Jordan, il figlio di Larsson nuovo zar di Russia

by Redazione Cronache

Nel 2016 veniva difeso dal padre durante un’aggressione, ora per il suo presidente vale 100 milioni di euro. In soli quattro anni il mondo di Jordan Larsson si è ribaltato. Era il 20 novembre 2016, il giorno della prima storica retrocessione dell’ Helsingborg nella seconda divisione del calcio svedese. I rossoblù avevano appena perso in casa lo spareggio salvezza contro l’Halmstad e alcuni ultras avevano aspettato Larsson all’uscita, insultandolo e aggredendolo. Si era salvato solo grazie all’intervento del padre Heinrik, allenatore di quella squadra e una delle leggende del calcio svedese. Non erano bastati gli 11 gol e quattro assist in stagione per evitare la furia dei tifosi. Aveva anche segnato in quella maledetta partita con l’Halmstad, eppure niente, a momenti rischiava di prendersi qualche botta.

In campo con papà

Cresciuto nella cantera del Barcellona, uno dei tanti club di suo padre, Jordan ha esordito in Allsvenkan, la prima divisione svedese, a soli 17 anni, un mese e sette giorni. Il 27 luglio 2014, il tecnico dell’Helsingborg aveva deciso di dargli una chance nel pareggio contro l’Obrero. L’anno prima si era tolto la soddisfazione di giocare con suo papà. Nel 2013 si trovavano entrambi all’ Högaborgs, l’altra squadra di Helsingborg, in quarta divisione. Uno in campo, l’altro in panchina, da assistente. A causa della mancanza di giocatori, però, Heinrik ha dovuto rimettersi gli scarpini, scendendo in campo a fianco del figlio. «Non abbiamo combinato molto, ma sono orgoglioso. È un lusso giocare con tuo figlio» aveva raccontato a The Expressen.

 

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Not the result we wanted the other day. But strong of us to come back! Happy to score as always ⚽️ 🇸🇪

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La campagna di Russia

Dopo la retrocessione, Larsson ha scelto di andare in Olanda, trasferendosi NEC Nijmegen. Dopo appena un anno era tornato in Svezia, al Norrköping . Una decisione azzeccata, dato che aveva messo insieme 11 reti in 16 partite. Un rendimento super che gli è valso la chiamata dello Spartak Mosca. «Voglio dimostrare che sono un buon calciatore e non solo il figlio di Henrik Larsson» aveva dichiarato il giorno della sua presentazione. Detto, fatto. Dall’arrivo in Russia di Domenico Tedesco, ex allenatore dello Schalke 04, Larsson è esploso: 33 partite, 14 gol e 8 assist. I suoi sei gol e quattro assist lo rendono il capocannoniere e il miglior assist man dello Spartak in questa stagione. Nella classifica marcatori ha davanti solo l’ecuadoriano Christian Noboa del Sochi, a quota 7 gol.

La squadra, poi, sta volando: prima in Russian Premier League dopo 12 partite con 27 punti, due in più del CSKA e tre in più dello Zenit. Non deve sorprendere, quindi, che il proprietario del club, Leonid Fedun, dopo aver appreso che Henrik era diventato l’assistente di Koeman, abbia avvertito il Barcellona. «O ci danno 100 milioni, oppure possono rivolgersi altrove» ha  annunciato. Certo, forse è un po’ esagerato, ma al loro nuovo zar svedese a Mosca non vogliono proprio rinunciare.