[LIVE] – DPCM, Conte: «Regioni divise in 3 zone, piano per contrastare contagio su 21 parametri»

by Redazione Cronache

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati registrati 28.244 nuovi casi di Coronavirus su 182.287 tamponi effettuati, che portano il totale dei casi da inizio emergenza a 759.829. I decessi sono stati 353, con il totale delle vittime nel Paese che sale a 39.412. I ricoverati in terapia intensiva sono 2.225, 203 in più rispetto a ieri.

Attesa per la conferenza stampa del Presidente del Consiglio dopo l’approvazione del nuovo decreto che divide le regioni italiane in tre zone: gialle, arancioni e rosse, con disposizioni diverse a seconda di 21 parametri legati all’epidemia di Covid.

«Tutte le nuove misure previste dall’ultimo Dpcm – quelle riservate alle aree gialle, arancioni e rosse – saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre. Lo ha deciso il governo per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività», si legge nella nota di Palazzo Chigi. Resta, quindi, il regime differenziato che divide l’Italia in tre fasce di rischio contagio. Tra le poche modifiche apportate rispetto alla prima bozza ci sono quelle sui parrucchieri: restano aperti anche nei territori che rientrano nelle zone «rosse».

Il Premier Conte ha parlato in conferenza stampa, illustrando le nuove disposizioni del Dpcm che ha firmato.

Queste le sue parole:

«Oggi a differenza della prima ondata disponiamo di un piano della cura molto articolato che si basa su 21 parametri. È la bussola che ci dice dove e come intervenire: più elevate sono la circolazione del virus e il rischio di tenuta, più restrittive saranno le misure che andremo a introdurre. Se lo facessimo in maniera totale su tutto il territorio, produrremmo un doppio effetto negativo: mancanza di misure efficaci per chi ha più rischio; misure irragionevolmente restrittive per chi subisce una situazione meno grave. Abbiamo diviso l’Italia in tre aree: gialla, arancione, rossa. Le misure entreranno in vigore da venerdì 6 novembre».

«Dobbiamo necessariamente intervenire per rallentare il virus. Abbiamo piano per contrastare contagio sulla base di 21 parametri. Con misure identiche per tutto il territorio nazionale otterremmo effetti negative. Per questo le regioni italiane sono divise in tre zone: gialla, arancione e rossa».

Il Presidente spiega quindi le aree. «Nelle regioni in area gialla sarà vietato circolare dalle 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Nei giorni festivi e prefestivi sono chiusi i negozi e i centri commerciali, ad eccezione di qualche attività. Le scuole attiveranno la DAD per le secondarie di secondo grado. Chiuse le università, salvo per matricole e laboratorie. Sono sospesi i concorsi pubblici eccetto quelli per operatori sanitari e protezione civile. Mezzi di trasporto al 50%, salvo il trasporto scolastico. Bar e ristoranti aperti fino alle 18 con asporto fino alle 22, senza restrizioni per le consegne a domicilio».

«Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta sono zone rosse». Ha annunciato il premier Conte illustrando le zone pandemiche in cui è stata divisa l’Italia. «Nell’area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna. Lazio, Liguria». Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia.

Le domande dei giornalisti

Quando serve l’autocertificazione?
“L’autocertificazione è collegata ai divieti. Se lo è per gli spostamenti va modificata con l’autocertificazione, nella zona rossa dipende dove si va. Così come c’è un divieto di spostamento fra una regione o un comune all’altro. Nella zona delle raccomandazioni non c’è bisogno, ma ci aspettiamo che vengano rispettate”.

Qual è la cifra per i ristori-bis?
“Non anticipo una cifra, dalla ragioneria stanno lavorando con il Ministero dell’Economia, ma saranno adeguati. Dovrebbero essere nell’ammontare intorno ai 2 miliardi, con il governo siamo determinati. Ora affrontiamo questa battaglia, una prova così dura per l’intero paese, dobbiamo essere pronti per fare tutto il necessario. Se ci fosse necessità ad avere nuove risorse, dovremo presentarci in Parlamento per un ulteriore scostamento. Ora abbiamo stanziamenti sufficienti per quanto ci hanno anticipato. Staremo attenti ai congedi parentali quando ci sarà didattica a distanza, soprattutto per i più piccoli”.

Il PIL è a meno nove per cento.
“In un contesto così difficile ora ci segnalavano i rendimenti dei 5 anni dei titoli, siamo vicini allo 0. I mercati credono in quello che stiamo facendo. Se riusciamo ad affrontare questa nuova fase… noi qualche spesa in più vorremmo permettercela nel periodo natalizio. Quello ci consentirebbe di riprenderci un attimo dopo questo periodo dove dobbiamo rifiatare. Non sto pensando a feste natalizie con veglioni, cenoni, abbracci. Dobbiamo rispettare le regole, ma se abbiamo un certo margine di tranquillità anche i consumi non sarà depressa”.

Sul monitoraggio: è quello della scorsa settimana o ce n’è uno nuovo? Perché il presidente della Lombardia Fontana li contestava.
“Il ministro della Salute ha adottato l’ordinanza assolutamente aggiornata rispetto agli esiti del monitoraggio. Ora io non sono un tecnico, semmai potete fare questa domanda a Brusaferro. Il dato è aggiornato al precedente. Qualsiasi regione sarà tale da variare la condizione di criticità questo lo vedremo. È attenzione che quando si entra in una fascia non si esce il giorno dopo, non funziona così. I dati devono stabilizzarsi, ci deve essere una permanenza in quella fascia, almeno quattordici giorni. È un sistema che richiede grande responsabilità da parte dei dipartimenti di prevenzione regionale. Sono pubblici ufficiali, devono alimentare questo sistema perché il monitoraggio sia accurato”.

La compressione della didattica in presenza, dalla seconda media in su, è il limite massimo o si andrà ancora oltre?
“La scuola dev’essere un presidio. Il fatto di mandare in didattica a distanza degli studenti delle scuole superiori di secondo grado, fino ad arrivare a DAD anche gli studenti di seconda e terza media pesa molto al governo. Le assicuro che appena la curva rientrerà una delle prime misure è quella di restituire la didattica in presenza a quanti più alunni possibile. Non è possibile non tenere conto del contesto complessivo”.

Ha parlato del tavolo con la maggioranza, con le opposizioni come vanno?
“Il passaggio che c’è stato lunedì in Parlamento, le comunicazioni fatte alle due camere, hanno offerto qualche segnale di novità. Le forze di maggioranza hanno votato alcuni impegni contenuti in una risoluzione presentata al centro destra, come non vi sarà sfuggito il voto pressoché unanime per una questione di un esponente della Lega. Sono dei segnali per trovare un confronto più serrato e continuo fra Governo e Parlamento. Le opposizioni hanno rifiutato un tavolo di confronto”.