Le statistiche inutili della 33° giornata di Serie A

by Giuseppe Pastore

Tante cose sfiziose in questo turno pre-pasquale. Innanzitutto la maledizione della quarta maglia da non indossare mai quando si affronta in casa il Bologna: 0-0 a San Siro contro il Milan e 1-1 allo Juventus Stadium, con gli emiliani in entrambi i casi sopravvissuti a oltre otto minuti di recupero. Poi la circostanza più unica che rara del difensore della Salernitana F. Fazio che segna il suo primo gol stagionale proprio in casa della Sampdoria, la squadra per cui fa il tifo il popolare conduttore televisivo F. Fazio. Infine l’ennesimo scalpo collezionato dall’inglorious bastard Marko Arnautovic: in serie A un austriaco non segnava alla Juventus da quasi vent’anni, ultimo a riuscirci il biondo Markus Schopp in un Brescia-Juventus 2-0 dell’8 dicembre 2002.

Ciro alla fine

Iniziamo dall’ultimo gol del Sabato Santo, la zuccata di Ciro Immobile che ha imposto al Torino l’ennesimo pareggio in extremis (se le partite finissero per assurdo all’85’, i granata avrebbero undici punti in più). Immobile fa 180 in serie A, e va bene; arriva a 70 gol da Totti, e per lui va benissimo; è il primo giocatore italiano a segnare almeno 25 gol in serie A in tre stagioni diverse, ed è magnifico. Ma forse nemmeno uno stakanovista del tabellino come lui poteva immaginare di essere arrivato al primo posto nella classifica all-time dei marcatori dal 90′ in avanti: 14 gol in tutto, a cominciare da quello del momentaneo 1-1 di un incredibile Torino-Genoa 2-1 del 13 aprile 2014 ribaltato dai granata di Ventura nel recupero. Insieme a lui, altri due serpenti a sonagli delle aree di rigore come Pippo Inzaghi e Marco Di Vaio, e alla luce di questa Statistica Inutile scegliete voi come affrontare il ricordo della sua sostituzione a metà ripresa durante la recentissima Italia-Macedonia.

Ricordati di santificare le feste

Fino a questo week-end, nella storia della serie A si era disputata una sola partita di Venerdì Santo: un derby di Milano del 2006 che fu anticipato di 24 ore per gli obblighi di Champions League del Milan, impegnato in una semifinale di Champions contro il Barcellona il martedì successivo. Il Milan vinse 1-0 con un gol di Kakha Kaladze, il che faceva del difensore georgiano l’unico a essere riuscito a piazzare la doppietta Santa venerdì-sabato (di sabato aveva segnato nella sua prima stagione italiana, all’Udinese, nel 2001). Ma il doppio anticipo di venerdì 15 aprile ha consentito la doppietta di altri due giocatori: il cileno Alexis Sanchez, in gol il sabato di Pasqua del lontano 2010 in un Udinese-Juventus 3-0, che nel recupero di La Spezia ha anche firmato il gol numero 300 della storia del Cile in serie A. E – non ci sia blasfemia in queste parole – Junior Messias, nomen omen, che con il gol al Genoa ha bissato la prodezza in Napoli-Crotone del Sabato Santo 2021, nei suoi due unici campionati di serie A in carriera.

In tutti i luoghi, in tutti i laghi

Con il 3-1 a La Spezia l’Inter rimane in scia del Milan e soprattutto diventa la prima squadra ad aver vinto almeno una volta in casa di tutte le altre 66 squadre che abbiano calcato almeno una volta il palcoscenico della serie A. Se vi sembra un record fin troppo banale, sappiate che tutte le altre sono inciampate in almeno due campi a testa: per esempio, la Juventus non ha mai vinto a Messina ed è stata bloccata sullo 0-0 nella sua unica scampagnata all’Omobono Tenni di Treviso di cui agevoliamo le immagini. Per il Milan, invece, rimangono stregati i campi di Avellino e Lecco e anche la sua unica visita a Carpi, nel dicembre 2015, si concluse con un nebbioso 0-0. I campi-tabù della Lazio sono tre e sono Lucca, Modena e Vercelli; quelli della Roma addirittura quattro, e sono Ancona, Catanzaro, Legnano e Piacenza. E così via.

Giallernitana

Non ha precedenti l’incredibile filotto disciplinare infilato dalla garibaldina Salernitana di Davide Nicola nelle due ultime gare di campionato, le trasferte in casa Roma e Sampdoria. Quindici cartellini gialli in due partite consecutive, primato assoluto. Ancora più notevole: quindici ammonizioni e nessuna espulsione, a riprova di una lucidità per nulla banale anche quando bisogna sporcarsi le mani e spendere il cartellino. Ecco l’elenco dei 15 gialli in ordine cronologico, una poesia moderna: Bohinen, Djuric, Gyomber, Ribery, Sepe, Kastanos, Zortea, Radovanovic/Djuric, Sepe, Bonazzoli, Bohinen, Ribery, Mazzocchi, Ranieri.

50 Special

Il colpo di testa al 95′ di Vlahovic ha evitato alla Juventus una pesantissima sconfitta interna e ha proiettato il centravanti serbo nell’empireo dei grandi attaccanti stranieri della storia della serie A. Solo tre forestieri hanno raggiunto la cifra tonda di reti a un’età inferiore alla sua: due di loro furono prontamente naturalizzati dalla FIGC (pratica che non possiamo purtroppo replicare) e si tratta del brasiliano José Altafini e dell’argentino Antonio Valentin Angelillo, entrambi giunti a quota 50 a 22 anni e pochi giorni. José, in particolare, era più giovane di appena quattro giorni rispetto a Vlahovic. L’unico a esserci riuscito sotto i 22 anni risponde invece al nome di Alexandre Pato, che infranse quota 50 con un gol a Firenze il 10 aprile 2011, a 21 anni, 7 mesi e 8 giorni! Purtroppo per lui e per i tifosi milanisti, il Paperino rossonero si fermò appena un passo più avanti, chiudendo la carriera italiana a 51 gol in serie A.

Sfi-gatto Silvestri

La faccia amara del sabato è l’espressione del povero Marco Silvestri, che al diciannovesimo tentativo nello specchio della porta era finalmente riuscito a parare il primo rigore in serie A (a Pinamonti), ma solo per vederselo ripetere perché i suoi compagni erano entrati in area troppo velocemente. E Pinamonti gliel’ha tirato nello stesso angolo, e lui si è tuffato dalla stessa parte, ma stavolta l’ha appena toccata.