Le Statistiche Inutili della 22ª giornata di Serie A

by Giuseppe Pastore

di Giuseppe Pastore

Che giornata, che fatti, che Statistiche Inutili! Per cominciare, lo scorso dicembre vi avevamo raccontato il record dell’Inter stabilito contro la Salernitana, l’unica squadra di serie A a casa della quale non aveva mai segnato: poi ne aveva fatti cinque e aveva completato il tabellone di 67 squadre su 67 impallinate a domicilio (così come la Roma). Sempre all’Arechi, la Lazio ha fatto invece 66 su 66: proprio i campani, di proprietà di Claudio Lotito fino a due settimane fa, erano l’unica squadra sul cui campo l’Aquila non era planata ad ali spiegate. 66 e non 67, perché all’appello manca – e temiamo mancherà ancora molto a lungo – la Pistoiese, che disputò il suo unico campionato di serie A nel 1980-81 mentre la Lazio era stata retrocessa in serie B a causa delle turpitudini del calcioscommesse. Godetevi perciò il gol di Enrico Vella segnato al Comunale di Pistoia il 28 novembre 1982, sempre in serie B – pensate, il video su Youtube l’ha caricato suo figlio Manuel.

 

Il pomeriggio è poco azzurro

Quindici stagioni di onorata carriera tra serie A e serie B, con parecchie soddisfazioni – come il terzo posto nella classifica all-time dei rigori parati – ma anche un grosso cruccio: mai una presenza in Nazionale per Andrea Consigli, affidabilissimo numero 1 di Atalanta e Sassuolo nelle sue 424 partite in massima serie. Proprio quest’ultimo numero vale un incredibile record, stabilito in occasione di Sassuolo-Verona: da domenica Consigli è il giocatore con più presenze in serie A senz’aver mai giocato un solo minuto in Nazionale, primato che condividerà per un’altra settimana con Paolo Cannavaro (in azzurro, molto meno fortunato di suo fratello). In realtà una volta Consigli era anche stato convocato, nell’agosto 2012 dal ct Prandelli per un’amichevole contro l’Inghilterra, ma era rimasto a sedere in panchina all’ombra del titolare Sirigu, in una serata indimenticabile in cui si fregiarono dell’esordio in Nazionale campioni come Federico Peluso, Ezequiel Schelotto e Diego Fabbrini. Completano la top 5 dei mai-azzurri Francesco Antonioli (zero presenze, ma un Europeo 2000 da secondo portiere alle spalle di Toldo) con 418 presenze in serie A, l’ex attaccante anni ’50 di Inter e Torino Gino Armano (401) e l’ex portiere di Atalanta e Sampdoria Fabrizio Ferron (396).

Io me ne Andriy

Sabato pomeriggio, come in una struggente canzone di Claudio Baglioni (da cui il titolo), il passerotto è andato via: Andriy Shevchenko ha salutato la serie A dopo tre punti in nove partite di campionato alla guida del Genoa, vale a dire con una poco onorevole media di 0,33 punti a partita. Il che però non gli è stato sufficiente a salire sul podio dei peggiori tecnici degli ultimi 30 anni tra quelli che hanno raggranellato almeno 5 presenze da allenatore. La flop 3 è composta da infatti da Lello Sciannimanico (Bari 2000-01), un punto in sei partite, media di 0,17; Angelo Adamo Gregucci (Lecce 2005-06 e Atalanta 2009-10), un punto in nove partite, media di 0,11; l’imbattibile Daniel Passarella, zero punti in cinque partite con il Parma 2001-02. Il video qui sotto si riferisce alla sua ultima sconfitta, un rovinoso 4-1 in casa dell’Atalanta: arrivederci, e fuori di qui.

Bye Bye Abdoulaye

Certo, non che il successore di Shevchenko abbia fatto meglio. Tutt’altro: la prima e ultima (per ora) partita da allenatore di Abdoulaye Konko è da annali dell’horror. L’ultimo allenatore a esordire su una panchina di serie A con una sconfitta per 0-6 era stato Angelo Pereni, in Udinese-Lecce 6-0 dell’8 febbraio 1998, franando sotto i colpi di Bierhoff e Paolo Poggi. Al 10 dicembre 1995 risale invece il traumatico esordio sulla panchina del Bari di Eugenio Fascetti, travolto 7-1 a Cremona. In entrambi i casi, però, si trattava di allenatori non al debutto assoluto in serie A, al contrario di Konko: siamo dunque alle prese con un record storico, ancora peggiore dello 0-5 con cui Gianfranco Zola ebbe a esordire il 6 gennaio 2015 sulla panchina del Cagliari? Se così non è, fateci sapere!

