Le 2 partite che hanno cambiato la carriera di Krzysztof Piatek

by Redazione Cronache
piatek

di Gabriele Codeglia

Ha ancora tanti anni di carriera davanti a sé. A quale livello è ciò che resta da capire. Sì, perché Krzysztof Piatek è ancora giovane, l’età è dalla sua parte: compirà 26 anni il prossimo 1° luglio.

Eppure, l’attaccante polacco sembra essersi già perso, ormai da mesi.

Genoa

Enrico Preziosi lo scova nel Klub Sportowy Cracovia e lo veste ufficialmente con la maglia rosso-blu l’8 giugno 2018. Sembra essere uno dei tanti colpi in prospettiva del Genoa: prezzo contenuto, giocatore giovane, proveniente da un campionato estero sconosciuto ai più. Per quelle cifre, c’è poco da perdere, è una scommessa a tutti gli effetti. L’affare si conclude per 4 milioni e mezzo di euro che finiscono nelle casse del club polacco.

Mi presento

È la notte dell’11 agosto seguente. Partita di Coppa Italia al ‘Ferraris’, Genoa contro Lecce, valida per il terzo turno. Piatek parte titolare e realizza un poker nel giro di 38 minuti: 2°, 9°, 18° e 38°. Ballardini lo sostituisce al 60′, per Mazzitelli. Alla fine il Grifone si impone proprio per 4-0, qualificandosi.

Dopo quella partita, si drizzano le antenne di molti addetti ai lavori, anche dei tifosi avversari, ma soprattutto dei fantallenatori che cercano di assicurarsi Piatek al prezzo più basso possibile. Tra chi subodora un fuoco di paglia e chi, invece, spera in un clamoroso crack.

Per quanto si vedrà sotto la Lanterna, il numero nove del Genoa ha tutto per diventare un attaccante top.
Tra Serie A e Coppa Italia, segna 19 gol in 21 presenze (più 5 ammonizioni), in 1.774 minuti giocati (quasi 85 a presenza). Il ché significa una rete ogni 94 minuti in campo.

Leonardo

Sono numeri troppo belli e impressionanti perché Preziosi riesca a trattenere Piatek al Genoa. Così, il 23 gennaio dell’anno nuovo, si trasferisce a titolo definitivo al Milan. Il direttore sportivo dei rossoneri sborsa ben 35 milioni di euro per averlo subito: la paura è quella che Piatek continui a segnare con i liguri e che la sua valutazione si alzi ancora. E poi Higuain è partito alla volta del Chelsea: serve a tutti i costi una prima punta.

E, all’inizio, le prestazioni di Piatek continuano sull’onda di quelle offerte nel periodo genoano. Fino al 6 aprile (e dopo capirete perché).
In quei mesi, il polacco segna 9 gol in 13 presenze, viaggiando a una media di una rete ogni 112 minuti giocati.

Polveri bagnate

La gara che fa da spartiacque è appunto quella di campionato (31° giornata) del 6 aprile, contro la Juventus priva di Cristiano Ronaldo, già lanciata verso la vittoria dell’8° scudetto consecutivo, e piuttosto rimaneggiata.
Piatek segna il momentaneo 0-1 al 39°, ma poi i rossoneri si fanno rimontare nella ripresa (2-1 firmato Dybala e Kean). La squadra di Gattuso coglie così la terza sconfitta nelle ultime quattro partite, raggiunta in classifica da Atalanta e Lazio al 4° posto.

Da lì in poi, la pistola del diciannove rossonero si inceppa. Con la crisi della squadra arriva anche la sua. Suso & co. si riprendono nelle battute conclusive, vincendo gli ultimi quattro turni. Ma non basta: la Champions sfuma all’ultima giornata e in arrivo c’è l’ennesimo ribaltone dirigenziale e tecnico.

Saluti

Considerando i numeri di Piatek dal ‘post-Juventus’, è chiaro come Piatek non abbia ancora ritrovato il bandolo della matassa.
In quella restante parte del 2018-2019:

      • 8 presenze;
      • 627 minuti giocati;
      • un gol;

Rimane al Milan anche sotto la guida di Giampaolo e poi di Pioli. Ma con il mercato di gennaio, ben organizzato e gestito da Boban e Maldini, lui e Suso sono le vittime sacrificali di una squadra che è fermamente convinta del proprio progetto tecnico. E in quella metà di stagione 2019-2020, il bilancio di Piatek è il seguente.

      • 20 presenze;
      • 1.344 minuti giocati;
      • 5 gol;
      • un’ammonizione;
      • media-gol di uno ogni 268 minuti giocati.

Lo scorso 30 gennaio firma per l’Hertha Berlino: trasferimento a titolo definitivo per 27 milioni di euro. Ma il riscatto non arriva e il suo rendimento continua a deludere. Nell’altra metà della stagione in Germania, tra pre e post-Covid, ecco i suoi numeri.

      • 16 presenze;
      • 1.027 minuti giocati;
      • 5 gol;
      • 2 ammonizioni;
      • media-gol di uno ogni 205 minuti giocati.

E in questo 2020-2021? La musica sembra non essere cambiata per niente. I gol arrivano col contagocce. E per ora…

      • 10 presenze;
      • 388 minuti giocati;
      • 3 gol;
      • un’ammonizione;
      • media-gol di uno ogni 129 minuti giocati.

Riassunto

In sintesi, se prendiamo come data di riferimento sempre quel 6 aprile 2019, è lampante la differenza tra il prima e il dopo.

Dati ‘pre-Juventus’, tra Genoa e Milan (tra tutte le competizioni)

      • 34 presenze;
      • 2.782 minuti giocati;
      • 28 gol;
      • media-gol di uno ogni 99 minuti.

Dati ‘post-Juventus’, tra Milan e Hertha Berlino (tra tutte le competizioni)

      • 44 presenze;
      • 3.386 minuti giocati;
      • 14 gol;
      • media-gol di uno ogni 242 minuti giocati.

Il periodo d’oro del polacco è durato precisamente 7 mesi e 26 giorni (dall’11 agosto 2018 al 6 aprile 2019). Quando finirà, invece, il periodo nero?