Perché José Mourinho è diventato il nuovo allenatore della Roma

by Redazione Cronache

José Mourinho e la Roma, un binomio difficilmente pronosticabile ma che alla fine è stato ufficializzato. La Roma e lo stesso Mourinho hanno comunicato l’accordo per la prossima stagione, a discapito dell’esonero di Paulo Fonseca, che guiderà la squadra fino alla fine del campionato e nel ritorno di Europa League.

«Ringrazio la famiglia Friedkin per avermi scelto a guidare questo grande Club e per avermi reso parte della loro visione. Dopo essermi confrontato con la proprietà e con Tiago Pinto ho capito immediatamente quanto sia alta l’ambizione di questa Società. Questa aspirazione e questa spinta sono le stesse che mi motivano da sempre e insieme vogliamo costruire un percorso vincente negli anni a venire. L’incredibile passione dei tifosi della Roma mi ha convinto ad accettare l’incarico e non vedo l’ora di iniziare la prossima stagione.Allo stesso tempo, auguro a Paulo Fonseca le migliori fortune e chiedo ai media di comprendere che rilascerò dichiarazioni solo a tempo debito. Daje Roma!».

José Mourinho su Instagram.

Gli ultimi anni di Mourinho

La scelta di Mourinho dà un segnale chiaro: la Roma è pronta per la svolta. Nonostante, in realtà, i numeri dello Special One non siano più così esaltanti da qualche anno. La scelta di accettare la proposta del Tottenham, nel 2019, aveva già fatto storcere il naso agli addetti ai lavori, considerando i top team con i quali il portoghese ha lavorato in passato. Mourinho, infatti, è reduce tra tre esoneri di fila. Dopo il Chelsea, anche l’esperienza allo United non è stata positiva, nonostante la vittoria dell’Europa League. Non gli era mai successo in carriera. A Mourinho sono costate caro non solo le 13 sconfitte rimediate già in questa stagione con il Tottenham, ma anche i rapporti tesi con lo spogliatoio, citati a più riprese dalla stampa inglese. Per lo Special One è anche una stagione negativamente storica: la prima, dopo 21 anni, senza trofei (era dai tempi del Leiria).

Perché la Roma?

La Roma aveva bisogno di un profilo internazionale. Dopo l’esperienza, non del tutto sfortunata in realtà, con Paulo Fonseca, i nomi che giravano intorno alla panchina erano pesanti. Da Sarri a Spalletti, la Roma ha poi chiuso con Mourinho, il nome più internazionale possibile. I Friedkin rilanciano con il suo arrivo.

«Quando José ci ha dato la sua disponibilità, abbiamo immediatamente colto l’occasione per parlare con uno dei migliori allenatori di tutti i tempi. Siamo stati impressionati dal suo desiderio di vincere e dalla sua passione per il gioco del calcio: per lui non contano i trofei vinti in carriera ed è sempre concentrato sul prossimo. Possiede la conoscenza, l’esperienza e la leadership per competere a tutti i livelli. Siamo consapevoli di quanto, per poter costruire un progetto sportivo di successo, siano necessari il tempo, la pazienza e le persone giuste al posto giusto. Siamo decisamente convinti che José sarà l’allenatore perfetto per il nostro progetto, sia a breve sia a lungo termine. Tutti insieme, con la visione e l’ambizione di Dan e Ryan, costruiremo le fondamenta di una nuova AS Roma»

Tiago Pinto, comunicato Roma.

Le scelte di Mourinho in passato

«Con l’Inter ho vinto tutto e c’è un legame speciale. Se un giorno dovesse chiamarmi una società rivale in Italia, non ci penserei due volte. Questo è il mio modo professionale di vivere le cose e mi fa stare bene con me stesso».

José Mourinho al New York Times

Una porta socchiusa all’Italia, aperta a due giorni dall’intervista con l’ufficialità della Roma. Non è la prima volta che Mourinho si trova ad allenare in un campionato nel quale ha già vinto e si è fatto amare. È già successo con il Porto dopo l’esperienza al Benfica, con il Real Madrid dopo l’esperienza da vice al Barcellona e con il Tottenham, dopo aver allenato il Chelsea.