Jérémy Doku a 18 anni dribbla più di Neymar e Mbappé

by Redazione Cronache

di Gabriele Codeglia

È soltanto uno degli ultimi grandi talenti lanciati dal calcio belga. Si chiama Jérémy Doku e nasce a Borgerhout, distretto di Anversa, il 27 maggio del 2002.

Genitori ghanesi, Jérémy, prima di approdare nelle giovanili dell’Anderlecht (a dieci anni), veste le maglie di Olympic Deurne, Tubantia Borgerhout e Beerschot.
L’esordio in prima squadra è datato 25 novembre 2018. L’allenatore dei Mauve et Blanc è Hein Vanhaezebrouck (oggi al Gent) che manda Doku in campo al minuto 78, facendolo subentrare al posto di Yari Verschaeren, altro talento cristallino del Belgio. Alla fine la gara in casa del Sint-Truiden si chiuderà sul 4-2 per i padroni di casa (nell’Anderlecht c’è anche Saelemaekers), ma per Doku resterà comunque un giorno indimenticabile, visto il debutto a soli 16 anni e 182 giorni, tra i più giovani di sempre nella storia del club.
Jérémy Doku chiude quel 2018-2019 con 6 presenze (5 più una nei play-off).
Nell’annata successiva, 2019-2020, il bilancio si alza e arriva anche la prima rete tra i professionisti, il 1° dicembre 2019, nella sconfitta per 3-2 in casa dell’Ostende. Terminerà la stagione con 24 presenze e 4 gol segnati, con anche 3 assist a referto.

Liverpool

Come riportato da France Football, pochi mesi prima del suo esordio tra i grandi, Jérémy Doku viene convocato da Jürgen Klopp per allenarsi con le giovanili del Liverpool. Un periodo di prova sotto la guida dell’allora allenatore degli Under-19 Steven Gerrard. Secondo gli esperti del settore giovanile dei Reds, Doku sarebbe il perfetto successore di Sadio Mané, ma alla fine il trasferimento del giovane belga non si chiude.

Lukaku

Grande ex, fiore all’occhiello delle giovanili dell’Anderlecht, Romelu Lukaku rivolge un messaggio proprio a Doku, nell’estate del 2018, per convincerlo a restare nelle giovanili dell’Anderlecht e a firmare il suo primo contratto da professionista con il club belga. Le parole dell’attuale numero nove dell’Inter, senza dubbio, giocano un ruolo importante nel rifiuto di Doku verso la proposta del Liverpool…

Salto

Jérémy Doku Inizia la stagione 2020-2021 sempre con l’Anderlecht. Colleziona 7 presenze, 2 gol e 2 assist tra agosto e settembre.
Poi su di lui piomba il Rennes del miliardario transalpino François Pinault (tra i presidenti più facoltosi del pianeta).
Il trasferimento si chiude il 5 ottobre scorso, per un totale di 26 milioni di euro e il classe 2002 belga firma un contratto fino al 30 giugno del 2025.

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Numeri

La prima presenza con il Rennes arriva il 16 ottobre scorso: subentra a Bourigeaud al minuto 81, nella sfida contro il Digione (1-1). Per il primo gol bisogna aspettare il 20 marzo del nuovo anno, 30° giornata di campionato, Doku apre le danze al 18′ in casa del Metz (1-3), salvo poi farsi espellere direttamente al 51′ per una brutta entrata su Delaine, per quello che è anche il suo primo rosso in carriera (riceverà poi due giornate di squalifica).
Ad oggi (3 maggio 2021, ndr) conta 34 presenze, 2 gol, 3 assist e un’ammonizione tra tutte le competizioni disputate con la maglia dello Stade Rennais, ovvero Ligue 1, Champions League e Coppa di Francia. Un totale di 2.733 minuti giocati, cioè una media di 80,38 minuti giocati per ogni presenza. Di queste presenze, 28 le ha collezionate partendo titolare (l’82,35%), mentre le restanti 6 (17,65%) da subentrato. Finora ha giocato 21 partite per intero (cioè dal 1′ al triplice fischio), pari al 61,74%.

