L’Atalanta è alla sua prima partecipazione alla Champions League. I bergamaschi sono già certi, dal pre-lockdown, della qualificazione ai quarti di finale. Gasperini e i suoi ragazzi affronteranno il Paris Saint-Germain tra cinque giorni, mercoledì 12 agosto, alle 21:00 all’Estadio do Sport di Lisbona, meglio conosciuto come ‘Estadio da Luz’, casa del Benfica.
Gara secca, così come saranno anche le eventuali semifinale e finale, sempre in terra portoghese.
Sognare non costa nulla, anche perché la storia e l’albo d’oro della competizione lo confermano: trionfare al primo colpo è impresa rara, ma non impossibile.
Ecco le cinque squadre che hanno vinto la Coppa Campioni/Champions League alla loro prima partecipazione.
Real Madrid 1955-1956
La Coppa Campioni fa il suo debutto assoluto negli stadi di tutto il continente. Una coppa ancora in fase embrionale, senza sorteggio e con accoppiamenti decisi a tavolino dal quotidiano francese L’Equipe, che inizialmente voleva organizzare l’evento in piena autonomia, prima che la UEFA (spalleggiata dalla FIFA) prendesse pieno controllo della geniale idea.
I club iscritti sono 16 e sono scelti in base ad una lista redatta proprio dallo stesso giornale transalpino: non tutti, infatti, si sono laureati campioni nazionali nella stagione precedente, come ad esempio l’Hibernian (5° in Scottish Premier League) o il Partizan Belgrado (stesso piazzamento nel campionato jugoslavo).
L’unica italiana a prendere parte alla manifestazione è il Milan, fresco vincitore dello Scudetto ’54-’55. I rossoneri, guidati dal trio svedese Gre-No-Li, si sbarazzano del Saarbrücken (Germania) agli ottavi, ed eliminano poi il Rapid Vienna ai quarti. Ma in semifinale, la squadra, allenata dall’uruguaiano Héctor Puricelli, si arrende di fronte all’avversario più forte di tutti e che dominerà il palcoscenico europeo per il lustro successivo: il Real Madrid di Santiago Bernabéu.
Il tecnico dei Blancos, José Vilalonga, può disporre di una rosa da sogno: Alfredo Di Stéfano, Miguel Muñoz, Francisco Paco Gento e José Héctor Rial.
In finale, mercoledì 13 giugno, allo Parco dei Principi di Parigi, l’avversario ‘gioca in casa’, ma non basta. Lo Stade Reims, di un giovane Raymond Kopa, si batte con onore e esce a testa alta. Al triplice fischio del signor Arthur Edward Ellis, quarantaduenne britannico, il risultato recita così: Real Madrid 4-3 Stade Reims. Nonostante i francesi si portino sullo 0-2 dopo soltanto dieci minuti, le Merengues agguantano il pareggio, firmato Di Stéfano e Rial, prima dell’intervallo. Il Reims si riporta avanti con Hidalgo (futuro CT della Francia campione d’Europa nel 1984), ma i madrileni questa volta completano definitivamente la rimonta, tra il 67′ e il 79′.
Inter 1963-1964
Angelo Moratti alla presidenza, Helenio Herrera in panchina, Facchetti, Burgnich, Suarez, Mazzola e Corso. Sono soltanto alcune rime di una delle più famose poesie della storia del calcio italiano. L’allenatore portoghese riporta il titolo di campione d’Italia sulla sponda nerazzurra del naviglio dopo dieci stagioni di astinenza. La Beneamata partecipa quindi alla sua prima Coppa dei Campioni.
Il cammino che porta alla finale del Prater di Vienna, vede l’Inter eliminare, nell’ordine, Everton, Monaco, Partizan Belgrado e Borussia Dortmund.
Il 27 maggio, alle 19:30, l’arbitro austriaco Josef Stoll dà il via all’atto conclusivo della manifestazione. Sandro Mazzola la sblocca al 43′, Milani allunga al 61′. L’avversario è il Real Madrid che, a fine ciclo, si permette il lusso di schierare gli eterni Di Stéfano, Puskas e Gento, e che accorcia con Felo al 71′. Ma sarà di nuovo Mazzola al 76′, per il 3-1 finale, a ribadire che la notte ha solo due colori: il nero e l’azzurro.