«Il mio nome significa ‘colui che è nato per combattere’»

by Alessandro Lunari
teun koopmeiners

Il primo posto insieme alla Roma e un giocatore da 4 gol in 4 partite che condivide la vetta della classifica marcatori con Vlahovic. Per l’Atalanta sembrava un’annata di transizione, a maggior ragione dopo un mercato che non aveva soddisfatto Gasperini, e invece questo inizio di campionato ci lascia credere in qualcosa di diverso. In attesa di nuovi test che ci diranno di più, dopo quello col Milan finito in parità, intanto la Dea sembra aver messo in vetrina un altro giovane campione. Teun Koopmeiners, mediano olandese classe 1998 (24 anni) pagato 14 milioni la scorsa estateche sembra pronto per diventare uno dei leader del gruppo. A maggior ragione dopo la partenza di Freuler direzione Nottingham. Finora i numeri sono dalla sua: basta pensare che nella passata stagione aveva segnato lo stesso numero di reti (4), ma in 47 presenze sommando tutte le competizioni.

Koopmeiners, un rigorista assoluto

Dopo la tripletta rifilata al Torino è chiaro a tutti il motivo per cui le sue statistiche sono “drogate”. Ha lasciato l’Az Alkmaar, la squadra vicino casa dove ha passato praticamente tutta la vita dopo gli inizi al Vitesse, portandosi dietro 43 gol e 17 assist in 154 presenze. La maggior parte dei quali segnati come rigorista della squadra: in Olanda ne aveva messi dentro 31 su 36. Contro i granata ha rimpolpato le statistiche con altri due penalty andati a buon fine. Una dote che si porta dietro dall’infanzia, dalle centinaia di ore passate ad allenarsi a battere i rigori insieme al padre Remco, anche lui ex giocatore, ma di baseball.

«Colui che combatte»

Una freddezza che gli permette di essere davvero devastante se inserito in un contesto che esalta ognuna delle sue caratteristiche. Visto che anche su azione non si tira indietro quando c’è da incendiare la porta col suo mancino. E che fa di lui un centrocampista completo. Un “moderno”, come si dice adesso, esponente della scuola olandese. Tecnica e cervello. Difende, detta i tempi e accompagna la manovra. Con la giusta dose di leadership che gli aveva permesso di diventare a 21 anni il più giovane capitano dell’Az Alkmaar. Privilegio e responsabilità, il tutto favorito dal fatto, va detto, che si trattava in generale di una rosa con un’età media particolarmente bassa. Un destino comunque segnato fin dalla nascita visto che Teun significa «colui che combatte».

Da van Bommel a Van Basten

Combattere… Koopmeiners l’ha sempre fatto. Uno dei motivi per cui il Liverpool aveva messo gli occhi su di lui quando c’era da rimpiazzare Wijnaldum (qui il ritratto del nuovo acquisto della Roma) è la duttilità. Oltre ad occupare diversi ruoli del centrocampo (e saper interpretare più moduli: in Olanda giocava col 4-3-3 o 4-2-3-1, il Gasp usa la difesa a 3), può adattarsi difensore centrale. Anzi, in realtà è così che è “nato” calcisticamente, finché uno degli storici allenatori delle giovanili del club olandese, John van den Brom, non l’ha avanzato: «A 14 anni era già molto intelligente e aveva un bel sinistro» ha spiegato lui.

Da professionista Teun è riuscito ad adattarsi al meglio, anche se partendo difensore ha segnato 14 gol. Motivo per cui è sempre stato uno dei rimpianti dell’Ajax che però, quando si è presentata con i propri scout dai suoi genitori, si è sentita dire che non si sarebbe mosso dall’Az Alkmaar. Sempre paragonato a Marc van Bommel per il modo di giocare e di muoversi, olandese come lui, l’altra sera ha (quasi) messo la bandierina sul record di un connazionale ben più illustre: l’ultimo a segnare una tripletta in Serie A, infatti, era stato Marco Van Basten in un Napoli-Milan dell’8 novembre 1992 finito addirittura 5-1 per i rossoneri, con quattro centri del Cigno di Utrecht. Ovviamente, i due non hanno nient’altro in comune.