La favolosa salvezza del Parma di Claudio Ranieri e Giuseppe Rossi

by Redazione Cronache

di Andrea Sperti 

Il Parma negli ultimi 25 anni è stata una piccola tra le grandi, almeno in alcune stagioni. I ducali nel 1999 hanno vinto la Coppa Uefa con Malesani, ma nel 2015 sono dovuti ripartire dalla Serie D, a causa del buco finanziario lasciato da Ghirardi, giocando su campi improbabili contro avversari mai sentiti prima.

La stagione 2006-2007

C’è stato un campionato, però, che è rimasto più di tutti gli altri nel cuore dei tifosi gialloblù. Stiamo parlando della stagione 2006-2007, quella nella quale il Parma da ultimo ha terminato la stagione al dodicesimo posto, compiendo un autentico miracolo grazie alla premiata ditta Claudio Ranieri e Giuseppe Rossi. Il tecnico romano, infatti, è arrivato a Febbraio, in una situazione di classifica che, per usare un eufemismo, si poteva definire disperata. L’attaccante, invece, è tornato a Parma, nella città che lo ha lanciato come calciatore, qualche giorno prima, esordendo ufficialmente il 18 gennaio 2007, nella sfida contro il Torino.

Prima di Ranieri, sulla panchina dei ducali era seduto un giovane Stefano Pioli, un allenatore all’epoca emergente e probabilmente non ancora in grado di reggere le pressioni e le responsabilità del campionato italiano. La squadra aveva qualità ma non riusciva ad esprimerla in campo, nonostante la rosa fosse composta da Couto, Budan, Morfeo, Dessena, Gasbarroni, Pisanù, Cigarini, Grella, Paci e tanti altri giocatori di categoria. Nel frattempo, in quella stagione, Ghirardi è entrato a far parte dell’organigramma societario, iniziando un progetto che ha portato il Parma prima a conquistare salvezze tranquille e poi ad un fallimento quasi annunciato.

Il ritorno del figliol prodigo

Giuseppe Rossi, in ogni caso, è tornato in Emilia dopo esser andato via a 17 anni destinazione Manchester United. La promessa del calcio italiano di quegli anni aveva segnato in totale 205 gol con i gialloblù e Sir Alex Ferguson era stato impressionato dal suo talento, tanto da portarlo subito in Inghilterra, per evitare che, aumentando la concorrenza, lievitasse anche il prezzo del suo cartellino. Pepito, così lo chiamavano compagni e tifosi, si è subito integrato alla grande nel gruppo ma, nonostante il suo gol all’esordio contro il Torino, la squadra non ha cambiato marcia ed ha perso altre tre partite consecutive. La svolta vera e propria c’è stata grazie all’arrivo di Claudio Ranieri, un allenatore di grande carisma che cercava un’occasione per rilanciarsi. Lo scorso anno Giuseppe Rossi ha rilasciato un’intervista a Sky Sport 24, nella quale ha ringraziato pubblicamente il tecnico romano, anche per aver creduto nelle sue qualità sebbene fosse ancora molto giovane:

«Mi ricordo benissimo l’arrivo di Mister Ranieri, durante quei quattro-cinque mesi a Parma. Lui è arrivato a fine febbraio, avevamo 14-15 punti e abbiamo finito il campionato con 44. Un’impresa straordinaria grazie al Mister, a quello che è riuscito a trasmetterci e a darci a livello personale, di squadra. Un allenatore della sua esperienza venuto in una squadra che magari era in difficoltà, era difficile centrare l’obiettivo salvezza. Aveva voglia di mettersi in discussione, ci ha dato tutto e noi in cambio abbiamo dato tutto per lui. Lo ringrazierò per sempre per quello che mi ha dato a livello personale, avevo 19 anni, ha creduto in me e ho cercato sempre di dare il massimo per lui e per la mia squadra, grazie Mister».

Il ricordo di mister Ranieri

Anche Claudio Ranieri ha sempre ricordato con piacere quei sei mesi a Parma, nei quali ha avuto il merito di rilanciarsi come allenatore e di salvare una squadra che a metà campionato tutti davano per spacciata. Alla fine della sua avventura, l’attuale tecnico della Sampdoria ha raccolto 6 vittorie, 6 pareggi e 3 sole sconfitte, ottenendo 24 punti in 15 partite, un bottino di tutto rispetto. Lo stesso Ranieri, sempre a Sky Sport, lo scorso anno durante il primo lockdown ha raccontato quanto sia stata incredibile l’impresa compiuta in quel di Parma:

«Fu mia moglie a convincermi ad andare, il direttore generale di allora, ovvero Cinquini, lo avevo avuto anche a Firenze e mi stava chiamando da diverso tempo. Tanto è che seguivo la squadra e non mi capacitavo dell’ultimo posto in classifica. La salvezza che abbiamo ottenuto è stata un’impresa più difficile di quella con il Leicester. Arrivai a febbraio senza tempo per test o amichevoli, ma trovai un gruppo che mi seguì in tutto e un pubblico che ricorderò per sempre».

Il bomber della formazione ducale in quella stagione è stato Igor Budan, autore di 13 gol in campionato, mentre il più presente Daniele Dessena, centrocampista tuttofare che già all’epoca abbinava qualità e quantità in mezzo al campo. Giuseppe Rossi, dal canto suo, ha segnato 9 gol da gennaio a maggio, mettendo in mostra tutto il suo valore. Il talento classe ’87 è uno dei più grandi rimpianti del calcio italiano. Avrebbe potuto vincere trofei e far sognare migliaia di tifosi, ma purtroppo i problemi fisici, soprattutto al ginocchio, non lo hanno mai abbandonato del tutto, condizionando la sua carriera. Adesso l’ex United è attualmente svincolato, dopo aver disputato solo 4 presenze con il Real Salt Lake nel 2020, segnando anche un gol.

Il talento di Domenico Morfeo

Un altro 10 che ha illuminato la scena del Tardini, soprattutto da un periodo della stagione in poi, è stato Domenico Morfeo. Il trequartista ex Atalanta è stato un calciatore tutto genio e sregolatezza, che si accendeva ad intermittenza, con capacità tecniche fuori dal comune. Il classe ’76, passato anche dall’Inter, pochi giorni fa ha rilasciato un’intervista a ForzaParma.it, svelando i segreti di quel gruppo ed il perché ad un certo punto del campionato sia scattata una molla, che ha permesso ai ducali di conquistare la salvezza:

«È stata una stagione dove gli episodi ci sono girati a favore, va detto che abbiamo fatto un gran girone di ritorno. Poi abbiamo scoperto un Giuseppe Rossi in versione super. Ci siamo salvati così, perché lo abbiamo voluto tutti. E non solo io. C’era un grande gruppo, fatto di ragazzi affiatati. Poi va detto, senza essere banali, che ogni stagione è diversa rispetto a un’altra. Quando è arrivato Ranieri ci ha trasmesso subito tanta serenità, sapevamo che avevamo una classifica compromessa, ma anche che non dovevamo guardarla. Abbiamo vissuto senza fare troppi conti. Guardare la classifica ci avrebbe fatto passare la voglia di scendere in campo».

Quest’anno il Parma, salvo un clamoroso miracolo, dovrebbe retrocedere in Serie B. In questa stagione il nuovo presidente Krause ha puntato su alcuni giocatori che non hanno reso al massimo, ma è già pronto ad investire nuovamente per vincere il campionato cadetto. Molti, con il ritorno di D’Aversa, speravano che si ripetesse il miracolo compiuto da Ranieri 13 anni fa ma si sa, le imprese riescono solo poche volte.