L’unica maglia numero 9 di Maradona al Napoli è stata venduta per 15.000€

by Costantino Giannattasio
maradona

Fra tutti i numeri connessi al mondo del calcio, quello che attorno a sé ha creato una vera e propria mistica è senza ombra di dubbio il 10. Associato principalmente ai giocatori dotati di grande classe, quelli capaci di risolvere le partite con una giocata, questo numero ha trovato il suo massimo rappresentante in Diego Armando Maradona, che con le sue magie palla al piede lo ha consegnato all’eternità. Quella tra il 10 e – non a caso – el Diez è un equazione matematica: 10=Maradona. Eppure il fantasista argentino in un’occasione non ha indossato una maglia con quelle due cifre, l’uno e lo zero, bensì una riportante il numero 9.

È il 17 febbraio 1991. Il Napoli non sta vivendo un periodo di grande brillantezza. I risultati tardano ad arrivare e la classifica lo testimonia. Gli azzurri, undicesimi, affrontano il Pisa, quindicesimo, all’Arena Garibaldi. La distinta dei partenopei recita così: Galli 1, Ferrara 2, Rizzardi 3, Crippa 4, Alemao 5, Corradini 6, Venturin 7, De Napoli 8, Maradona 9, Zola 10, Incocciati 11. Ciò che balza agli occhi di tutti è quello strano cambio. «Perché Diego ha lasciato il 9 a Zola?» si saranno chiesti tifosi e addetti ai lavori.

Quello che scopriremo soltanto più tardi è che il Pibe de Oro aveva deciso di lasciare Napoli al termine del campionato. Prima di concludere la sua esperienza in azzurro, l’argentino si era premurato di scegliere il suo erede. Lo trovò in un giovane Gianfranco Zola, che dapprima era stato vicino alla cessione al Lecce. «Sarà lui il prossimo 10», suggerì alla società. Diego si fece da parte, forse anche perché cosciente di quello che sarebbe successo di lì a poco. Quella contro il Pisa, infatti, è una delle sue ultime partite disputate con il Napoli prima di risultare positivo alla cocaina ad un test antidoping.

Quella maglia numero 9, per giunta rossa e non azzurra, l’unica non 10 indossata da Maradona, è diventata negli anni un cimelio di grande valore. Nel 2018 una casa d’aste torinese, la Bolaffi, ne ha battuto l’acquisto da parte di un privato per la somma di 15.000€.