Mpanzu, dalla quinta divisione alla Premier sempre con il Luton

by Lorenzo Lombardi
Mpanzu

Sabato 27 maggio. Una data che i tifosi degli ‘Hatters’ ricorderanno per sempre. Dopo più di 20 anni, trascorsi nelle serie minori, gli uomini di Rob Edwards hanno compiuto una vera impresa, centrando la promozione in Premier League. Questa straordinaria epopea è partita nel lontano 2014 quando, grazie alla promozione in League Two (quarta serie inglese), il club ha iniziato una scalata indimenticabile. Di quella squadra non è rimasto quasi nessuno; l’unico ad avercela fatta è Pelly Ruddock Mpanzu, centrocampista di 29 anni appena diventato il primo giocatore della storia a passare dall’inferno della National League al paradiso della Premier con la stessa maglia indosso.

Il viaggio del Luton e i suoi fedelissimi

Nella prossima stagione vedremo giocatori come Haaland, Saka e De Bruyne a Kenilworth Road, da oggi tornato a essere uno stadio di Premier League. Tornelli che si confondono con le entrate delle case, scale e gradinate fra i giardini delle abitazioni e seggiolini vecchio stile renderanno l’atmosfera magica. Una vera reliquia, nell’era degli stadi multifunzionali da miliardi di euro. Il viaggio del Luton Town è una delle più grandi storie del calcio inglese, una di quelle che si distingue come esempio di determinazione, resilienza e perseveranza. Sono passati quattordici anni da quando il Luton Town è retrocesso in National League (quinta serie). La spina dorsale del club, di quei giorni bui, rimane: dal kit man, Darren Cook, all’allenatore dei portieri, Kevin Dearden, al presidente Nick Owen.

Mpanzu è l’unico giocatore rimasto e in questo decennio ha calcato gli insidiosi prati delle leghe minori, partendo da stadi che contavano centinai di spettatori, fino ad arrivare a Wembley. Ogni stagione è servita per far crescere le ambizioni e le qualità del centrocampista di origine congolese che, grazie alla sua dedizione e alla sua leadership, ha scritto una pagina importante di storia arancio-blu. Oggi è insostituibile ed è un vero e proprio beniamino dei tifosi, che vedono in lui la rinascita della squadra.

L’influenza di Mpanzu sul percorso trionfale del Luton

L’annata 2013-14 ha segnato un punto di svolta per il Luton Town, determinato a reclamare il suo antico successo. Ed è appunto la stagione in cui, in prestito dal West Ham, è arrivato Pelly Ruddock-Mpanzu. Dieci anni dopo può contare, insieme al club, quattro titoli vinti e altrettante promozioni. Le 300 presenze raggiunte sono la testimonianza di come negli anni Mpanzu si sia adattato alle nuove sfide che le differenti categorie imponevano. Un miglioramento costante, abbinato alla sua versatilità, gli ha permesso di ‘orchestrare’ il centrocampo del Luton per dieci anni. Nella sua carriera nel nord di Londra ha lavorato con cinque allenatori diversi e, con tutti, è sempre stato al centro del progetto. Centrocampista energico, quello che gli inglesi amano definire ‘box to box’, capace di contribuire sia difensivamente che offensivamente. I 23 gol segnati, arrivati spesso con tiri dalla distanza, testimoniano la sua qualità tecnica. La sua instancabile etica del lavoro è stata determinante nel guidare i compagni verso un successo senza precedenti. Nella stagione 2018-2019, anno della promozione in Championship, Mpanzu ha saltato solo 15 minuti dell’intero campionato, partendo sempre da titolare. Nella stagione 19/20 è stato premiato come giocatore dell’anno e nel maggio del 2021, a coronare una scalata strepitosa, è arrivata anche la prima convocazione con la nazionale congolese, suo paese d’origine. Ha debuttato con quest’ultima il 5 giugno seguente in amichevole contro la Tunisia.

Il trionfo da protagonista

Mpanzu ha giocato la sua prima gara con gli Hatters il 7 dicembre 2013, in una vittoria per 5-0 in trasferta contro l’Alfreton Town nel quinto livello del calcio inglese di fronte a 1.279 persone. Oggi è sceso in campo davanti a quasi 90.000 tifosi a Wembley per la finale dei play-off del campionato contro il Coventry.

Rob Edwards, attuale allenatore del club, lo ha definito «il cuore pulsante della squadra»: «È una persona fantastica e una figura fondamentale all’interno dello spogliatoio. Si merita tutto ciò che, grazie al sacrificio e al talento, sta ottenendo. È fonte di ispirazione per tutti i giovani che, leggendo la sua storia, possono sperare di realizzare i propri sogni».

La sua vita al Luton, nonostante tutti i successi raggiunti, non è iniziata nel migliore dei modi e lo stesso Mpanzu ha raccontato un curioso aneddoto sulla sua prima visita alle strutture degli ‘Hatters’: «Sono venuto, ho visto il campo di allenamento, ho visto lo stadio ed ero tipo, oh amico, questo è diverso da Upton Park e dall’allenamento a Chadwell Heath con il West Ham. Volevo venire? Assolutamente no, ma a volte devi correre dei rischi. Devo ringraziare John Still (allenatore dell’epoca) per avermi convinto a firmare. È stato un rischio, ma ne è valsa la pena».

Ne è valsa la pena perché oggi, dopo più di trent’anni, il Luton è di nuovo in Premier League.

Ne è valsa la pena perché oggi, dopo dieci anni, dopo 300 presenze e una scalata partita dai bassifondi del calcio inglese, Pelly Ruddock Mpanzu è arrivato in Premier League.