Lazio, Acerbi a 360°: «A Immobile dico di segnare e lui lo fa. Al fantacalcio prendo Zaniolo»

by Redazione Cronache

Francesco Acerbi, in diretta dalla sua casa di Roma, ha partecipato ad una diretta Instagram con la pagina Che Fatica La Vita Da Bomber nella quale ha raccontato qualche aneddoto. «Adesso comincio a essere un po’ stufo, ma almeno per il calcio si comincia a vedere la luce. Abbiamo già avuto qualche indicazione, ma aspettiamo che il governo dia il via libera per il 4 maggio. Di ufficiale ancora non c’è niente».

L’AMICIZIA CON IMMOBILE – «È nata già dall’anno scorso questa grande amicizia. Lo coccolo sempre, gli do tante attenzioni e poi mi fa anche vincere le partite. È venuto tutto spontaneo. Il bacino, oppure quando in partita gli dico ‘Ciro è ora di fare gol’. Lui dice ‘Sì’ e poi dopo qualche azione lo fa. È già accaduto più volte, anche quando la partita era in bilico. Ogni volta spero ci sia una punizione contro di noi per dirglielo».

IL GOL NEL DERBY – «Pensavo fosse fuori o fallo, non me lo aspettavo, pensavo me lo annullassero. Non l’ho sentito proprio come un gol».

LA RICERCA DI UNA FIDANZATA – «Anche due (ride, ndr). Non ho un carattere facile, sono un rompicoglioni e sono molto concentrato sul calcio. Vorrei però avere una famiglia con dei bambini, veramente, non ho più 25 anni. In questa quarantena ci sto pensando tanto».

LA MALATTIA – «Mi piaceva il calcio ma la testa non l’avevo. Mi ricordo che presi la bicicletta e andai a fare un giro. Ho pensato alla mia famiglia, non potevo dirglielo. Ho fatto l’operazione dopo qualche giorno. Non avevo forza, la seconda volta mi ha fatto capire tanto. La prima fu come se avessi fatto un’operazione di 40 minuti, niente di che. Non mi è servita come lezione. La seconda volta con le chemio è stata abbastanza pesante. È stata una questione di destino, la mia carriera ha avuto una svolta».

EURO 2020 SPOSTATO – «Quando è stato ufficiale ho pensato fosse destino, doveva andare così. Non sono uno che si piange sopra, poi è normale che ci tenevo tanto».

GIOCARE ALL’ESTERO – «Sarei dovuto andare in Inghilterra, al Leicester di Ranieri, o allo Zenit con Mancini. Ma non ero sicuro. Al Leicester dovevo andare a gennaio, ma io sono una persona molto riconoscente. A quel tempo non volevo andare via dal dottor Squinzi, che mi era stato molto vicino nei momenti di difficoltà. Ho detto sempre no grazie per aiutare il Sassuolo».

SU CHI PUNTARE AL FANTACALCIO – «Mi fa impazzire Zaniolo, è forte forte. Ha qualità, forza fisica e ha tiro, inoltre non lo sposti. Anche Tonali è un bel giocatore. Cistana ha detto che sono un esempio? Questo fa la differenza: l’attenzione, la costanza e la voglia di migliorarti sempre. Devi sempre sapere cosa hai fatto per arrivare a una determinata partita e come hai preparato quella sfida. Io mi faccio aiutare anche da uno psicoanalista».

COMPAGNO DI STANZA – «In casa con Bastos, in trasferta da solo. Mi piace stare isolato, ho i miei orari. Nello spogliatoio invece ho Cataldi vicino».