Pefok, storia dell’americano che domina la Svizzera. Con cognomi diversi

by Redazione Cronache
Pefok

La questione è curiosa. Se cerchi sul sito della Super League svizzera, il capocannoniere (19 reti) si chiama Jordan Siebatcheu e gioca nello Young Boys. Se invece cerchi sul sito della Nazionale statunitense di calcio, trovi piuttosto un attaccante dello Young Boys che risponde al nome di Jordan Pefok. La data di nascita è la stessa: 26 aprile 1996. Idem il luogo, Washington DC. Nel 2017, difatti, gioca con l’U21 francese un’amichevole contro l’Albania, assieme allo spezzino Amian e l’ex genoano Ntcham (con Maxime López e Jonathan Ikoné in panchina). A marzo 2021 debutta con gli Stati Uniti, in amichevole contro la Giamaica: sul retro della sua maglia c’è Pefok, ovvero il cognome da nubile di sua madre. Finora ha 9 presenze con gli USA e una sola rete. Ma fondamentale: un colpo di testa all’89’ che, il 4 giugno 2021, decide la semifinale di Concacaf Nations League e spedisce gli USA in finale, poi vinta ai rigori, sul Messico.

Dalla terza serie, a suon di gol

L’anno che cambia la vita di Siebatcheu è il 2015: debutta a gennaio in Ligue 1, segna il primo gol ad agosto e a settembre firma un contratto triennale. Ora, il problema è che il Reims è nel frattempo retrocesso, nel 2016, e gioca in Serie B francese. Siebatcheu va in prestito in terza serie, allo Châteauroux, dove conosce Jean-Philippe Mateta, oggi titolare al Crystal Palace di Patrick Vieira. Esperienza comunque fruttuosa: 10 gol in 15 gare di campionato, mica male. Nel frattempo il Reims ha fallito la promozione e vedendo i numeri di Siebatcheu stavolta sceglie di tenerlo in rosa. Un’ottima scelta: segna 17 gol ed è il capocannoniere della Ligue 2. Il Reims finisce primo in classifica e torna finalmente in Ligue 1, dove gioca tuttora. E arriva in alto: nel 2019/20, il campionato francese viene “congelato” a marzo causa CoVID. In classifica, in quel momento, il Reims è sesto: merito della miglior difesa del torneo (sole 21 reti incassate dal serbo Predrag Rajković) e di Boulaye Dia, 7 reti in stagione. Dia che oggi gioca nel Villarreal, semifinalista di Champions League dopo aver eliminato Juventus e Bayern Monaco…

Siebatcheu, gol e Nkunku

Ma niente di tutto questo riguarda Siebatcheu. Niente playoff d’Europa League. C’è però un incastro che lega l’ascesa del Reims a Siebatcheu, che il 12 giugno 2018 firma col Rennes. Passano quattro giorni e il Reims acquista proprio Boulaye Dia, che gioca in quarta serie francese nel Jura Sud Foot e ha segnato 15 gol quella stagione. Bene, Siebatcheu da adesso gioca al Rennes. Ma niente conferma: 7 gol al primo anno, anche a causa di problemi muscolari a una coscia. Inutile girarci intorno, fa flop. Vince la Coppa di Francia nel 2019, in finale sul Paris Saint-Germain, senza essere neppure convocato. Ma il Rennes vince, ai rigori sui parigini, e l’errore decisivo è di Christopher Nkunku, un altro talento che di strada ne avrebbe fatta: 30 gol quest’anno, compresa la doppietta che ha eliminato l’Atalanta ai quarti d’Europa League. Visto che per l’appunto in Francia ha deluso, a settembre 2020 Siebatcheu viene prestato allo Young Boys, dunque riscattato dai gialloneri a fine stagione. Il motivo è presto detto: 15 gol tra campionato ed Europa League (3, tutti al Bayer Leverkusen).

«Call me Pefok»

A Berna, insomma, è tutta un’altra cosa. E quest’anno le reti sono 24, tra campionato (19) e Champions League. Sì, perché in estate Siebatcheu è decisivo. Prima segna una doppietta al Cluj al terzo turno, poi con gol e assist elimina lo Slovan Bratislava dei due Vladimir Weiss: due omonimi, uno allenatore, l’altro trequartista, peraltro ha giocato in Serie A al Pescara nel 2012/13. Poi c’è la Champions. Alla prima giornata, lo Young Boys batte nella prima giornata il Manchester United: in campo con Hefti e Aebischer (oggi rispettivamente a Genoa e Bologna), Siebatcheu segna al 95’. Colpirà pure l’Atalanta, a novembre. Ma ricapitoliamo come si chiami. Il nome completo è Theoson-Jordan Siebatcheu. Basta però guardare il suo profilo Twitter, @Theosonsmith, con tanto di headline “Call me PEFOK” per capire che preferisca il cognome di sua madre.