Jovetic: «La Fiorentina è la mia seconda casa. Non sarei mai andato alla Juve»

by Redazione Cronache

Stevan Jovetic, ex giocatore di Fiorentina e Inter oggi in forza al Monaco, si è raccontato nel corso di una diretta Instagram assieme all’altro ex viola Sebastien Frey.

LA SFIDA COL LIVERPOOL – «Mi ricordo la sera prima della partita che loro si allenavano prima di noi. Ho visto il loro allenamento, c’erano Gerrard e Torres. L’allenamento però mi ha dato fiducia perché non ho visto niente di così particolare. È una serata che mi ha cambiato la vita. Era una squadra molto molto forte quella Fiorentina».

FASCIA DA CAPITANO – «C’erano responsabilità anche prima della fascia, ma con quella ce ne erano di più. Emozioni pazzesche anche se lo avevo già fatto in altre squadre. Io non gridavo mai, aiutavo e davo supporto: rimane una delle cose più belle».

FIRENZE – «È una delle città più belle di Europa, ho anche un appartamento lì, sono stato molto bene per 5 anni, ho tanti amici».

VLAHOVIC – «Lo conosco, è un ragazzo serio, perbene, ha qualità, fisicità ed ha tutto per fare bene».

LIGUE 1 – «Quando la ripresa? Abbiamo parlato nel gruppo e ci hanno detto che c’è un’opzione di ricominciare gli allenamenti l’11 maggio però prima a piccoli gruppi facendo tutti i test e piano piano integrarsi tutti insieme. Siamo fermi da un mese e mezzo, dovremo fare una preparazione da almeno 4 settimane. Faremo comunque due settimane di vacanze d’estate».

COMPAGNI DI REPARTO  – «Pazzini, Gilardino, Mutu, Osvaldo. Poi ne sono arrivati tanti… La squadra era ottima, non solo davanti. Anche Prandelli era un ottimo allenatore, eravamo compatti, uniti, giocavamo l’uno per l’altro. L’esordio con la Fiorentina? 20′ al Franchi contro il Barcellona. Ho saltato subito Busquets al primo controllo, c’è anche su You Tube (ride, ndr). Finì 3-1, ma c’erano Eto’o, Iniesta e Messi. Essere inserito nella Top 11 della Fiorentina dell’ultimo decennio è un onore per me. La Fiorentina ha sempre avuto grandi giocatori, è un piacere essere tra loro. Ho sempre dato il massimo per Firenze»..

MANCHESTER CITY – «L’attacco era con Aguero, Dzeko, Negredo e io. Giocavamo con due e ogni tanto uno. Sono stato 5 anni a Firenze, alla fine ho sentito l’opportunità di andare via e vincere qualcosa perché è ciò che ti rimane per sempre: ho vinto la Premier, la Coppa. Il campionato inglese è il più difficile da vincere perché ce ne sono sempre 5 o 6 competitive».

INTER – «Una delle squadre più forti d’Europa. A Manchester ho avuto tanti infortuni, stavo bene, ma non era facile con 8/9 infortuni in due anni. Mi dispiace per come è finita, sono stati 6 mesi stupendi, sono soddisfatto di quello che ho fatto con loro. Il gol all’esordio con l’Atalanta è stato veramente uno dei più belli, anche quello al Napoli in Coppa, un gol con il petto contro il Carpi, un cucchiaio contro l’Udinese».

ANEDDOTI VIOLA – «Spogliatoio? Mutu era un personaggio che ci faceva divertire. Come gli piaceva fare il modello… Franco Semioli era un tronista, faceva ridere. Dario Dainelli era un ottimo capitano, un ragazzo perbene, onesto».

RIBERY – «Una delle ali più forti di sempre. Senza Messi e Ronaldo si sarebbe parlato solo di lui e Robben, sempre. Ha esperienza, qualità, ti fa diventare tutta la squadra più forte».

LE CONDIZIONI – «Ho fatto qualche gol, qualche assist, 3 o 4 traverse, ma l’importante è che mi sento veramente bene. Al top mentalmente e fisicamente negli ultimi 7/8 anni. Io sono sempre il primo che va agli allenamenti e l’ultimo ad andare via. Dovrò cambiare qualcosa. Senza questo ai grandi livelli è difficile fare qualcosa di importante. A fine carriera devi essere felice di quello che hai fatto. Mi dispiace non essere riuscito a farlo con la Fiorentina».

FIORENTINA – «Sono cambiati presidente, giocatori, ci vorrà un po’ di tempo, ma già l’anno prossimo andrà molto molto meglio. Firenze se lo merita. Quando andavo via sono rimasto male di un articolo di giornale che diceva che sarei andato alla Juventus. Conosco la storia viola, ho rifiutato i bianconeri più volte. Non potrei mai dire una cosa del genere, sarei una persona brutta».