Laurienté, il compagno di stanza di Mbappé che alla fine ce l’ha fatta

by Matteo Lignelli
Laurienté

Ci ha messo qualche anno in più rispetto a Mbappé, e forse non raggiungerà mai il suo livello, ma alla fine anche il compagno di stanza di Kylian nel centro tecnico federale di Clairefontaine, dove si sono tanti dei più grandi campioni francesi, è esploso nel grande calcio. Di più: nelle ultime due settimane Armand Laurienté, esterno del Sassuolo di 24 anni, è stato uno dei giocatori più incisivi del campionato italiano, trascinando il Sassuolo con 3 gol e altrettanti assist in due partite (e che assist! Uno di esterno e un altro di tacco) contro Cremonese e Roma. Tre reti che, tra strappi in velocità, dribbling e la punizione contro la Cremonese, hanno messo in mostra tutte le sue qualità migliori. Solo Leao e Kvaratskhelia hanno provato a saltare l’uomo più volte di lui, che alla prima stagione in Italia ha già segnato 7 gol e fornito 6 assist, contando anche la Coppa Italia. Il bottino più ricco in una singola stagione da quando è tra i professionisti. Pochi tra quelli che l’hanno conosciuto da ragazzo avrebbero scommesso su un rendimento del genere in un campionato importante. Colpa, anche, di un lento sviluppo fisico. Ai tempi dell’under 17 era ancora alto un metro e 50, e per questo veniva spesso e volentieri arretrato terzino.

La lunga scalata di Laurienté

Armand Laurienté viene da Gonesse, nell’Ile-de-France, la regione fuori Parigi che nell’ultimo ventennio ha prodotto una quantità di talenti calcistici degna del Sudamerica, ed è cresciuto in una famiglia di calciatori, originaria di Guadalupa, isola delle Antille dei Caraibi. Tuttavia dei suoi fratelli, il maggiore Alexander e il minore Allan che ha ancora tempo per sbocciare, è quello che si è tolto le soddisfazioni più grandi. Dopo gli inizi in un club locale, il Red Roissy-en-France, nel 2011, a 13 anni, Laurienté arriva a Clairefontaine ed è qui che conosce Mbappé, solo 16 giorni più giovane di lui. Le strade, però, si divideranno presto. Se l’amico è considerato da qualche anno tra i più forti al mondo, Armand finisce il periodo delle giovanili tra la Red Star di Parigi e il Rennes, che lo impiega poi nella squadra riserve tra quarta e quinta divisione francese. Prima di esordire in Ligue 1 deve passare attraverso un prestito poco fruttuoso in seconda serie, all’Orléans, dove rimane nella prima parte della stagione 2019/20. La svolta arriva quando l’allora tecnico del Lorient, Christophe Pélissier, si innamora di lui. Nella città portuale, dove si allenano alcuni dei migliori velisti al mondo, anche Laurienté trova la sua rotta. Un anno di apprendistato in Ligue 2, con tanto studio e tanta pazienza da parte del suo allenatore, poi la promozione e un ruolo da protagonista. Quando ha lasciato la Francia per il Sassuolo, per una decina di milioni di euro, aveva segnato 13 gol e servito 13 assist in più di 90 presenze. Dionisi, insomma, ha capito come renderlo decisivo, anche se adesso sta vivendo vere e proprie settimane di grazia.

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I dribbling, Juninho e la moda

«Sono sempre stato bravo a dribblare, credo che nel mio ruolo saltare l’uomo sia una dote fondamentale. Io cerco di inquadrare la posizione del mio difensore per bruciarlo in velocità. Ho il dono di essere molto veloce, quindi non devo fare troppi giochetti con il pallone» diceva di sé l’attaccante francese. Quello che si rimproverava finora era di non avere abbastanza continuità, ed è quello su cui sta lavorando. Ma il suo modo di giocare dimostra anche una certa solidità mentale e sfrontatezza. L’altro punto di forza sono le punizioni. «Mi ispiro a Juninho» ha raccontato diverse volte. Contro la Cremonese ha dato prova delle sue abilità, segnando dal limite. Per ora niente a che vedere con le gesta di Lorient: nel marzo 2021, ad esempio, segnava una punizione da 37 metri in coppa di Francia.

 

«Quando calciava una punizione poteva fare gol a 200 km/h oppure mandarla nel parcheggio» ha detto uno dei suoi ex compagni dell’Orléans. «Quello che fa adesso è il frutto di un duro lavoro». Altri ancora raccontano delle tante teste mozzate alle sagome che in allenamento vengono utilizzate per i calci piazzati. L’obiettivo era creare traiettorie potenti e insidiose, spesso calciate con il piattone destro, che accarezzassero la barriera. Alla fine, ce l’ha fatta. Ha avuto ragione lui. Anche quando ha scelto l’Italia, che sembrava nel suo destino da un pezzo. Prima del Sassuolo, infatti, era stato il Torino a interessarsi a lui. Fuori dal campo, invece, fa grande attenzione alla moda. Vestiti mai banali, come le acconciature. A Lorient portava i capelli arancioni come la maglia, da noi si è fatto conoscere con le treccine che svolazzano ad ogni accelerata. Lasciandoci ogni volta in attesa della prossima giocata.