L’ex ct Pekerman: «Messi? L’abbiamo ‘rubato’ alla Spagna. Rijkaard spinse per il passaporto comunitario»

by Redazione Cronache

L’ex commissario tecnico dell’Argentina José Pekerman ha rilasciato una lunga intervista a TNT Sports. L’argomento ovviamente non poteva non essere Leo Messi. Pekerman svela un retroscena sulla carriera della superstar azulgrana, oltre a soffermarsi sulla situazione che sta vivendo ‘la Pulce’.

RETROSCENA – «Lo abbiamo praticamente rubato alla Spagna. Avevamo video, relazioni… Io in quel momento non ero nel giro della nazionale, ero al Leganés e l’ho visto giocare con le giovanili del Barça. All’epoca se giocavi con una nazionale giovanile non potevi cambiare e noi sapevamo che la Spagna prima o poi l’avrebbe convocato. Si avvicinavano tornei giovanili sudamericani e mondiali, quindi la decisione di Leo era fondamentale. E lui ha detto ‘sono argentino e voglio giocare con l’Argentina’. È stata una scelta di cuore».

EXPLOIT – «Dopo il primo sudamericano giovanile, al ritorno in Spagna Rijkaard lo ha portato per la prima volta a fare la preparazione con la prima squadra. Un giorno mi chiamano dal club e mi chiedono di parlare, io mi sono spaventato, pensavo volessero lamentarmi di qualcosa. Ero molto preoccupato e quando arrivo mi chiedono ‘ma che avete fatto a Messi?’. Io non so che dirgli, ma mi tranquillizzano subito: ‘È di un altro pianeta, lo sapevamo già ma non pensavamo fosse un progetto così a breve termine. Rijkaard vuole subito che prenda il passaporto comunitario’. Lo avevano visto più aggressivo, credo dipendesse dal fatto che aveva giocato con ragazzi che all’epoca giocavano già nella prima divisione argentina come Agüero, Di María, Lavezzi, mentre lui in Spagna la Primera Division non l’aveva ancora mai vista. Ma si è adattato ed è cambiato dal punto di vista del temperamento».

BARCELLONA – «Non è a suo agio, non è felice, si vede bene. Aveva preso la decisione di andarsene e sembrava non avrebbe fatto marcia indietro. E visto tutto quello che è successo dopo, è evidente che avesse fatto la scelta giusta. È stato il simbolo, o come diceva Guardiola, la ciliegina sulla torta di una generazione del Barcellona che per dieci anni ci ha deliziato. Ma tutti i cicli prima o poi finiscono e a volte sono i fuoriclasse quelli che soffrono di più una caduta del genere. Deve essere un momento molto difficile, sia per Leo che per la sua famiglia e spero che si risolva tutto presto. A livello individuale lo vedo bene, ha ancora molto da dare».