La partita che ha convinto la Juventus ad acquistare McKennie [VIDEO]

by Cesare Ragionieri

di Cesare Ragionieri

C’è un giocatore nella Juventus il cui rendimento sta stupendo tutti, andando nettamente al di sopra delle aspettative. Si tratta di Weston McKennie, arrivato a Torino dallo Schalke 04 il 29 agosto scorso con la formula del prestito oneroso a 4,5 milioni di euro più diritto di riscatto a 18,5 più ulteriori 7 di bonus. In casa bianconera ci sono volute poche partite per dissipare ogni tipo di dubbio: l’americano classe ’98 verrà sicuramente riscattato.

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A suo favore giocano le prestazioni messe in mostra fino ad ora e l’importanza assunta all’interno dello scacchiere tattico di Andrea Pirlo. Fino ad oggi, McKennie ha disputato complessivamente 18 partite con la Vecchia Signora, totalizzando 3 gol e 2 assist.

La Juventus e McKennie: tutto inizia da una partita

C’è una sfida, in particolare, che ha convinto la dirigenza bianconera a puntare sul classe ’98. Ci stiamo riferendo a Schalke 04-Augsburg dello scorso 24 maggio, terminata 3-0 per gli ospiti. Naturalmente, non è il risultato che ha fatto la differenza nell’analisi della prestazione di McKennie.

Con l’aiuto di WyScout, andiamo ad esaminare la partita dell’americano. Stupisce il dato sui passaggi completati, che sono 53 sui 57 tentati (93%). Niente male anche per quanto concerne le palle recuperate, ben 12 di cui 2 nella metà campo dell’Augsburg. 

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McKennie perde pochissimi duelli difensivi: il 24 maggio sono stati soltanto 3, a fronte però degli 11 vinti. Aggiungiamo anche 3 palle intercettate e una spazzata, a dimostrazione dell’abilità a intercettare le trame di gioco avversarie. Nei 73′ giocati McKennie ha fatto 18 scivolate, di cui 12 (67%) hanno avuto esito positivo e gli hanno permesso di recuperare il pallone.

Dati che evidenziano la bravura dell’ex Schalke 04 anche in fase di non possesso palla. Perché il meglio di sé lo dà probabilmente con la palla tra i piedi: 8 passaggi su 8 in avanti realizzati, 9 su 10 indietro riusciti e 35 su 37 laterali. Estendendo il dato ai passaggi corti e medi, l’americano ne ha realizzati 51 sui 54 tentati. Una partita completa da parte di McKennie, che fu decisiva per il futuro acquisto da parte della Juventus.

Weston sta dimostrando partita dopo partita di poter ricoprire un ruolo importante nella Vecchia Signora. Un contesto sicuramente più adatto alle sue caratteristiche, visto che nella passata stagione il club della Ruhr ha faticato molto per salvarsi. E ha concluso il campionato al dodicesimo posto, a +8 sul Werder terzultimo che avrebbe poi vinto lo spareggio per rimanere in Bundesliga contro l’Heidenheim.

La Juventus e McKennie, oggi 

Prima dicevamo che l’americano dà il meglio di sé in fase di non possesso: anche i numeri della sua prima stagione in Italia lo confermano. Il centrocampista bianconero tenta molti meno contrasti (2,2 ogni 90’) rispetto agli specialisti della Fiorentina: Kucka, Lucas Leiva e Sturaro ne tentano 6, 5,2 e 4,8 ogni 90’. Lo stesso discorso si può fare sugli interventi compiuti, uno ogni 90’, che lo mettono lontanissimo dal primo posto in classifica di proprietà di Vidal (3 ogni 90’). Anche quando in fase di non possesso, McKennie è in realtà legato a un aspetto offensivo del gioco della Juventus come il pressing alto. L’ex Schalke, infatti, è il giocatore tra i bianconeri che effettua più recuperi palla nella metà campo avversaria (3,8 ogni 90′).

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Al contrario, se si confronta con gli altri centrocampisti della Serie A, Weston si trova in cima alle classifiche delle statistiche offensive. Soltanto Improta, Gagliardini e Kessie calciano più di lui da dentro l’area (rispettivamente 1.4, 1.2 e 1.1 per 90 minuti rispetto all’1 di McKennie). Un dato che lo piazza al di sopra di centrocampista offensivi del calibro di Luis Alberto, Castrovilli e Veretout. Ancora più incredibili i numeri sulla creazione di occasioni da gol. Infatti, McKennie è secondo per Expected Assist in open play (dati Opta) in tutta la Serie A (0,4 ogni 90’), dietro al solo Morata. Tra i centrocampisti, inoltre, solo de Paul, Luis Alberto, Pellegrini e Brozovic mandano più volte al tiro un compagno dello statunitense (1.8 per 90 minuti).