La partita con il Getafe potrebbe essere un inferno per l’Inter

by Redazione Cronache

E sapete perché? Basta leggere i numeri della squadra madrilena.

Tutto parte dal 27 settembre 2016: sulla panchina del Getafe arriva tale José Bordalás Jimenéz, per gli amici Pepe.

Chi è?

Ex attaccante, nato ad Alicante nel 1964. Con gli scarpini ai piedi arriva al massimo in quarta divisione e su quei campi lo conoscono come il Romano perché, quando gioca, si batte come un gladiatore nel Colosseo. Si ritira a soli 28 anni, colpa di un ginocchio demolito.

Inizia la carriera da allenatore nel ’93 proprio con l’Alicante, sulla panchina della Squadra B. I sacrifici e la scalata verso l’élite del calcio spagnolo lo vede trionfare nel 2000-2001, sempre con l’Alicante, questa volta con la prima squadra: vince la Tercera División. Ripete l’impresa nel 2004-2005 (in Segunda B), di nuovo con gli alicantini, e nel 2008-2009 con l’Alcoyano. Trionfa poi in Serie B spagnola nel 2015-2016 con il Deportivo Alavés.

 

Ma a distanza di pochissimi mesi, Bordalás passa agli Azulones, storici rivali proprio dell’Alavés. Si classifica in Segunda División e riporta i madrileni ne LaLiga.

Nelle ultime tre stagioni porta il Getafe a chiudere il campionato, rispettivamente, in , e poi di nuovo posizione della classifica.

Questa sera l’Inter, stando alle statistiche, dovrà faticare più del dovuto per superare la formazione iberica. Il segreto è tutto nella filosofia e nella mentalità di Pepe Bordalás, da molti considerato come l’erede del Cholo Simeone. Alcuni addirittura lo considerano molto più ‘estremista’ dell’allenatore argentino.

Ma il Getafe è davvero così rognoso?

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