Se guardiamo ai top 5 campionati europei (Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Spagna), Doku è il 3° classe 2002 per minuti giocati subito dietro al compagno di squadra Eduardo Camavinga (1°) e a Pedri (2°) del Barcellona. In Serie A, per capirci, i classe 2002 con più presenze (11 entrambi) e più minuti giocati in questo 2020-2021 sono Aaron Hickey del Bologna (807 minuti) e Lucien Agoumé (784) allo Spezia in prestito dall’Inter.
Focalizzandoci invece sulla Ligue 1, il Rennes ha una rosa con età media pari a 26 anni (9° del campionato a pari merito con Nantes e Metz) e ha utilizzato ben 9 giocatori nati dal 1° gennaio del 2000 in poi, per un totale di 138 presenze  e 5 gol (sommando i numeri di ciascuno).

Giocatore

Dopo aver guardato e riguardato attentamente svariati video di Jérémy Doku su WyScout, possiamo dire tranquillamente che ha tutto per diventare uno degli attaccanti esterni più forti dei prossimi anni, a livello internazionale.
Non è molto alto (171 centimetri), per 67 chili di peso, ma ha un fisico molto tonico, fortissimo muscolarmente, e grazie ad un baricentro basso e gambe già sviluppate è devastante nel breve e nei cambi di direzione, senza perdere velocità anche su distanze più lunghe in progressione.
Come ha raccontato Ronald Kabeya, suo allenatore personale da poco più di un anno, ai microfoni di Rtbf.be,

«Fa la differenza nei primi 3 metri di scatto. Ha la tendenza a rallentare, quasi a fermare il pallone, e quindi poi a ripartire completamente da fermo per sorprendere meglio il suo avversario nell’uno contro uno. Questa è una qualità che sta diventando sempre più rara nel calcio moderno, che gli dà un vantaggio su altri attaccanti e difensori».

Per capire meglio quali siano le attitudini e, se vogliamo, anche i ‘gusti calcistici’ del giovane Doku, è sufficiente leggere questo aneddoto raccontato da Mohamed Ouahbi, suo allenatore ai tempi dell’Under-17 dell’Anderlecht, sempre riportato da Rtbf.be.

«In una partita di play-off a Bruges ha sbagliato i suoi primi due uno contro uno con il portiere avversario nel primo tempo, tirandogli una volta contro e l’altra a lato. Nell’intervallo gli ho ricordato che eravamo lì per vincere il titolo e che volevamo puntare a giocare in Youth League nella stagione successiva. Gli ho chiesto: ‘Qual è la tua qualità principale?’ e lui mi ha risposto ‘Il dribbling’. Gli ho detto: ‘Fammi un favore, quando ti trovi davanti al portiere… allora dribbla!’. Nel secondo tempo si è trovato di nuovo davanti al portiere, ma lo ha superato in dribbling e ha segnato».

Il suo ex mister ha poi aggiunto che

«A 18 anni, il suo margine di crescita era ancora decisamente ampio e infatti oggi Doku ha ancora qualche dettaglio da migliorare. Il gol che ha segnato martedì (30 marzo 2021, Belgio-Bielorussia, ndr), quando è partito sulla sinistra e si è inserito, correndo verso il centro: sono tutti movimenti che non faceva da ragazzino. Nonostante sia migliorato sensibilmente in fase realizzativa, gli manca ancora l’efficacia nel gesto finale».

