Josef Martínez, da portiere a nuovo Higuaín. Ma al Torino andò male

by Redazione Cronache
josef martínez

Una Mercedes elettrica guidata per le strade di Atlanta, un’indigestione di latte in polvere per cui sua nonna lo portò in ospedale e la passione per il baseball. Josef Martínez tifava per i Bravos, poi è diventato portiere e quindi attaccante. «Con lui, bisogna solo avere pazienza – diceva Ventura, che l’ha allenato al Torino – deve ancora capire tante cose del nostro calcio». Invece, bollato come pacco, Martínez lascia la Serie A definitivamente. Se ne va negli Stati Uniti e segna a ripetizione (tranne nel 2020: s’è rotto il crociato e ha saltato tutta la stagione). In tutto, nell’Atlanta United, Martínez ha segnato 111 gol in 158 partite. Sei triplette nelle prime 44 partite: è il migliore di sempre nella storia della Major League Soccer, il campionato americano. Più di Giovinco e Hany Mukhtar. Ma ora il venezuelano è pronto per una nuova sfida. Ha cambiato franchigia e si è trasferito a Miami nel club di Beckham e prendere l’eredità di Gonzalo Higuaín che s’è appena ritirato. Ricordando al mondo – e chi vedesse Ibrahimović come miglior calciatore della MLS – che «sono io il numero uno qui».

Josef Martínez, da Caracas

Josef Alexander Martínez Mencia nasce a Valencia nel 1993. Non in Spagna, bensì la seconda città per popolazione del Venezuela dopo la capitale Caracas. In un campo da calcio vicino alla statua di Simón Bolívar, Josef Martínez ha 9 anni e viene notato da un osservatore che l’ha appena visto segnare 5 gol in una partita. Viene segnalato all’Estudiantes, ma per entrare in Argentina serve un visto che non arriva. Così Martínez torna al Caracas FC, il club più titolato di Venezuela, che ha da poco vinto il suo undicesimo campionato. Josef debutta in campionato e Copa Libertadores, poi a gennaio 2012 lo Young Boys acquista sia lui che un compagno, il terzino destro Alexander González (oggi gioca in Armenia). In Svizzera, l’attuale club di Jean-Pierre Nsame ha però tanti attaccanti, tra cui lo svedese Gernt e il paraguayano Raúl Bobadilla. Così Josef Martínez dopo un anno e mezzo va in prestito a Thun, segna 10 gol, torna a Berna, non incide. A giugno 2014, si fa avanti il Torino di Urbano Cairo. Per 3 milioni, il venezuelano arriva in Italia.

Torino, Copenhagen, Maxi López

Quando Josef Martínez arriva a Torino, i granata di Gian Piero Ventura, settimi l’anno prima, hanno appena ceduto sia Ciro Immobile (23 gol, al Borussia Dortmund) che Alessio Cerci (13 gol e 11 assist, all’Atlético Madrid) e reinvestito gli oltre 32 milioni. Maksimović, Jansson e Bruno Peres in difesa, Sánchez Miño e Benassi a centrocampo, Amauri e Quagliarella in attacco. Josef Martínez è una scommessa: debutta con gol ai playoff d’Europa League con gli svedesi del Brommapojkarna, il Toro torna in Europa dopo 22 anni e il venezuelano fa doppietta nel 5-1 a Copenhagen. Girone superato. A febbraio 2015, quindi, con una doppietta di Maxi López il Toro pareggia in casa con l’Athletic Bilbao. Quindi, vince eroicamente 3-2 al San Mamés ed esce agli ottavi contro lo Zenit, perdendo a San Pietroburgo dove segna pure Domenico Criscito. Josef Martínez ha segnato 7 gol, meno di Quagliarella (17) e Maxi López (11), ma solo tre in Serie A. Globalmente, delude. Ventura gli dà un’altra chance nel 2015/16, ma arriva Belotti dal Palermo. Martínez gioca meno, segna 4 gol e a gennaio torna in prestito Immobile. Anche la seconda stagione è una delusione. Nell’estate 2016 però Conte lascia la panchina dell’Italia dopo l’Europeo, il c.t. diventa Ventura e in granata c’è Mihajlović. Cairo acquista Ljajic e Iago Falqué, Martínez segna 2 gol e parte a gennaio 2017.

Un 2018 da urlo, e un gol alla Juve 

Bastano tre partite – e 5 gol di Josef Martínez – per convincere l’Atlanta United a riscattarlo per 4,5 milioni e goderselo nel 2018, quando vince il campionato grazie a 35 gol del venezuelano in 39 partite. Ne segna 21 in 15 partite consecutive, peggio solo dei 33 gol di Messi (in 21 gare, nel 2013/14), tanti quanti un semisconosciuto norvegese, Tor Henning Hamre col Flora Tallinn nel 2003. Josef Martínez meglio di Lewandowski, Vardy e Batistuta, negli Stati Uniti dove gioca pure Marco Micaletto. Ed è curioso che nell’estate 2018 la Juventus di Allegri sia in tournée in Georgia. Martínez segna ai bianconeri, di testa. Da ex torinista: «Non penso di tornare in Europa». Appunto, chi glielo fa fare?