Siamo pronti per un altro Bellingham?

by Lorenzo Lombardi

Il cognome Bellingham è già iconico. Fa pensare a uno dei calciatori più forti e in forma del momento, che domina il panorama calcistico mondiale come se nulla fosse, e non possiamo dimenticarci che è solo un 2003. A Birmingham è un eroe: la sua vecchia squadra ha ritirato la maglia numero 22, gesto che solitamente è riservato a calciatori che hanno scritto la storia di un determinato club. In giro per la città inoltre potreste ‘incontrare’ anche il suo murales. A 300 km di distanza, nel nord-est dell’Inghilterra, più precisamente a Sunderland, gioca il fratello Jobe. Classe 2005, qualità e tecnica sono il marchio di fabbrica, abbinate a una struttura fisica e doti atletiche già importanti e simili a quelle del fratello. Jobe Bellingham è uno dei talenti più promettenti al mondo.

Come gioca Jobe

Per caratteristiche, movenze e personalità ricorda il fratello. È un centrocampista offensivo, ha scelto il numero 7 ma interpreta come un 10. Vederlo giocare è ipnotizzante: come Jude abbina una forza fisica spropositata a un’eleganza fuori dal comune, in ogni giocata che fa. Ha una incredibile consapevolezza del proprio corpo e sa usarlo benissimo per coprire il pallone e aggirare gli avversari. È in grado di rifinire l’azione con colpi di tacco e passaggi illuminanti e allo stesso tempo di irrompere nelle manovre avversarie con tackle durissimi. In estate ha scelto di trasferirsi al Sunderland, dove sta avendo un impatto devastante, sempre considerando la sua carta d’identità. 20 partite, 4 gol (l’ultimo è valso tre punti pesantissimi contro il Leeds) e 1 assist. Ma non solo: costruisce e recupera palloni. Ha completato 594 passaggi (con l’86% di precisione) e ha vinto 178 duelli.

Anche il suo percorso è stato pesantemente influenzato dal Birmingham, squadra che ha cresciuto entrambi i fratelli. Mike Dodds è stato fondamentale per convincere Jobe a scegliere il Sunderland. L’attuale allenatore dei ‘black cats’ aveva lavorato con Jobe nell’academy del Birmingham. Evidentemente Dodds aveva già intuito il talento e le potenzialità del ragazzo. Nel post partita di Sunderland-Leeds, decisa dal gol di Jobe, Dodds non è sembrato stupito: «Entrambi i fratelli hanno una mentalità molto simile. Penso che la dica lunga per Jobe il fatto che, a 18 anni in Championship, ha giocato come numero 9 contro il West Brom e poi come numero 10 contro il Leeds. Questo dimostra la qualità e la classe che ha e mette in evidenza quanto sia un talentuoso, indipendentemente dal nome sul retro della sua maglia. Penso che possa arrivare molto in alto».

«Let him cook»

Così Jude Bellingham, dopo il gol vittoria del fratello, ha scritto sul suo profilo X. Le attenzioni e le pressioni che quel cognome comporta sono indubbiamente pesanti. Come nel caso del fratello maggiore, che sembra nato per giocare in certi palcoscenici, anche Jobe sta dimostrando una grande personalità. Ad esempio, dopo il trasferimento al Sunderland, ha subito voluto mettere le cose in chiaro: via Bellingham dalle spalle, via quel cognome ingombrante, per fare spazio al suo nome.

Jobe sopra il 7 non è solo un modo per scrollarsi di dosso i paragoni. È una dichiarazione d’intenti, è un ragazzo che vuole costruire la sua identitàper non essere solo il fratello di Jude, per essere sé stesso.