Fabio Paratici, Chief Football Officer della Juventus, ha parlato ai microfoni di Sky Sport a margine di una giornata molto complicata per il club bianconero, che ha scelto Andrea Pirlo come successore dell’esonerato Maurizio Sarri: «Le nostre valutazioni le avevamo già fatte tra di noi, non è una partita che decide il destino ma la stagione».
LA DECISIONE – «È stata una decisione naturale, oserei dire juventina. È un ragazzo che conosciamo, che ha giocato con noi ed è sempre stato in contatto con il nostro ambiente. Pensiamo che possa essere un predestinato. Lo è stato da calciatore, pensiamo lo possa essere con convinzione anche da allenatore»m
L’ADDIO A SARRI – «Non c’è stato un episodio, un momento. Le stagioni sono lunghe, ci sono tanti momenti che scatenano riflessioni. È stata dura, difficile, lunga e siamo arrivati a questa considerazione alla fine. Nonostante abbia vinto lo Scudetto».
LE VOCI SULL’ADDIO – «Difendere me stesso è impresa complicata, ma l’ha fatto pubblicamente il presidente a mezzanotte, quindi mi sembrava difficile che il suo pensiero fosse ribaltato nel giro di 12 ore. È stato alquanto divertente».
ROMA-PARATICI – «Bisogna rispettare tutti i club e la Roma è importante. Sono alla Juve da 10 anni e ho un rapporto che va al di là del legame professionale con tutti coloro che lavorano qui. Detto questo, anche i direttori sportivi hanno lo stesso ciclo degli allenatori e sono soggetti a giudizi rapidi».
L’IDEA DI PIRLO – «Andrea nella sua testa è convinto di portare qualità e applicazione, fare quello che faceva da calciatore. Vuole proporre un gioco di un certo tipo, europeo, ed è stato convincente nell’esposizione delle idee. Le persone sono più importanti del professionista».