuori dall’area di rigore di quel campo, uno stadio costruito negli anni Cinquanta sulle rovine di un cimitero ebraico e uno cristiano. Kurtić calcia. Il suo destro entra in porta, lui resta quasi immobile e porta gli indici alle orecchie. Spiega: «Io non capisco una parola in greco. Ma ho visto alcuni tifosi e dall’espressione ho capito che parlavano male di me. Volevo esultare mostrando loro di non ascoltarli, tutto qui». La tradizione è continuata. Oggi lo sloveno è il capocannoniere del campionato greco e il suo PAOK – allenato da Răzvan Lucescu, figlio di Mircea – ha vinto le ultime 7 partite di fila. Sui social media il club, che solitamente conia soprannomi ai giocatori, ha lanciato il sondaggio su come chiamare Kurtić. The sniper o the specialist. Il cecchino o lo specialista?

 

Kurtic, la lotteria e Papu Gómez

Domenica scorsa, 10 mesi dopo la punizione segnata all’OFI Creta, Jasmin Kurtić si ripete. Ancora una volta contro l’OFI Creta. Doppietta. Primo gol su rigore, al 55’: «I tiri dal dischetto sono come giocare alla lotteria. Se peschi il numero buono, vinci». Poi inserendosi al 76′ su un cross dalla destra di Diego Biseswar, detto The Artist. E pensare che Kurtić neppure li voleva calciare, i rigori. Colpa di un’amichevole, in cui ne aveva guadagnati due, sbagliati entrambi. Paura passata. E giù di esultanza. La stessa, indici alle orecchie. Polemica? Chissà. «A fine stagione vi dico perché festeggio così», chiosa ai microfoni della tv ufficiale del PAOK. Questo è il suo anno. Lo dicono i numeri: 12 gol in 15 partite. Il massimo prima di questa stagione era la metà esatta, 6 reti, sia nel 2016/17 all’Atalanta che due anni dopo, alla Spal. Con Gasperini, Kurtić è il trequartista titolare – assieme a Papu Gómez, l’unico con più presenze di lui quell’anno – dei bergamaschi quarti a fine stagione, qualificati in Europa League. Con Semplici a Ferrara, invece, Kurtić è il secondo miglior marcatore della squadra dietro Andrea Petagna (16 reti).

Parma, pianti e Mitriță

Quando Kurtić parte per Parma, a inizio 2020, gli estensi retrocedono a fine campionato in Serie B. Il Parma lo acquista per 3,5 milioni ma dopo un anno e mezzo c’è un’altra retrocessione da smaltire, quella dei ducali, freschi di passaggio di proprietà alla cordata americana di Kyle Krause. Ad aprile il Cagliari vince 4-3 sul Parma nei minuti di recupero, Kurtić è a terra consolato da João Pedro. Quello scatto fa il giro del web. Poi a luglio il centrocampista si accasa al PAOK, in Grecia. Lascia l’Italia dopo oltre dieci anni. I bianconeri di Salonicco sono nel suo destino: il 26 maggio 2012 Kurtić debutta con la Nazionale slovena. E segna pure, su punizione, all’allora portiere del PAOK, Kostas Chalkias. Oggi a Salonicco ha trovato altri ex Serie A: José Crespo ha giocato a Padova e Bologna, El Kaddouri tra le altre in Brescia, Napoli e Torino, Mitriță era al Pescara nel 2015. Questo però è il suo anno, l’anno di Kurtić: gol e assist contro l’AEK, doppietta al Panathinaikos di Brignoli e Macheda, ma due gol pure a PAS Giannina, Asteras Tripolis e, appunto, OFI. Otto reti nelle ultime cinque gare giocate, forma a dir poco smagliante.

Miniere, scherzi telefonici e Zidane

Il nonno e il padre di Kurtić lavoravano nelle miniere di carbone a Kanižarica, 900 abitanti, in Slovenia ma a 15 km dal confine croato. Turismo sì, ma soprattutto carbone: le miniere le chiudono nel 1997 dopo 140 anni d’attività. Oggi c’è una zona commerciale che ospita 40 aziende e 600 dipendenti, una volta si estraevano fino a 100.000 tonnellate di carbone all’anno. A 18 anni, Jasmin lavora qui come saldatore in un’azienda che produce lamiere e fa il calciatore al Bela Krajina, un club dissolto nel 2016. Inizia nel 2007, saluta nel 2010 quando va a Nova Gorica, con un contratto di mille euro al mese. L’anno dopo lo apre a Palermo, che lo paga 800mila euro. E pensare che Kurtić credeva fosse uno scherzo telefonico. In Sicilia trova invece i connazionali Anđelković, Bačinovič e Iličič. In estate si trasferisce a Varese, poi torna al Palermo dove però retrocede. Di qui Sassuolo, Torino, Fiorentina, fino all’acquisto da parte dell’Atalanta nel giugno 2015 e la storia di cui sopra. Per uno che faceva il saldatore sognando di emulare Zinédine Zidane – di cui conservava un poster sulla parete della sua camera – non è affatto male.