Stiamo parlando di Cile-URSS, spareggio per la qualificazione al Mondiale che si disputerà in Germania Ovest.
Per raccontarvi di quella partita, abbiamo scelto nientemeno che le parole di uno dei più grandi narratori italiani, Federico Buffa, che ha raccontato così la vicenda nel suo libro, edito da Sperling&Kupfer nel 2014, ‘Storie Mondiali – Un secolo di calcio in dieci avventure’.
Golpe
«Ma proprio perché i posti sono così pochi, c’è bisogno di spareggi, e ce n’è uno che passerà alla storia. Il Cile deve incontrare l’Unione Sovietica per l’ultimo posto disponibile.
Due settimane prima della data scelta per la partita, però, l’11 settembre 1973 le truppe del generale Augusto Pinochet Ugarte sono entrate al Palacio de la Moneda, dove il presidente eletto Salvador Allende aspetta gli uomini del golpe con l’elmetto e il mitra. Morirà, probabilmente suicida.
La partita di andata di quello spareggio si gioca allo stadio ‘Lenin’, oggi ‘Lužniki’, di Mosca, il 26 settembre. Per i cileni sarà la partita de los valientes, dei coraggiosi, e finirà 0-0.
Prima di partire, i giocatori sono ricevuti da Pinochet. Il capitano, il Chamaco Valdés, li presenta uno a uno. Arriva in cui il generale deve stringere la mano al dueño de l’area chica, al padrone dell’area piccola. Si chiama Carlos Humberto Caszely, e quando Pinochet gli passa davanti, lui incrocia le braccia.
E ci vuole coraggio per farlo, perché già dalla notte stessa dell’11 settembre artisti e calciatori, intellettuali e operai sono stati prelevati e riuniti all’interno dell’Estadio Nacional per essere interrogati e torturati.
Pinochet guarda Caszely e Caszely guarda Pinochet, con un sorriso sardonico. Nient’altro».
Clima surreale
«La partita di ritorno si gioca nel novembre dello stesso anno, il 21 ad essere precisi, proprio all’Estadio Nacional. Ma i sovietici non si presentano: in quello stadio non vogliono giocare. La FIFA però – e non ha tutti i torti – dice: “Signori, dovevate farcelo sapere prima, perché abbiamo giocato l’andata a casa vostra: siete tenuti a presentarvi”.
Si gioca la più irreale partita di tutti i tempi, perché il Cile è regolarmente in campo con undici giocatori, e in tribuna ci sono quindicimila spettatori. Ma l’Unione Sovietica, ovviamente, non si presenta. Sarebbe un 2-0 a tavolino, ma i cileni vogliono a tutti i costi segnare un gol simbolico che sigilli la loro partecipazione a Germania 1974. Undici contro zero, ad accompagnare la palla verso la porta avversaria».