E infatti i numeri e le percentuali di Jérémy Doku traducono perfettamente il punto di vista del suo ex allenatore Ouahbi.
Considerando le partite giocate con il Rennes tra tutte le competizioni, si può notare come il dribbling sia ovviamente la skill su cui basa la propria pericolosità: su 300 dribbling tentati, ne ha completati con successo addirittura il 58,3% (ovvero 175).
Se restringiamo il campo alla sola Ligue 1, Doku si permette il lusso di restare alle spalle del solo Kylian Mbappé per numero di dribbling/1vs1 tentati: 269 a 242. Il giovane classe 2002 belga è davanti ad altri grandi come Depay (3° con 233), Thauvin (4° con 221), Ben Arfa (5° con 209) e addirittura Neymar (7° con 203 dribbling tentati). Per quanto riguarda la percentuale di riuscita dei suddetti dribbling, sempre in campionato, il piccolo Doku, con il suo 58.3%, si piazza davanti a quasi tutti i colleghi che ne tentano di più, citati prima: Mbappé (50,2%), Depay (42,1%), Thauvin (59,3%), Ben Arfa (52,6%) e Neymar (47,8%).
Per completare l’identikit di Doku, ecco le altre voci in cui il suo nome spicca tra i primi posti delle speciali graduatorie di WyScout della Ligue 1.

  • 4° per second assist (4), pari merito con Mbappé e dietro a Neymar (5);
  • 4° per falli subiti (64), pari merito con Paquetá;
  • 30° per passaggi chiave (14);
  • 4° per allunghi (104);
  • 30° per avanzamento palla in allungo (101,9 metri);
  • 6° per attacchi in profondità (48), pari merito con Di María e davanti a Mbappé (43).

Secondo l’indice di WyScout è il 19° miglior attaccante esterno di questa Ligue 1, piazzamento calcolato incrociando varie statistiche tra i giocatori che occupano e giocano nello stesso ruolo, di cui è ovviamente il più giovane (quantomeno tra coloro nelle prime trenta posizioni).
Senza subbio, come ribadito da Ouahbi, va migliorata la scelta in zona-gol. In questa stagione (al 3 maggio 2021) tra tutte le competizioni con il Rennes, Doku ha registrato 38 tentativi di tiro, di cui ne ha calciati nello specchio della porta avversaria soltanto 11 (cioè il 28,9%). Tradotto, ha segnato un gol ogni 19 conclusioni di media.

Nazionale

Questi i numeri di Jérémy Doku con le varie selezioni del Belgio, giovanili comprese.

  • Under-15, 5 presenze e 2 gol;
  • Under-16, 10 presenze e 3 gol;
  • Under-17, 16 presenze e 6 gol;
  • Under-21, 4 presenze e un gol;
  • Nazionale maggiore, 6 presenze e 2 gol.

Il CT dei Diavoli Rossi, Roberto Martinez, lo convoca per la prima volta a settembre del 2020 e Doku esordisce il giorno 5 dello stesso mese nella sfida di Nations League, durante la vittoriosa trasferta (0-2) in Danimarca: subentra al minuto 88′ al posto dell’altro ex Anderlecht Youri Tielemans.
Segna il suo primo gol con il Belgio tre giorni più tardi, nel 5-1 sull’Islanda: gioca titolare (tutta la partita) come esterno d’attacco sinistro e realizza l’ultimo gol della propria squadra.

Futuro

Doku fa parte della ICM Stellar Sports, la più grande agenzia del mondo calcistico e non solo, capeggiata dall’inglese Jonathan Ian Barnett, che gestisce anche gli interessi, tra gli altri, di Gareth Bale, Mason Mount, Eduardo Camavinga, Jack Grealish, Ben Chilwell, Wojciech Szczesny.
Il sito Transfermarkt stima il valore del suo cartellino in 20 milioni di euro: è il 9° classe 2002 più prezioso del mondo, il 2° giocatore più costoso del Rennes (dopo Camavinga) e il 12° belga più caro del momento.
Molto probabilmente, chi vorrà assicurarselo, anche soltanto in un futuro abbastanza prossimo, dovrà sborsare molto più della cifra calcolata da Transfermarkt. Ad oggi nessuna voce di mercato lo riguarda, probabilmente resterà al Rennes (che nel frattempo si sta sicuramente già sfregando le mani), ma risulta difficile pensare che un talento del genere non possa esplodere definitivamente nel giro di pochi mesi: a quel punto si scatenerà un’asta al rialzo, per la gioia di Pinault.

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