Lo storico Coventry è rinato grazie a un’asciugatrice

by Lorenzo Lombardi
Mark Robins

«Il mio obiettivo è quello di portare un miglioramento al club, non solo costruendo una squadra forte oggi, ma pianificando anche un futuro vincente per il Coventry». Così Mark Robins si era presentato, in conferenza stampa, dopo essere stato assunto nel marzo 2017. Le parole dell’allenatore inglese, quasi profetiche, colpiscono per la loro lungimiranza. All’epoca il club navigava nelle difficili acque della League One (terza serie inglese) e oggi, grazie a un viaggio straordinario, è pronto a lottare per tornare in Premier League. La recente sconfitta, nella finale playoff, contro il Luton Town ha lasciato l’amaro in bocca agli ‘Sky Blues’, arrivati a un passo dalla massima serie. Lo straordinario lavoro fatto da Robins parte da lontano; al suo arrivo il club aveva toccato il punto più basso dal 1959 ed era a un passo dalla retrocessione in League Two.

La caduta del Coventry

Tutto è iniziato nel 2001 quando il Coventry, membro fondatore della Premier League e costante presenza nella massima divisione inglese per 34 anni, è stato retrocesso in seconda divisione, tra crescenti problemi finanziari. Poi è arrivata una scelta disastrosa da parte della società inglese: lasciare Highfield Road, casa del club da 106 anni, e di essere un affittuario di un nuovo stadio. Nel frattempo, a peggiorare la situazione, il Coventry è stato retrocesso in terza serie nel 2012, messo in liquidazione l’anno seguente (innescando una penalità di 10 punti) e, nel decennio successivo, costretto a condividere il terreno di gioco con tre diverse squadre situate entro 40 miglia (64 chilometri) da Coventry. Il tutto mentre si consumava un’azione legale con i suoi proprietari, ‘Sisu’, odiati dalla tifoseria per aver fatto a pezzi il club.

Robins è entrato in scena nel marzo 2017, quando è stato assunto come manager di un club che era un disastro: senza casa, finanziariamente in difficoltà, con tifosi scontenti e una squadra che sarebbe presto retrocessa in League Two.

L’onnipresenza di Mark Robins

Nonostante un ambiente in ‘caduta libera’, Robins, è riuscito a piantare un piccolo seme, che grazie al lavoro quotidiano ha riportato il club alla vecchia gloria.

Al suo arrivo, il destino della squadra in campionato era già segnato: 13 punti dalla salvezza con 11 partite rimaste. Le prime tre, giocate nel giro di 7 giorni, portarono tre sconfitte e zero gol segnati. Robins però, negli anni, si è dimostrato un maestro nell’affrontare e gestire il caos. Un mese dopo, infatti, ha portato il club alla vittoria dell’EFL Trophy, a Wembley, di fronte a oltre 43.000 tifosi del Coventry. Un promemoria del passato trionfale degli ‘Sky Blues’ e, allo stesso tempo, uno sguardo al futuro. All’inizio della stagione successiva la società, ancora in grande difficoltà si presentava ai nastri di partenza del campionato priva di un amministratore delegato e di un dipartimento di reclutamento. Il ritorno in terza serie, grazie alla vittoria sull’Exeter nella finale playoff, è stato frutto della gestione magistrale di Robins e della disponibilità dei suoi uomini. Da allora, ogni stagione è stata migliore di quella precedente; le vittorie hanno permesso alla società un graduale riassestamento, fondamentale per avere un ambiente professionale e organizzato.

Il centrocampista Michael Doyle, ingaggiato da Robins dopo il ritorno ed ex-capitano, ricorda una conversazione, avuta nel suo primo giorno di ritorno a Coventry: «Ricordo molto bene che mi disse che stava inserendo un direttore sportivo e stava sistemando il mercato. Nel frattempo aveva anche iniziato a migliorare le strutture della palestra e ad assicurarsi che ci fosse un’asciugatrice nella stanza dei kit. Ha messo le cose a posto, partendo dai piccoli dettagli, settimana dopo settimana. Ha ricostruito il Coventry dal basso verso l’alto. Per tutto quello che ha fatto al club si meriterebbe una statua».

Ha assunto un ruolo di controllo totale all’interno del club, proprio come Ferguson ha avuto allo United, dopo essere sopravvissuto ai primi anni difficili a Old Trafford. A metà della stagione 1989-90, quando Sir Alex era sotto forte pressione, proprio un giovane Robins aveva segnato il gol della vittoria in una partita del terzo turno di FA Cup contro il Nottingham Forest, risollevando le sorti dell’allenatore scozzese. A Coventry, Robins ha ricostruito la squadra, assunto un amministratore delegato, organizzato strutture di allenamento e ha tentato di riscoprire il legame tra giocatori e tifosi attraverso vari programmi comunitari. Doyle ha raccontato anche un aneddoto che riguarda la visione a lungo termine di Mark: «Dopo la promozione in League One, durante i festeggiamenti, mi disse: Ascolta, riporteremo questo club in Premier League. Molte persone avrebbero riso di lui in quel momento. Eravamo appena stati promossi in League One ed eravamo lontanissimi dalla Premier League».

La rinascita e il sogno sfiorato

Sotto la sua guida il club ha ottenuto tre promozioni e un ‘EFL Trophy’ in sole sei stagioni. Il massimo investimento per un singolo giocatore è stato di 1.3 milioni di sterline mentre il costo dell’intera rosa attuale non ha superato i 5 milioni. Grazie al lavoro dello staff tecnico molti giovani, come Gus Hamer e Viktor Gyökeres, dati per ‘persi’, hanno ritrovato la propria forma migliore. Oggi sono sui taccuini dei principali club di Premier League. Il Coventry è tornato in Championship nel 2020, mentre condivideva il campo col Birmingham e ha persino dovuto giocare le partite casalinghe altrove all’inizio di questa stagione; il suo campo era ritenuto ingiocabile a causa del torneo ‘Rugby Sevens’, dei Giochi del Commonwealth, che si era appena svolto.

Venendo al presente, a ottobre 2022, il Coventry era all’ultimo posto in campionato, a maggio ha sfiorato la Premier League. Grazie a un grande girone di ritorno ha recuperato terreno, per finire la stagione regolare al quinto posto e arrivare alla finale dei playoff superando il Middlesbrough in semifinale. Nella finalissima, definita dallo stesso Robins ‘una partita per romantici’, visti i trascorsi dei due club, il Coventry non è riuscito nell’impresa. Oggi più che mai il Coventry è consapevole delle proprie potenzialità e, nella prossima stagione, gli uomini di Robins faranno di tutto per regalare ai propri tifosi un sogno che dura da 22 anni.

Al suo ritorno a Coventry tutti si erano ormai arresi. Tutti tranne lui. Da allora ha dato vita e fiducia a un club sull’orlo del fallimento. Nelle scorse settimane ha rinnovato il proprio contratto fino al 2027 perché, a differenza di quanto tutti pensano, il suo lavoro non è ancora finito.