Coulibaly a Cronache: «Fiero del mio percorso, ora sogno il Mondiale e la Champions”

by Lorenzo Cascini
Coulibaly

Coulibaly in Africa è un cognome tanto comune quanto Rossi in Italia. Anche se la storia di Mamadou di comune ha molto poco. Sette anni fa è partito da Thiès, Senegal, dribblando difficoltà e paure. «Ho sempre pensato di farcela, ho scommesso su di me senza mai mollare. Ma non mi sento arrivato». Determinazione come parola d’ordine e stella polare. «Ha fatto la differenza. A volte la voglia di fare le cose ci aiuta a superare qualunque ostacolo». Il messaggio arriva forte e chiaro. Giocare a calcio era quello che voleva, lo ha ottenuto lottando senza accontentarsi mai. Anche contro il parere di suo padre, professore di educazione fisica, che non voleva lasciasse gli studi. «Ci sono momenti in cui devi scegliere e investire sul tuo futuro. Io ho scelto il pallone. Così ho deciso di partire e provarci, continuare anche a studiare era diventato impossibile. All’inizio lui non era d’accordo ma è presto diventato il mio primo tifoso. Era in lacrime il giorno dell’esordio in A». Soddisfazioni, momenti che restano sulla pelle come tatuaggi. Gli occhi con cui lo racconta, sempre attenti e carichi di emozione, bastano per descrivere il passato. Ha avuto ragione lui e a casa sua non sono mai stati così felici.

Serie A, obiettivi e due sogni da realizzare 

Il viaggio di “Mama”, centrocampista classe ’99,  è iniziato così e prosegue oggi a Terni, 12 presenze e 2 squilli in campionato dopo anni vissuti tra A e B con Udinese, Carpi e Salernitana. «Il mio obiettivo è quello di aiutare la Ternana ad arrivare in Serie A e poi quello di restarci per tanti anni. I sogni? Giocare il Mondiale e la Champions. Sono traguardi che voglio raggiungere, non mi sono mai posto limiti e mai vorrò farlo». Adesso con la Ternana di Andreazzoli punta in alto, consapevole di potercela fare. «Ho sempre creduto molto nel lavoro. Dare il 100% sempre, per questo tutti gli allenatori che ho avuto in carriera mi hanno apprezzato. Non mi do un tempo ma spero di ottenere presto grandi risultati».

A proposito di allenatori, Coulibaly pesca tre fotografie dall’album dei ricordi. «Il primo grazie va a Castori. È stato come un padre per me, gli devo tantissimo. Mi ha portato con sé ovunque, a Trapani, a Carpi e poi a Salerno»Isola felice di un ragazzo esule che ha messo l’Italia come punto di arrivo nella mappa del suo destino. «Io sono innamorato della Salernitana e dei suoi tifosi, ho ancora tanti amici lì. Appena posso scendo e li vado a trovare. Porto nel cuore momenti unici, dalla promozione al primo gol in Serie A. Anche quando sono stato confermato per il secondo anno è stato bellissimo. Credimi sono ricordi indelebili».  

Maglie che sanno di ricordi e vita vissuta 

Per ogni giorno importante Mamadou conserva una maglietta. «Tantissime le hanno i miei familiari. Io tengo con me solo quelle speciali. L’esordio, il primo gol, la promozione…». Durante il racconto, tra aneddoti e pensieri, si emoziona più volte. Senza mai cambiare però sguardo, sempre deciso e concentrato anche quando sorride. La determinazione gliela leggi nello sguardo. «Chissà quando indosserò quella della Nazionale, spero presto. Finora sono stato sfortunato, perché entrambe le volte in cui mi hanno chiamato mi sono infortunato poco prima di andare. Ma ci saranno altre occasioni, ne sono convinto» Quella maglia certamente non la darà a nessuno, papà e i suoi fratelli capiranno.

Parlando di Nazionale, Mama ricorda casa sua. Lì dove tutto è iniziato. «Torno sempre durante le vacanze. Appena arrivo vado subito a giocare a calcio. Penso al pallone ventiquattro ore su ventiquattro». Gira la telecamera e ci fa vedere che sta guardando una partita su Sky. Come a dire: vedi, anche ora cosa sto facendo. «Mi piace solo quello». Poi riprende il racconto. «Non mi considero migliore di nessuno perché faccio il calciatore, anzi. Regalo sempre magliette, palloni, sia in casa che agli amici. Posso dirvi però che dalle mie parti di ragazzi forti ce ne sono tanti, bisogna però avere il coraggio di prendere, partire e crederci davvero. Io in questo penso di essere stato bravo» 

Il viaggio dal Senegal, step by step fino al Mondiale

L’ultimo grazie va poi a Marino Camaioni, procuratore che ha scommesso su di lui appena arrivato in Italia. «Ha creduto in me fin da subito. Non avevo niente, è riuscito a farmi fare i primi provini. Sono cose che non ti dimentichi mai». Coulibaly sbarcava in Italia senza documenti, dopo un viaggio incredibile, tra Senegal, Mauritania e Sahara Occidentale, passando per la Spagna, la Francia e infine l’Italia, Roseto degli Abruzzi. Campo base di un sogno. «Ho sempre desiderato di giocare in Europa. Ma oggi sono lo stesso ragazzo di allora, con la stessa grinta e lo stessa voglia di prendermi tutto» Dalle notti insonni passate senza un tetto, alla Serie A, con l’obiettivo di restarci e di puntare al massimo. Portandosi dietro cicatrici che saranno con lui per sempre, ricordandogli il viaggio fatto. «Magari ci risentiamo dopo l’esordio al Mondiale o in Champions». Ci saluta così, mai banale fino in fondo. In quel caso avrà avuto ragione lui, ancora una volta. Per la gioia di papà, stavolta senza dubbi.