Dovevamo credere di più in Dominik Livaković

by Redazione Cronache
Dominik Livaković

Il 26 agosto 2020, al secondo turno di qualificazione alla Champions League, la Dinamo Zagabria sfida il Cluj in Romania. Al 52’, il 27enne portiere dei croati Dominik Livaković para un rigore, si va ai supplementari e quindi ai rigori dove ne para un altro. La Dinamo passa, ma viene eliminata nel turno successivo dal Ferencváros e gioca l’Europa League. I croati vincono il loro girone, Livaković subisce un solo gol in cinque gare e para un rigore a Berghuis del Feyenoord. Agli ottavi di finale, la Dinamo va a Londra e il Tottenham di Mourinho la batte 2-0. Finita? Macché. In Croazia, Livaković para di tutto e Mislav Oršić fa tripletta. La Dinamo è per la prima volta nella sua storia ai quarti di finale d’Europa League ed è merito del suo portiere. Che prima dell’ottavo di finale col Giappone aveva parato il 35% dei rigori in carriera. In Qatar Livaković ha migliorato il dato con tre rigori parati ai nipponici, terzo portiere a fare qualcosa di simile a un Mondiale. Come lui, soltanto il portoghese Ricardo nel 2006 con l’Inghilterra e il croato Subašić nel 2018 con la Danimarca.

Livaković, nella città di Modrić

Dominik Livaković nasce il 9 gennaio 1995 a Zara, in Croazia, nella Dalmazia occidentale, un’ex provincia romana dove sono nati Saša Bjelanović, Dado Pršo e soprattutto Luka Modrić. Ma pure il sopracitato Danijel Subašić nasce a Zara (giocherà ad Hajduk Spalato e Monaco e sarà titolare nella Nazionale croata vicecampionessa del mondo al Mondiale di Russia, quattro anni fa). Come a dire: nascere a Zara, ti rende un buon portiere. Difatti, Livaković, cresce tra Zara e Zagabria e a fine agosto 2015 viene acquistato dalla Dinamo Zagabria (dove gioca ancora oggi), che lo presta al Nogometni Klub, NK. È un club storico. Oggi gioca in quinta serie ed è stato sfrattato dal suo stadio per insolvenza, ma nel 2002 era campione di Croazia grazie al compianto tecnico Zlatko Kranjčar, papà di Niko, e un giovane Ivica Olić (21 gol). Livaković fa un anno in prestito al NK, ma torna alla Dinamo nel 2016.

Record, Genoa e Catania

Dominik Livaković era partito in prestito visto che alla Dinamo il titolare era Eduardo dos Reis Carvalho, portoghese, tra i migliori portieri del Mondiale 2010 (ma aveva deluso al Genoa). Nel 2016 però 2016 Eduardo – da campione d’Europa col Portogallo di Fernando Santos – accetta il Chelsea. La Dinamo, senza portiere, “promuove” Livaković. Che batte la concorrenza dell’attuale genoano Adrian Šemper ed è titolare. In cinque anni, gioca 262 partite, debutta in Champions ed Europa League, vince cinque campionati di fila (dal 2017 al 2022), due Coppe e due Supercoppe. Trova Ćorić e Dani Olmo, Rrahmani e Gojak, fino agli attuali compagni di Nazionale Borna Sosa, Joško Gvardiol, Lovro Majer, Mislav Oršić e l’ex catanese Bruno Petković. Soprattutto, nel 2019, Livaković resta 535 minuti senza subire gol: è record d’imbattibilità, meglio dei 413 minuti di Dražen Ladić nel 1995, curiosamente l’anno di nascita di Livaković.

Giappone, ingegneri e il Lilla

«Mi aspetto si vada ai supplementari», diceva Hajime Moriyasu, il c.t. del Giappone. Ha azzeccato il pronostico ma ha perso ai rigori. «Questa è la partita più bella della mia carriera», ha spiegato Livaković. Suo padre Zdravko è un ingegnere, in famiglia ci sono medici e insegnanti. Dopo il ritiro di Subašić, il titolare sembrava dover essere Lovre Kalinić ma già all’Europeo dell’anno scorso era stato promosso Livaković. Quell’estate il Milan aveva perso a parametro zero Donnarumma «e io mi stavo per trasferire ai rossoneri», aveva raccontato Livaković. Poi loro hanno scelto Mike Maignan e Livaković era tra i sostituti del francese al Lille, che però ha scelto un altro croato, Ivo Grbić dell’Atlético Madrid. Che storia. Al debutto con la Croazia, in amichevole col Cile di Juan Antonio Pizzi, Livaković perse 5-3 ai calci di rigore. Non parò nulla. Ieri sera, ha disinnescato tre volte i giapponesi ed è diventato l’eroe di un Paese. Peccato che Željko Nježić Deda, il suo scopritore, scomparso l’estate scorsa, non abbia potuto vederlo ieri sera contro il Giappone.