La notte viola

Primo 6-0 della Fiorentina in serie A tra le mura del vituperato Artemio Franchi: la Viola risponde a Commisso con una vittoria storica che aveva precedenti solo in trasferta, precisamente l’11 gennaio 1959 quando i viola banchettarono 6-0 in casa del Torino con doppiette di Kurt Hamrin e Miguel Montuori e reti di Lojacono e Chiappella. In vetrina c’è capitan Biraghi, che segna due gol su punizione diretta: un’impresa simile non riusciva a un giocatore viola dai fasti del Putto Giancarlo Antognoni, che aveva impallinato due volte da fermo il baffuto portiere Paolo Conti nel primo quarto d’ora di Fiorentina-Roma (3-1) del 5 aprile 1980. Con due marcatori diversi, l’ultima volta che la Fiorentina aveva segnato due volte su punizione nella stessa partita risaliva al 9 marzo 1997, un 3-2 al Bologna impreziosito dalle perle di Batistuta e Robbiati. L’unico che non può festeggiare troppo è Dusan Vlahovic, che per eccesso di hybris vede sfumare il record storico di David Suazo (14 rigori su 14 tirati in serie A) a un passo dal traguardo, fallendo cioè con uno sciocco cucchiaio il tentativo numero 13.

Mangia, Praga, segna

Quasi trent’anni dopo la prima e unica volta, un calciatore ceco si porta a casa un pallone di serie A. È accaduto ad Antonin Barak da Příbram, città da 34mila abitanti nella Boemia Centrale, che ha segnato tre gol al Sassuolo. Oltretutto, il gol del 2-4 segnato a pochi secondi dalla fine ha evitato che si ripetesse il risultato di 2-3 uscito alla prima giornata al Bentegodi: perciò l’unica partita della storia della serie A che si è conclusa 2-3 sia all’andata che al ritorno rimane Juventus-Ascoli, della stagione 1979-80.

Ma torniamo ai cechi e cecoslovacchi da tripletta. Il 19 gennaio 1992 c’era riuscito invece Tomas Skuhravy da Přerov nad Labem, a un’ora di macchina da Příbram: Skuhravy era la bocca di fuoco del Genoa di Osvaldo Bagnoli e all’epoca dei fatti era ancora cecoslovacco (il Paese si sarebbe diviso a partire dal Capodanno 1993). Per dovere di cronaca, anche la Slovacchia vanta un solo triplettista in serie A: trattasi ovviamente di Marek Hamsik, che si vide consegnare la sfera di giuoco alla fine di un Bologna-Napoli 1-7 del 4 febbraio 2017.

Sei sempre tu, Musso!

Dopo 39 partite consecutive di serie A, l’Inter non segna: non le capitava dal 23 gennaio 2021 (Udinese-Inter 0-0, partita famosa anche per le proteste di Conte, furibondo a fine partita verso l’arbitro: “Sei sempre tu, Maresca!”). Il record resta della Juventus, che detiene le due strisce migliori: 43 partite di fila tra il 2013 e il 2014 (allenatore Conte), 44 partite di fila tra il 2016 e il 2017 (allenatore Allegri). La statistica si fa interessante se consideriamo che anche a Udine 2021 il portiere che stoppò l’attacco interista era stato l’argentino Musso. Anzi, nell’elenco degli ultimi sei portieri che hanno centrato il clean sheet in serie A contro l’Inter, il nome di Musso compare tre volte, insieme a quelli di Terracciano (Fiorentina), Szczesny (Juventus) e Mirante (Roma).

Black Monday

Lunedì nero pece per il Milan, beffato in casa al 96′ dallo Spezia dopo un clamoroso abbaglio dell’arbitro Serra tre minuti prima. Che non si sarebbe trattato di una serata facile s’era però capito già alla fine del primo tempo, quando Theo Hernandez aveva tirato assai male un rigore causato da Provedel su Rafael Leao. E qua s’impone il quizzone: chi era stato l’ultimo capitano del Milan a fallire un rigore in serie A? Bisogna tornare indietro a trenta inverni fa, quando a zappare indecorosamente dal dischetto era stato proprio lui, il Mahatma, Kaiser Franz, insomma Franco Baresi che aveva calciato malissimo contro l’Ascoli (anche se il Milan aveva vinto 4-1). A gennaio, sotto la Nord, contro una squadra bianconera: che quella del travolgente Theo sia stata una raffinatissima citazione? No, eh?