L’importanza di chiamarsi Bernardeschi

by Redazione Cronache

Federico Bernardeschi è un gioiello prezioso che la Juventus sta cercando di valorizzare. Complice qualche inghippo tattico e il sorpasso nelle gerarchie di Sarri da parte di Douglas Costa e Dybala, fino allo stop della Serie A, ora il tecnico bianconero sta cominciando a valutare per lui un nuovo ruolo da falso nueve, il che potrebbe dar vita ad una nuova era per Bernardeschi.

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Minutaggio e rendimento

In Serie A quest’anno ha giocato 44 minuti di media nelle 18 partite in cui è sceso in campo. Minutaggio simile anche in Champions League, dove però ha almeno centrato il primo e unico centro stagionale nel 3-0 al Bayer Leverkusen. In campionato alla voce “gol” il tabellino segna “0” e dopo la stagione scorsa è decisamente troppo poco per un giocatore del suo valore.

Dicono di lui

Le parole più belle per Bernardeschi ultimamente sono arrivate dall’allenatore che per primo credette in lui e lanciò alla Fiorentina, Paulo Sousa. Il portoghese di recente ha detto: «A Bernardeschi direi: Federico, credi in te stesso come io credo in te! È un grande giocatore e diventerà un giocatore di alto livello. Ha una bella personalità, è un ragazzo molto sensibile e ha qualità immense, che lui deve trovare in se stesso».

Con Allegri il rapporto è stato decisamente diverso, ma non per questo meno intenso. Tra rimproveri (Celebre divenne il rimbrotto: «Qui non siamo alla Fiorentina!» urlatogli durante una partita) e fiducia, con il tecnico toscano il classe ’94 è diventato grande. E solo un infortunio ha evitato che concludesse la stagione alla grande.

Con Sarri ancora l’amore deve sbocciare, anche se il tecnico sta facendo in modo che Bernardeschi ricopra più ruoli. Prima esterno, poi mezzala e adesso possibile punta. Anche se in conferenza disse: «Bernardeschi mi fa arrabbiare», la stima di Sarri per il talento di Carrara è sempre grande.

Il vero problema di Bernardeschi

Il vero problema di Federico Bernardeschi, comunque, resta solo e soltanto uno: l’attenzione che accentra su di sé. Perché a partire dalla scelta sofferta di lasciare la Fiorentina per la Juventus passando per un prezzo di 40 milioni di euro per il cartellino e per le aspettative in Nazionale, gli viene messa troppa pressione. Anche perché la Nazionale resta sempre lì, con Mancini che era pronto a convocarlo per Euro2020, e il futuro non potrà che migliorare. Sta al giocatore riuscire a gestire la situazione nel migliore dei modi.