Il sogno dell’UEFA è quello di terminare la Champions League senza apporre alcuna modifica al calendario. Scartate le ipotesi di quarti e semifinale secche, l’obiettivo è quello di riuscire a terminare gli ottavi di finale rimasti per poi proseguire senza cambiare niente. Anche a costo, come si legge su La Gazzetta dello Sport, di terminare la stagione nella seconda metà di agosto. La conseguenza, naturalmente, sarebbe che le coppe della prossima stagione ricomincerebbero in ritardo (si parla di metà ottobre, ndr). Chiaramente non è l’unica ipotesi presa in considerazione, ma gli altri scenari saranno valutati soltanto dopo aver abbandonato l’idea più ambiziosa.
Le quattro soluzioni
La prima soluzione, come anticipato, è una Champions League integrale. Un totale di 17 partite, da distribuire in 6 settimane: nella prima gli ottavi, l’andata dei quarti nella seconda, il ritorno nella terza, l’andata delle semifinali nella quarta e il ritorno nella quinta. E la finale di Istanbul, da collocarsi dopo il 15 agosto. Per far andare in porto questo scenario serve un calendario europeo in cui combinare le coppe con i campionati.
La seconda alternativa è quella delle gare secche, che diminuirebbe il totale delle partite da 17 a 11. Le partite si potrebbero compattare in 4 settimane, sempre con un massimo di due al giorno per ragioni televisive.
La terza soluzione è quella delle ‘final four‘, sulla falsa riga di quanto succede nell’Eurolega di basket. Semifinali e finale in sede unica, che come detto sarebbe Istanbul. Sempre 11 partite, ma in teoria basterebbero 3 settimane per completare la Champions League. Una per gli ottavi, una per i quarti e la terza per l’epilogo.
Nel quarto scenario l’UEFA considera una ‘final eight‘. Terminati gli ottavi, le qualificate sarebbero raggruppate in sede unica per giocarsi quarti, semifinali e finale. Servirebbero undici giorni, quasi due settimane,tra la prima partita e la finale. Uno scenario complicato, soprattutto per i problemi logistici e organizzativi.